B-Arch Architecture, Box House fiorentina

b-arch box house firenze

Tintoria nell’800, falegnameria negli anni ‘50, oggi loft di un architetto dello studio B-Arch che lo ha arredato utilizzando vecchie urne elettorali fuori corso

[dropcap]Q[/dropcap]uesto loft nel cuore del centro storico di Firenze ha un’identità basata su due elementi fondamentali. Il primo è lo spazio: alla continuità degli ambienti si sovrappone una concezione flessibile delle funzioni e degli elementi d’arredo, una rivisitazione attuata con lo scopo di proporre l’integrazione di linguaggi contemporanei in contesti storici, preservando l’atmosfera propria dell’edificio. Il secondo è dato dall’oggetto, ricorrente, che dà il nome alla casa, oggi residenza dell’architetto Alessandro Capellaro dello studio B-Arch Architecture. Si tratta di una scatola, anzi di trecento scatole, impiegate per realizzare gli arredi: urne di legno utilizzate nei seggi elettorali dall’immediato dopoguerra fino agli anni ‘80 che lo stesso professionista ha acquistato in blocco ad un’asta, intuendone il potenziale creativo che poteva trasformarle in oggetti polifunzionali. La luce naturale che entra dalle ampie vetrate rimbalza nell’ambiente e dà vita a chiaroscuri con la complicità della finitura bianca delle superfici, mentre qua e là spiccano i colori accesi dei complementi d’arredo che alternano vintage a moderno, senza offendere la storia.

 

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In sala da pranzo, il tavolo e le poltrone sono originali di Robin Day (1915-2010), designer britannico famoso per l’invenzione della sedia impilabile di polipropilene. Nella foto qui sotto si intravede, sullo sfondo, una lampada da sala operatoria, uno dei tanti “objects trouvé” provenienti dalla strada.

B-Arch Studio

 

Un susseguirsi continuo di soffitti arcuati

Quasi tutte le pareti divisorie sono scomparse per ottenere pochi grandi ambienti luminosi, complice la sostituzione delle piccole finestre con vetrate che arrivano al soffitto voltato. Gli ambienti sono identificati dalla dislocazione degli elementi d’arredo e possono essere trasformati con semplicità spostando gli oggetti, alcuni su ruote, o scomponendo le scatole di legno impilate. I toni naturali del legno si ritrovano anche nel parquet industriale utilizzato per quasi tutta la pavimentazione, ad eccezione di bagno e cucina.

pianta

 

La storia rivive negli arredi

Tra le scatole di legno appaiono pezzi di design coloratissimi di cui l’architetto Alessandro Capellaro dello studio B-Arch Architecture si è circondato, raccolti nel tempo o di sua stessa produzione, come le lampade vintage, i quadri, i vasi. Pezzi di storia personale dialogano con oggetti di recupero che restituiscono la memoria del nostro percorso storico-culturale e danno vita ad atmosfere fresche ed al tempo stesso vissute.

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Le vecchie urne, alcune delle quali riportano ancora le etichettature dei seggi elettorali, assumono identità via via differenti e diventano boiserie, credenze, divani, scrivanie, perfino letto: la memoria della vecchia falegnameria non viene tradita, ma rievocata in maniera nuova, originale ed ironica attraverso questi contenitori costruiti da ignoti falegnami a partire dagli anni ‘40. Porta una nota di contrasto a questa filosofia L’imponente struttura metallica del caminetto, a fianco della quale sono accatastati scarti di legno e ramaglie in apparente attesa di essere utilizzati come combustibile, in realtà insolito complemento scenografico.

Cucina in piena luce

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Il netto passaggio dal parquet industriale alle sfumature del cemento grezzo introduce allo spazio operativo della cucina, costituita da elementi affiancati il linea per lasciare libero lo spazio circostante. Di fronte all’accesso (lo si vede nella foto di apertura, a sinistra) c’è un mobile-dispensa costituito da 8+8 urne cui è stata sovrapposta una lastra di inox per utilizzarlo come piano di lavoro; le grandi ruote permettono di portarlo in cucina occasionalmente, per poi liberare lo spazio operativo.

“Cubismo” anche in bagno

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In posizione centrale rispetto ai locali si trova il nuovo bagno, anch’esso rifinito a cemento lucidato. In perfetta sintonia con il contesto, il lavabo da appoggio (frozen di simas) riprende la forma delle urne, alcune delle quali sono disposte in fila e supportano il bacino, merito di una fortunata coincidenza. Infatti, il lavabo misura 505x500x410 mm e l’installazione corretta è a 440 mm da terra; le urne misurano 430x380x410 mm dimensioni ideali per fornire l’appoggio per il lavabo, oltre che per altri oggetti.

 

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B-Arch Architecture

b-arch-architectureLo studio B-Arch Architecure di Sabrina Bignami e Alessandro Capellaro nasce nel 2000 a prato e si rivolge principalmente ai vari settori dell’architettura e dell’interior design; opera in tutt’Italia ed all’estero coinvolgendo consulenti qualificati in loco, nel rispetto del made in Italy.

 

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