Una casa che è anche teatro

Tra zona giorno e zona notte viene creato un ambiente polifunzionale che, con pochi gesti può trasformarsi da studio a palcoscenico per concerti privati

Nei pressi della stazione Centrale di Milano, al sesto piano di un complesso condominiale degli anni ’50 a tripla corte e a più scale, si trova questo appartamento di 75 m2 ristrutturato per rispondere alle esigenze di un giovane musicista. Il progetto è stato sviluppato in modo che gli arredi potessero essere modulati in modo da conferire agli spazi un’identità diversa a seconda delle occasioni, passando dalla configurazione come dimora intima a una sorta di piccolo teatro per esibizioni musicali, immaginando un sipario che, oltre a creare la scenografia, permettesse di interagire con le onde sonore.

Dal punto di vista distributivo, l’intervento ha previsto la demolizione delle pareti che delimitavano il bagno, costruito ex novo a fianco della camera da letto, per ottenere un ambiente aperto con cucina, living e una zona studio che possa essere isolato totalmente o parzialmente dalla zona giorno, utilizzabile occasionalmente anche come camera da letto aggiuntiva.

Elementi strutturali come pareti, nicchie e pilastri, sono integrati come soluzioni di arredo ora in risalto ora nascosti, interpretandoli come occasioni per marcare la diversa destinazione d’uso degli ambienti. A seconda delle attività e delle diverse forme assunte, i materiali impiegati e le sensazioni che trasmettono cambiano: dal rovere naturale a spina italiana, largamente utilizzato nella liberty milanese, agli arredi vintage in midollino e vetro specchiato bronzato, fino agli elementi più decorativi come le tappezzerie con i decori astratti e geometrici.

L’ingresso, seppur necessariamente ristretto, è accogliente e dà un’immediata visione degli elementi che caratterizzano la casa: la boiserie in gesso verde pastello detonalizzato realizzata in opera, il tappeto in ceramica raccordato con il parquet posato a spina italiana tramite un profilo in ottone acidato e, nella nicchia di fronte, a lato della porta che separa dalla zona notte, la carta da parati decorativa Alveare dell’artista Gian Battista Marongiu, reinterpretata per questa situazione con una palette che ricorre in tutta la casa.

Semplice, seppur ricercato, l’allestimento della zona living, dove tra il divano di Natuzzi e le poltroncine in velluto è posto un doppio tavolino composto da piani in legno e cristallo, con struttura in finitura ottone leggermente bronzata, coordinata con altri dettagli degli arredi e dei corpi illuminanti.

In posizione più defilata, il tavolo Tulip in laminato liquido nero disegnato da Eero Saarinen e le sedie in plexiglass fumé, con alle spalle una nicchia realizzata a seguito della necessità di rivestire e ispessire il pilastro in modo da nascondere la braga del precedente bagno. Essendo questa l’unica colonna di scarico disponibile, per recuperare la pendenza necessaria alla dislocazione del nuovo bagno, si è dovuto affondare nel massetto fino al limite e alzare leggermente la quota del nuovo pavimento.

I profili della boiserie sono quelli tradizionali in gesso, realizzati artigianalmente utilizzando stampi specifici; dopo l’incollaggio a parete, le fessure perimetrali e le giunzioni vengono stuccate e lisciate a mano utilizzando una pasta ottenuta miscelando in acqua la polvere di gesso.

Nella nicchia a lato della porta d’ingresso è stato inserita una colonna su misura (si intravede a destra della cucina), coordinata con la consolle bianca davanti al divano, che in parte è adibita a cappottiera e in parte, verso la cucina, racchiude una mini lavanderia, mentre nella parte superiore nasconde lo split.

La cucina, come molti altri arredi della casa, è realizzata su progetto in collaborazione con Ad Hoc Arredi e Zacchetti con pensili a tutta altezza e a doppia profondità, finitura laccata abbinata a top e schienale in grès antracite, mentre il piano della penisola che abbraccia la spallina laterale è in laminato.

L’area della cucina è definita dalla fascia piastrellata in scala di grigi di Cesi Ceramiche che parte dall’ingresso; il profilo ottonato che la collega al parquet risale l’estremità della colonna fino al ribassamento del soffitto, per poi cedere il posto a una linea luminosa incassata che la inquadra, estendendosi fino all’ingresso. Completano l’illuminazione dell’area due sospensioni che sovrastano la penisola.

Nel varco tra il living e lo studio, essendo quest’ultimo uno spazio destinato ad assolvere più funzioni, attorno al quale ruota l’intera casa, è stata installata una parete manovrabile in vetro fumé con profilo in acciaio laccato composta da 4 pannelli, due per lato, che scorrono su un binario in legno costruito in loco e incassato nel controsoffitto.

Dal lato dello studio, spessi tendaggi possono essere utilizzati in sostituzione o in combinazione con le ante quando si suona per gli ospiti: per esempio, suonando la chitarra classica è richiesto un maggiore riverbero, che viene fornito dalle superfici vetrate, mentre per strumenti che prediligono un suono ovattato si possono utilizzare i tendoni. Entrambi i sistemi, in chiusura, garantiscono la privacy visiva e acustica quando lo studio viene utilizzato come camera aggiuntiva, grazie al divano letto.

La parete di fondo dello studio è interamente occupata da una libreria a ponte realizzata su disegno, con vani a giorno e altri chiusi lateralmente da ante a specchio bronzate e bordate con un profilo in alluminio anodizzato nero. La libreria è rifinita con la stessa laccatura utilizzata per gli altri arredi e arricchita con cornice e battiscopa in continuità con la boiserie. Al centro, nella nicchia rivestita con carta da parati, è incastonato un divano letto. A lato, davanti alla portafinestra, una scrivania in legno wengé e paglia di Vienna su struttura in metallo ottonato.

Entrando nella parte privata, nella nicchia del disimpegno creato di fronte al bagno, è stata inserita un’armadiatura che racchiude tutto l’occorrente per le pulizie di casa e una scarpiera. Il bagno non dispone di aperture verso l’esterno, c’è solo una piccola finestra a vasistas nella parte alta della parete confinante con la camera da letto, sopra i sanitari e davanti al mobile con lavabo in appoggio; la doccia che occupa tutta la parte piu profonda del locale è chiusa da una struttura vetrata realizzata su misura e ha la parete di fondo rivestita con lastre ceramiche a rilievo coordinate con quelle a effetto pietra delle altre pareti. Anche qui, come negli altri ambienti, sono installate diverse fonti luminose dirette e indirette, dimmerabili.

Il letto e la testata retroilluminata, con imbottitura centrale e finitura laccata oro, alla quale sono ancorati i comodini sospesi, sono realizzati su disegno da Diotti; la parete di fronte è occupata da un grande guardaroba a tutta altezza sopra il quale è installata un’altra sorgente luminosa, mentre l’illuminazione generale è fornita dalla sospensione scenografica Torsion Light di Redo Group, con struttura in alluminio verniciato bronzo. A parete, l’opera Manhattan Aqua di Luigi Florio.

Progetto: Arch. Giacomo Nasini
Fotografie: Nicola Colia

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