Imbiancare a calce | Come realizzare una tinteggiatura perfetta

imbiancare a calce
imbiancare a calce

Dopo essere stata messa in secondo piano dall’avvento di prodotti più tecnici, la pittura a calce è stata riabilitata in bioedilizia per le sue doti traspiranti, battericide, di resistenza all’umidità e, soprattutto, perché è un prodotto assolutamente naturale e sanificante

Imbiancare a calce è una tecnica antica, oggi tornata moderna. L’elemento di base della pittura a calce “autentica” è il grassello di calce invecchiato (latte di calce), da non confondere con la calce idraulica su cui si basano molti prodotti commerciali che non possono però garantire appieno i benefici effetti di queste finiture.

Per effettuare l’imbiancatura a calce il grassello si ottiene con lo “spegnimento” della calce viva per aggiunta di acqua e successiva maturazione per un tempo che va dai 12 ai 48 mesi, durante il quale il prodotto sedimenta e sviluppa le caratteristiche chimico-fisiche che ne hanno fatto il materiale di finitura per eccellenza per pitturare casa fin dai tempi remoti della storia umana.

Qualità eccellenti sin dai tempi remoti

Il prodotto migliore per imbiancare a calce si ottiene con la macerazione più lunga. Le pitture a calce possono essere utilizzate in esterni e interni, ma le loro qualità si apprezzano maggiormente nelle cucine e nei bagni, dove notoriamente si produce molto vapore, e nelle camere da letto, dove si trascorrono molte ore e il respiro produce anidride carbonica che satura l’aria e si continua a respirare: soltanto la calce è in grado di assorbirla e mantenere una buona qualità dell’aria anche negli ambienti poco aerati.

La calce è di colore bianco, ma per tinteggiare a calce può essere colorata con pigmenti a base di ossidi naturali: all’atto dell’applicazione non risulta coprente, ma lo diventa dopo l’asciugatura, considerando che è consigliabile applicarla in 2-3 mani.

Il colore, una volta asciutto, perde infatti il 50% della propria intensità. Oggi il vero grassello di calce è tutelato da un vero e proprio “certificato di invecchiamento” grazie a un’iniziativa della Banca della Calce che garantisce la produzione a filiera corta e secondo i metodi tradizionali.

Come imbiancare a calce in autonomia

Chi volesse sperimentare le peculiarità di questo prodotto può acquistare il grassello di calce direttamente on line e preparare la pittura a casa propria secondo la ricetta tradizionale, che prevede l’aggiunta di latte, amido di riso e zucchero, oltre agli eventuali pigmenti coloranti. Questa è un’ottima soluzione per la pittura a calce per interni.

La confezione per la preparazione della pittura a calce contiene 22 kg di grassello invecchiato 48 mesi certificato, 500 g di amido di riso tipo waxy, un pennello artigianale di alta qualità e una coppa Ford per determinare la densità del prodotto prima dell’applicazione: costa 99 euro e permette di preparare la pittura bianca, con aggiunta di latte e zucchero, per tinteggiare 100 mq di superficie in 3 mani.

Per pareti già colorate o molto sporche è consigliabile l’aggiunta di biossido di titanio in polvere (0,5 kg 12 euro, un kit ne richiede 2 kg); a parte possono essere acquistati pigmenti di vari colori in confezioni da 0,5 kg a prezzi compresi tra 6,50 e 9 euro.

Tutorial per imbiancatura a calce

Il prodotto va steso esclusivamente con un pennello per calce, non è applicabile a rullo in quanto troppo diluito per l’utilizzo con questo attrezzo.  La parete, dopo aver controllato la stabilità del supporto, va bagnata superficialmente con un nebulizzatore, altrimenti dopo l’asciugatura la pittura può produrre spolvero; anche le condizioni ambientali devono essere comprese tra 8-32 °C, evitando che la superficie sia esposta a irraggiamento solare diretto.

