Rifare Casa

Quanto costa rifare un bagno | Idee, prezzi e soluzioni

Utili indicazioni su come ristrutturare il bagno partendo dalla demolizione e dal rifacimento degli impianti

Quanto costa rifare un bagno?

Il rifacimento bagno è un lavoro oneroso e gravoso: una ristrutturazione parziale non è mai soddisfacente, se i sanitari sono vecchi lo sono anche i rivestimenti e gli impianti. Rifare il bagno è uno degli interventi più classici nell’ambito nel ristrutturare casa.

Per rifare un bagno la spesa varia a seconda della scelta dei materiali e dei sanitari. Indicativamente possiamo calcolare un costo ristrutturazione bagno di 1.000 € a mq.

Mettendo in conto una radicale demolizione nel costo rifacimento bagni, è chiaro che prima che il locale sia nuovamente fruibile passano diversi giorni: il WC di solito è l’ultimo sanitario a essere rimosso e il primo che viene installato, ma bisogna comunque avere un altro bagno disponibile o trasferirsi altrove fino al termine dei lavori.

Valutazioni in merito alla ristrutturazione del bagno

La disposizione dei sanitari può essere completamente modificata rispetto alla configurazione precedente, l’unico vincolo è rappresentato dal WC per il quale ci si possono permettere dislocazioni contenute, rimanendo sulla stessa parete e adottando uno scarico a muro anziché a pavimento, per avere la pendenza necessaria a uno smaltimento efficace; per gli altri sanitari è facile ottenerla in ogni situazione.

Gli impianti di adduzione e di scarico vengono fatti correre a terra e risalgono la parete solo in corrispondenza delle utenze; l’installazione dei sanitari è facilitata da telai metallici regolabili, da addossare al muro o da incassare, che incorporano già supporti e raccordi di scarico e adduzione, più la vaschetta di risciacquo nel caso del WC. Se nel rifare un bagno decidiamo di variare la disposizione dei sanitari, possono rendersi necessari adeguamenti dell’impianto elettrico: è bene sapere che, oltre a rispondere ai requisiti di sicurezza, prese e interruttori devono essere posizionati a distanze dalle utenze e altezze da terra prestabilite dalla normativa per evitare che vengano investiti da schizzi d’acqua.

Tempo richiesto: 10 giorni

  1. L’impianto di adduzione

    Se la ristrutturazione è completa allora bisogna prevedere nuove tubazioni da far correre sotto il pavimento

  2. L’impianto di scarico

    Scegliere i tubi di scarico e procedere con gli allacciamenti

  3. Predisposizione degli scarichi

    I tubi di collegamento ai sanitari si uniscono senza collante, ma con l’utilizzo di appositi lubrificanti

1. Rifare un bagno: l’impianto di adduzione

Se abbiamo optato per rifare un bagno completamente, bisogno prevedere nuove tubazioni da far correre sotto il pavimento. I tubi multistrato sono la soluzione più pratica per la stesura delle tubazioni di mandata alle singole utenze: si tratta di tubi di alluminio rivestiti con due strati di materiale plastico che possono essere sagomati anche a mano, ma una piegatubi con una gola di larghezza adeguata garantisce un raggio di curvatura costante.

Il collegamento dei tratti di linea, tagliati a misura in modo da ridurre al minimo le giunzioni, si effettua tramite giunti che vengono spinti a mano sull’estremità del tubo e poi pressati su di esso tramite una speciale pinza a serraggio calibrato, elettrica o a batteria, con ganasce intercambiabili per adattarsi a diversi diametri. I tubi dell’acqua calda vanno rivestiti con guaine isolanti per evitare dispersioni.

2. Rifare un bagno: l’impianto di scarico

Normalmente per le tubazioni di scarico si utilizzano tubi di polipropilene di tipo autoestinguente che hanno sezioni comprese tra Ø 32 e Ø 160 mm. Per gli allacciamenti ci sono criteri ben precisi da seguire che riguardano pendenza, distanza tra curve tecniche e immissione in colonna, dislivelli dalle diramazioni, numero di curve (al massimo 3 più la curva tecnica) tra il sanitario e il collegamento alla colonna.

La raccorderia comprende curve variamente sagomate, riduzioni, tappi, manicotti, giunti, tutti con innesto a bicchiere. Il sifone di cui ogni sanitario dev’essere dotato prima di far proseguire la tubazione ha un’importanza fondamentale: nel collo d’oca rimane sempre una quantità di acqua che fa da chiusura ed evita la risalita degli odori.
Proprio per la sua forma, tuttavia, rallenta il deflusso e al suo interno si depositano sostanze che, alla lunga, possono ostruirlo, per questo dev’essere ispezionabile.

3. Come vanno predisposti gli scarichi

I tubi si tagliano con facilità per ottenere gli spezzoni delle misure necessarie al collegamento dei sanitari, ovviamente tenendo “per buona” l’estremità provvista di collare. I collegamenti non richiedono l’uso di collanti, ma la guarnizione di gomma posta all’interno del collare offre una necessaria resistenza all’innesto degli elementi, pertanto va cosparsa con uno specifico scivolante/lubrificante che agevola l’operazione.

Considerato che la tubazione deve avere su tutto il tratto una pendenza minima di un centimetro per metro, si cerca di seguire un tratto più breve possibile per rispettare le quote del massetto, ma senza far compiere al percorso curve accentuate che potrebbero causare rumori e rendere insufficiente il deflusso.

Lo scarico a doppio tubo, con il WC (acque nere) separato dagli altri sanitari (acque grigie) garantisce una maggiore igiene, unicamente perché esclude la possibilità di riflusso degli odori dagli scarichi degli altri sanitari, ma negli edifici a più appartamenti, come in questo caso, si ricorre al monotubo a causa della disposizione dei bagni e delle cucine, sovrapposti in modo simmetrico.

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