Un camino e il suo fuoco scoppiettante creano un’atmosfera di “calore familiare” unica. Anche quelli più vecchi possono essere opportunamente rimessi in funzione.

Un camino vecchio è la peggior macchina termica che si possa concepire, in quanto solo il 20% del calore prodotto viene percepito. Si può però mantenerne l’aspetto scenografico e migliorarne quello tecnico, modificando il ciclo di funzionamento.
La prima cosa a cui ovviare è la canna fumaria: sicuramente ha una sezione eccessiva, non ha un buon isolamento ed è sproporzionata rispetto alla bocca del focolare; presenta pareti interne ruvide che, insieme al raffreddamento anticipato dei fumi, favorisce depositi di pece (creosoto).
LA CANNA FUMARIA: MANUTENZIONE






Dopo aver verificato lo stato della canna fumaria esistente ed aver eventualmente effettuato la sua pulizia, la soluzione può essere inserirvi una tubazione d’acciaio di sezione adeguata, meglio se circolare, le cui pareti lisce favoriscono l’evacuazione dei fumi. Dev’essere ad uso esclusivo del caminetto e nell’intercapedine risultante va inserito materiale isolante per evitare formazioni di condensa.
Arrivati a questo punto, per ottenere una buona resa termica bisogna trasformare l’apparecchio in termocamino, installando un focolare monoblocco all’interno della camera di combustione. Si tratta di una robusta scatola di acciaio rivestita all’interno con materiale radiante in grado di produrre aria calda, non solo per l’ambiente in cui è installata, ma anche per quelli limitrofi, tramite canalizzazioni che terminano con bocchette. Un’operazione preliminare da compiere è rivestire il soffitto del vecchio camino con materiale coibente e lasciare un’intercapedine tra le pareti del nuovo focolare e quelle del vecchio: in questo modo il rendimento può aumentare fino a 4 volte e il caminetto diventa una vera fonte di riscaldamento.
Se l’approvvigionamento e lo stoccaggio della legna rappresentano un disagio, si può scegliere un focolare a pellet o uno che lasci la possibilità di utilizzare entrambi i combustibili, così da garantire praticità e pulizia senza privarsi dell’aspetto più scenografico della legna.

La combustione della legna di un normale caminetto consuma da 200 a 500 metri cubi/ora di aria, sottraendo ossigeno alla stanza e causando una depressione nell’ambiente, che perciò tende ad “aspirare” aria fredda dai serramenti, se non ben sigillati, o a rendere insalubre l’aria. Per questo è necessaria una presa d’aria inserita direttamente nel basamento, sotto il piano di fuoco e comunicante con l’esterno, che dev’essere almeno Ø 16 cm se il focolare è aperto, Ø 10 cm se chiuso.

Ecopalex è una gamma di focolari interamente di ghisa che utilizza il sistema della doppia combustione. Durante la combustione primaria viene immesso ossigeno preriscaldato, tramite un circuito ricavato sullo schienale del focolare; questo provoca una seconda fiamma e brucia il monossido di carbonio rimasto incombusto, liberando ulteriore calore.
La versione elettroventilata è corredata di una centralina digitale che regola il funzionamento del ventilatore (automatico, manuale o proporzionale) e ne modula la velocità in base al calore prodotto. Riscalda ad aria e per irraggiamento fino a 130 mq; grazie al kit cornice può essere adattato a qualsiasi caminetto. Palazzetti