 

9 Commenti

    • Ciao maurizio. Dopo aver letto vari articoli su come si fa la pittura a calce, posso dirti che ho usato la versione “comoda” con molto successo. La ricetta a partire da zero è semplice; grassello di calce (non la polvere!!!!), acqua ed un po’ di legante per esempio vinavil (se no la pittura lascia il bianco se la tocchi). E’ semplice da fare ma un po’ complicato da stendere. Io invece ho preso una semplice pittura traspirante di quelle economiche (quelle sui 30€ vaso da 14l); ci metto 1/3 di vaso in un secchio pulito, 3/4 cazzuolate di grassello di calce e miscelo; lo devi fare col miscelatore, a mano non si riesce. Stendo tranquillamente a rullo, ottengo lo stesso risultato delle pitture a calce pronte ma spendo meno della metà.

  1. Se la mischi con un bidone di pitturaccia in buona sostanza ci aggiungi della plastica e dell’ossido di calcio. Tutte le pitture da poco sono fatte con resina acrilica e pigmenti bianchi, quindi spendi meno ma hai una cosa diversa e piena di plastica. Hai mai provato a prenderne qualche scaglia, perfettamente secca e bruciarla con l’accendino? L’odore di plastica bruciata che sentirai è inconfondibile.
    Il grassello va benissimo, ma non mischiarlo con la pitturazza, se proprio vuoi metterci della colla chimica mettici del primer silossanico almeno. Va detto che c’è chi mette un barattolo di banalissimo vinavil per bidone.
    Oppure molto più semplicemente dell’olio di lino, 50/60ml ogni 10Kg di grassello e mescoli bene, lentamente altrimenti la rovini.
    Tutte le ricette traizionali predono l’aggiunta di una “colla” perché le calci, a seconda del tipo e della qualità, possono sfarinare . Classicamente venivano usate delle proteine animali (che incollano), in primis il latte. Io eviterei di mettere delle proteine animali nella mia calce.

  2. @Francesco
    Ma i 50ml su 10kg… i 10kg sono riferiti al grassello puro, quindi la parte “solida”, o alla miscela finale diluita con acqua e pronta pe la pittura? Perche la cosa cambia molto ..
    Grazie

  3. L ho tenuta un po’ densa , 10 ml di olio di lino crudo.
    Non voglio metterci latte.
    Ho fatto diverse prove a diverse combinazioni su diversi supporti, anche colorata con la curcuma.
    Ma sfarina ancora dopo un anno.
    Forse che abito in montagna e abbiamo poca Co2.

    • Buongiorno Roberto,

      La sfarinatura della pittura a calce può essere causata da diversi fattori. Uno di questi potrebbe essere l’uso di una calce di qualità inferiore o non adeguatamente invecchiata. Un altro motivo potrebbe essere l’assenza di un legante adeguato nella miscela.

      Nel tuo caso, hai menzionato di aver usato l’olio di lino crudo come legante e di non aver voluto usare il latte. L’olio di lino è un buon legante, ma potrebbe non essere sufficiente da solo per prevenire la sfarinatura, specialmente se la pittura a calce è stata applicata in strati molto spessi o se il supporto su cui è stata applicata non era adeguatamente preparato.

      L’ambiente potrebbe effettivamente avere un impatto. La calce ha bisogno di assorbire anidride carbonica (CO2) dall’aria per carbonatare e indurire. Se vivi in un’area con bassi livelli di CO2, questo processo potrebbe essere rallentato, il che potrebbe contribuire alla sfarinatura.

      Ecco cosa potresti fare:

      Assicurati di usare una calce di alta qualità e adeguatamente invecchiata.
      Considera l’uso di un legante diverso o l’aggiunta di un altro legante alla tua miscela. Il latte è spesso usato in combinazione con la calce perché contiene caseina, una proteina che agisce come un potente legante. Se non vuoi usare il latte, potresti considerare l’uso di un legante a base di caseina.
      Assicurati che il supporto su cui stai applicando la calce sia adeguatamente preparato. Dovrebbe essere pulito, asciutto e privo di polvere o sporco. Se il supporto è molto assorbente, potrebbe essere necessario applicare un primer prima della calce.
      Considera l’uso di un colorante diverso. Alcuni pigmenti a base di ossidi naturali sono noti per funzionare bene con la calce.

      Spero che queste informazioni ti siano d’aiuto. Se hai altre domande, non esitare a chiedere!

  4. Ciao! Se invece del grassello si usa la calce idraulica che succede? Io l’ho fatto, pochi giorni fa, il risultato mi sembra ottimo..

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