Lusso ecosostenibile

lusso ecosostenibile

Si può ristrutturare o costruire una casa sontuosa rimanendo in perfetta sintonia con le linee guida dell’etica ambientalista. La ricetta è semplice: recupero di tutto il bello che ci viene dal passato, comprese le lavorazioni artigianali e l’uso degli intramontabili materiali naturali

Proprio perché la parola “lusso” rimanda sottilmente ad una sorta di perversione, e la sostenibilità ad un richiamo alla virtù, accostare il concetto di lusso a quello di sostenibilità, può e vuole essere una provocazione… Ma il nesso, a ben vedere, esiste.
Se per molti il lusso è vissuto come ostentazione e accumulo di oggetti ad alto costo, “griffati” o ad alta tecnologia, per pochi, il vero lusso comincia ad essere vissuto come una dimensione in cui sono i valori immateriali a contare: tempo, spazio, silenzio insieme anche ad attenzione, libertà di scelta, autenticità, questi sono valori che orientano il gusto e la ricerca di bellezza.

Se la sfida è abitare la propria vita, il legame fra etica ed estetica diventa più forte e più efficace. La contemporaneità è caratterizzata da una preoccupazione crescente per l’ambiente e da un presente in cui si fondono più tradizioni e culture diverse. L’attenzione alla qualità dell’ambiente che verrà consegnato ai nostri figli e nipoti e il senso di benessere che una casa sana e sicura può dare a chi la abita, stanno cominciando lentamente ad orientare il mercato immobiliare e il disegno della città.

La bellezza e la preziosità delle scelte improntate ad un’ecologia dell’abitare si esprime attraverso i concetti di: semplicità, naturalezza, artigianalità. Come in un’opera d’arte, in cui non c’è nulla di eccessivo o complicato, ma un prezioso equilibrio.
Così vengono ridisegnati spazi e materiali, in cui il richiamo alla natura non è una vernice superficiale, ma essenza stessa della cosa, in cui a contare non è il costo, ma il valore, in cui la qualità è più della somma delle quantità, con una rinnovata attenzione al recupero del passato, all’unicità di oggetti creati dal vero saper fare a regola d’arte.

Il gusto per l’antiquariato può essere visto oggi come la forma più raffinata di riciclo. Si possono ottenere risultati straordinari recuperando elementi di pietra scolpita, ferro forgiato, legno intagliato, per inserirli nelle nuove realizzazioni.

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Un esempio pratico di come il lusso possa essere anche ecosostenibile è l’opera di risanamento conservativo di un grande appartamento situato all’ultimo piano di un vecchio palazzo fiorentino, realizzata da Officine Fiorentine su progetto degli Architetti Radassao, De Ninno e Ciappi (fotografie Sonia Bertrand) di cui si vedono alcune foto in questa pagina web.

 

Sono stati recuperati i sottotetti, realizzando l’isolamento termico sotto il manto di copertura in coppi e tegole, eseguito il rifacimento degli infissi con inserimento di vetro camera e realizzata la messa a norma di tutti gli impianti.

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Le parti murarie sono state integrate da opere di legno che ne definiscono l’architettura degli interni, ridisegnando la disposizione dei locali. Le scale sono state realizzate di legno per non gravare sulle strutture dei solai, l’orditura interna a vista delle coperture è stata alleggerita da colorazioni particolari per rendere gli spazi più luminosi, mentre nel pavimento è stata esaltata con la finitura a cera la tonalità del legno massello a formelle tipo Versailles, o montato a spina francese (I Vassalletti).

Tutti i materiali sono stati scelti per il loro richiamo alla tradizione, sia per la provenienza locale sia per la lavorazione artigianale che ne valorizza e rende preziosa ogni caratteristica dell’essenza e della finitura, tanto da avere la sensazione, a lavori finiti del dov’era, com’era.

La pittura delle pareti prende spunto dai decori originali settecenteschi rinvenuti sotto gli strati delle successive tinteggiature che li avevano nascosti. I motivi sono stati valorizzati e re-interpretati dalla perizia della restauratrice che ha usato tecniche antiche, miscelando calce, terre e pigmenti naturali. Il passato è stato dunque re-inventato, come si vede dai decori che impreziosiscono lo spessore delle masse murarie originali e le collegano ai nuovi divisori, fino ad aprire una nuova prospettiva di spazio e natura nel trompe-l’oeil che, voluto dalla committente, accenna a suggestioni lontane nell’austero rigore dei canoni della classicità fiorentina.

Tutte le opere di ristrutturazione, restauro, riqualificazione dell’esistente sono un modo di non consumare suolo. L’impiego di materiali come mosaici, pavimenti in seminato e in coccio pesto, la decorazione pittorica a base calce, sono sempre stati considerati un lusso, ma in fondo contribuiscono alla sostenibilità del costruire perché il loro valore duraturo è un investimento sul benessere e sull’ambiente. In poche parole, hanno tutti un ciclo vita ecosostenibile perché: sono di origine naturale, sono bio-compatibili, possono essere ottenuti da recupero e riciclo. Il loro impiego valorizza il lavoro artigianale che rappresenta un’eccellenza italiana, coinvolgendo anche i lavoratori stranieri che conservano un’abilità manuale legata alle loro tradizioni. Sono tutti riciclabili e il loro smaltimento non aggredisce l’ambiente.

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Pavimento intarsiato di quercia antica, con trattamento di sabbiatura e finito con pigmenti naturali a olio e cera. Particolare del motivo floreale Simon realizzato da I Vassalletti, esempio di un artigianato che si tramanda da generazioni.

 

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La sorprendente varietà cromatica, tutta naturale, dei marmi, è stata fin dall’antichità la base della decorazione degli interni. I mosaici classici, a motivi geometrici o figurativi, vengono riproposti attualmente con l’impiego di tessere di marmo policromo fissate su reti flessibili, da montare per campiture omogenee o fasce e riquadri. È una tecnica che consente il re-impiego anche dei più piccoli scarti di lavorazione delle lastre, come in questo tappeto inserito nella pavimentazione di travertino a finitura naturale in uno dei bagni. Sicis

 

Testo a cura dell’Arch. Elena Ciappi

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