Cucina lineare, ad angolo, a penisola… come progettare la cucina preferita?
Considerazioni da fare per progettare la cucina prima di iniziare i lavori
A differenza di altri ambienti domestici in cui è possibile attuare cambiamenti (tavoli, divani o altri arredi si possono spostare a piacimento), la cucina richiede una progettazione precisa: eventuali interventi per spostare gli impianti comportano disagi e costi aggiuntivi.
La prima osservazione è la posizione della finestra: la luce naturale è importante, quello potrebbe essere il posto giusto per collocare un piano di lavoro. Se però c’è una portafinestra si può valutare in che modo entra la luce nel corso della giornata e collocare il piano a destra o a sinistra, evitando, in ogni caso, di farsi ombra mentre si lavora.Il secondo passaggio riguarda la presenza di rientranze o sporgenze che alterano la regolarità delle pareti e possono vincolare nella disposizione dei componenti. Occorre considerare i punti di arrivo di acqua, luce e gas e incominciare a pensare alla collocazione degli elettrodomestici, del riscaldamento e del lavello, aspetto che valuteremo meglio in seguito.
Progettare cucina: da soli o con software
Se si vuole procedere da soli a ipotizzare la disposizione dei componenti, ci sono sistemi più efficaci rispetto alla tracciatura su carta, senza essere esperti di cad. Diverse aziende mettono a disposizione un software, al quale si accede visitando il loro sito, che permette di simulare diverse combinazioni a seconda dei modelli di cucine. Si forniscono le misure e sulla pianta del locale si possono collocare virtualmente i moduli e ricevere consigli sulla disposizione; il servizio è gratuito e, tutto sommato, può essere divertente. In presenza di bambini, meglio orientarsi su basi e cassetti con chiusura a magnete o serratura, forni con porta fredda e piani di cottura protetti da griglie. La prudenza, si sa, non è mai troppa.
Lo spazio disponibile per progettare la cucina
Se il lato corto arriva a 200 cm si può avere l’opzione anche di una disposizione ad angolo; possiamo contare su superfici di medie dimensioni e, con questa soluzione, abbiamo maggior libertà per disporre di una zona pranzo che non interferisca con il lavoro o con il passaggio.
La cucina a binario, ovvero con i mobili disposti frontalmente sulle pareti lunghe, richiede una larghezza di almeno 240 cm ed è preferibile che sui lati da attrezzare non ci siano porte o finestre; è possibile, in questo caso, dare alla cucina una configurazione a golfo attrezzando anche uno dei lati corti.
Per la disposizione a isola o a penisola bisogna che tutt’attorno a queste due appendici si disponga di almeno 80 cm di aria. Queste due configurazioni si prestano per ambienti spaziosi, dove non occorre che le pareti vengano sfruttate in altezza e alcuni spazi possono rimanere liberi o fruibili in altro modo. Individuata la disposizione che fa al caso proprio, è importante curare il “percorso”, ovvero dislocare gli elettrodomestici secondo le fasi successive di preparazione dei cibi, per evitare di sprecare tempo ed energie “zigzagando” tra frigorifero, lavello, forno e piano di cottura.
Lineare: gli elementi posti alle estremità possono risultare lontani tra di loro, meglio prevedere zone “parcheggio” sui piani di lavoro.
Ad angolo: tra le migliori, si ottiene un triangolo frigo-lavello-cottura i cui lati vanno da 1,3 a 3 metri, ottimale per la successione dei movimenti.
A golfo: per ambienti larghi almeno 3 metri, ogni lato ha piani di lavoro e può essere dedicato a specifiche funzioni; integrabile con isole centrali.
A binario: larghezza minima 2,5 metri, con porte e finestre contrapposte; i componenti tutti su un lato non devono causare continue giravolte.
A penisola: le zone operative possono essere distanziate e implicare percorsi più lunghi; attorno alla penisola servono almeno 80 cm di spazio libero.
A isola: richiede grandi spazi, la zona operativa al centro è vicina a ogni area, ma necessita di una cappa sospesa per uscita fumi a soffitto.