Monolocale plurilivello by Héctor Ruiz-Velázquez

Monolocale di ceramica

Il monolocale di 50 mq situato in un palazzo dei primi del ‘900 nel cuore di Madrid diventa uno spazio tridimensionale in cui ci si muove su numerosi livelli, sfruttandone l’altezza, tra superfici chiare contraddistinte da rivestimenti di grès porcellanato; lo spazio fruibile viene così amplificato rispetto all’effettiva pianta dell’abitazione

La prospettiva dell’obiettivo fotografico fa apparire gli ambienti più grandi, comunque in questo monolocale dallo spazio limitato non è stato sprecato un solo centimetro e le soluzioni adottate esaltano la profondità data da divisori non assoluti, così da disegnare nell’ambiente geometrie inusuali e interessanti variazioni di livello che si susseguono e si intersecano.

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Oltre al bianco, protagonista assoluto, si apprezza la ricercatezza dei formati e della disposizione dei rivestimenti di ceramica utilizzati non solo per i pavimenti, ma anche per pareti, soffitti e strutture complementari. In particolare, le fughe tra le lastre strette e lunghe assecondano lo sguardo nel voler cogliere ciò che si nasconde oltre il punto di osservazione, invogliano a compiere i diversi percorsi offerti dalla suddivisione delle zone che si snodano dinamicamente in orizzontale e in verticale, riproponendo diverse vedute degli stessi metri quadrati senza mai passare nello stesso posto. Tra le superfici ribassate appare e scompare il soffitto originale, le luci sono per questo disposte sulle pareti o tra le strutture, in modo da coglierne la diffusione luminosa senza avvertirne la presenza.

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Il pavimento si alza e si abbassa senza apparente motivo nell’attraversamento della zona giorno, ma rimarca in maniera coinvolgente il passaggio tra zone destinate ad attività diverse, che altrimenti risulterebbero collocate in una successione monotona e piatta. Gli arredi si riducono a “pezzi” che integrano le superfici funzionali costituite dalle stesse strutture, quasi galleggianti nello spazio.

Monolocale con living “ribassato”

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Oltre l’ingresso, si attraversa una sorta di corridoio delimitato da un lungo bancone: il pavimento si rialza con due pedane, che formano un angolo e costituiscono un disimpegno virtuale, che conduce all’interno dello spazio abitativo. Si incontra subito il living, racchiuso tra due divisori rivestiti di lastre ceramiche scollegati dal pavimento e dal parziale ribassamento del soffitto, con finestrature che mantengono una sottile relazione con gli altri spazi del monolocale. Separata dalla porta di accesso ai servizi igienici c’è una struttura squadrata che dà origine a un angolo di lavoro.

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Servizi essenziali

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L’unica porta interna del monolocale è a tutto vetro, costituita da un cristallo satinato, e nasconde i servizi igienici: il locale è largo quanto basta ad accogliere, quasi in fondo, la tazza e l’originale sistema di risciaquo. Curiosa la scelta di non rivestire la porzione di pavimento oltre il vaso, disponendovi ghiaia grossolana e collocandovi una pianta grassa, ottenendo un angolo zen che ingentilisce l’angusto locale. Il ribassamento del soffitto sopra il wc origina una semiparete nella quale è ricavata una vetrata. Si scorgono i vasi disposti tra la scala e la zona notte. Il lavabo è un bacino allungato e poco profondo, incassato nella parete che separa bagno e cucina.

Ampia zona pranzo

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Il bancone che incorpora il piano a induzione e un piccolo lavello è rivestito di ceramica, come pure il tavolo da pranzo, una struttura a L rovesciata collegata alla semiparete oltre la quale si accede alla scala interna. I mobili sottolavello sono su ruote e la parete tra le due finestre è ricoperta da specchi circolari concavi che offrono immagini riflesse e distorte degli spazi.

Accesso ai livelli superiori del monolocale

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La ripartizione delle zone con strutture discontinue, sollevate da terra e non a tutta altezza, e la sapiente disposizione nascosta di gran parte dei corpi illuminanti, permette il passaggio della luce tra gli ambienti del monolocale, in un continuo intreccio tra illuminazione naturale e artificiale.

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La scala è priva di alzate e attraverso le finestrature si intravede l’angolo zen che comunica con i servizi, pur essendone separato da una vetratura. Si avverte la sensazione di aver scoperto quasi tutto dell’abitazione, ma in realtà restano da assaporare ancora diverse soluzioni e numerosi punti di vista da livelli intermedi.

Vasca da bagno tra zona giorno e zona notte

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Salendo alcuni gradini della scala che conduce alla zona notte soppalcata, si arriva a un mezzanino che permette di accedere, sulla sinistra, al lavabo ed alla vasca, incassati in un’ulteriore struttura rialzata, ma risultante a un livello inferiore rispetto alla zona notte. Da qui ci si può immergere nella vasca, dominando buona parte della zona giorno e, volendo, accedere alla libreria mentre ci si rigenera con un buon bagno.

Zona notte

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Dal mezzanino prosegue la scala, anche questa rivestita con lastre di ceramica, e si arriva allo spazio destinato al riposo: più che di un soppalco, si tratta di una sorta di mensolone a sbalzo, in parte ancorato al soffitto, che fa volta sul living.

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Il letto è un semplice giaciglio disposto sul rialzo, mentre la struttura della libreria e i tiranti a soffitto fanno da protezione a chi dorme dal lato rivolto verso il vuoto.

Architetto Héctor Ruiz-Velázquez

hector-ruiz_[alicia_moneva]_08_okLaureato in virginia (USA), ha fondato il proprio studio nel 1992 dopo una vasta pratica e crescita professionale; spazia tra progetti di urbanistica, design (grafico, industriale e di interni), fotografia. tiene conferenze nelle università in tutto il mondo.

 

specchi-parete

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