Intervento di impermeabilizzazione dall’esterno per impedire l’umidità del seminterrato e il costante degrado delle murature interne in mancanza di una barriera efficace contro le infiltrazioni
Le murature controterra, se non viene realizzata una linea di separazione dal terreno, si impregnano e cercano di smaltire l’umidità come possono: l’unica via di fuga rimane quella sul lato opposto alla terra e, se questo si trova all’interno dell’abitazione, i problemi non tardano a manifestarsi.
Il meccanismo è semplice: le molecole d’acqua penetrano nel muro per capillarità, lo risalgono e, a un certo punto, questo flusso non riesce più a contrastare la forza di gravità, ma da dietro altre molecole d’acqua spingono: l’umidità si sposta perciò in orizzontale e affiora sull’altro lato del muro. Si formano macchie e, a contatto con l’aria, l’acqua evapora, ma i sali contenuti in essa cristallizzano e formano il famigerato salnitro. La cristallizzazione comporta un aumento di volume che genera pressione, fino a che la finitura e l’intonaco si spaccano.
In assenza di piogge il terreno gradualmente asciuga, ma anche nella stagione calda questo avviene al massimo fino a una profondità di 30 cm: al di sotto di questa quota l’umidità permane ed entrano in gioco le caratteristiche dei materiali da costruzione, più o meno porosi, e la natura geologica del terreno, due fattori importanti che determinano la maggiore o minore entità dell’ammaloramento.
Il caso in questione riguarda una scala esterna sotto la quale è stato ricavata una lavanderia direttamente controterra: in questo locale di servizio si manifestano i danni più evidenti dell’umidità.
Purtroppo in situazioni come questa c’è soltanto un modo per rimediare: realizzare uno scavo fino alla base del muro, provvedere alla sua impermeabilizzazione rivestendolo con una guaina bitumosa di buono spessore e predisporre uno strato drenante che permetta lo smaltimento dell’acqua lontano dal muro, disperdendola attraverso gli strati profondi. Quando la muratura interna si sarà asciugata si potrà intervenire per ripristinare la finitura.
Le fasi preliminari e lo scavo
1. per preservare le piante messe a dimora nelle vicinanze del muro si scopre l’apparato radicale; poi, una a una, vanno imbragate e sollevate sfruttando il braccio della ruspa. Vanno sistemate in buche scavate in altre zone del giardino, meglio evitare di ripiantarle lungo il muro a fine lavoro per non correre il rischio che le radici aggrediscano lo strato impermeabilizzante.
2. bisogna inoltre rimuovere le copertine di cemento che preservano e rifiniscono la sommità del muro, così da poter risvoltare la guaina sulla superficie piana; con un po’ di attenzione, si staccano facilmente e possono essere riposizionate a fine lavoro.
3. le operazioni di scavo vanno condotte sempre con la massima cautela. Qui in prossimità del muro sono annegate nel terreno diverse tubazioni: il tubo di sezione maggiore è lo scarico dell’acqua piovana proveniente dal calpestio esterno antistante l’ingresso dell’abitazione, poi si notano le tubazioni di adduzione dell’acqua, quella del gas (proveniente da un bombolone interrato) e varie linee elettriche che alimentano in particolare l’illuminazione esterna, il cancello e il citofono.
Dopo aver ripulito il muro bisogna attendere che asciughi, quindi si applica la guaina catramata in rotoli stendendola a strisce verticali, lunghe quanto basta da risvoltarle sul muro e sul fondo dello scavo. Si saldano a fiamma alla muratura e tra se stesse, sovrapponendo le giunzioni; sul lembo inferiore si stende un tubo drenante a doppia sezione e microforato che assorbe l’acqua del terreno e la scarica “a perdere” lontano dalla muratura.
La protezione e il ripristino
La guaina utilizzata ha uno spessore di 4 mm; il rivestimento continuo che si ottiene va tuttavia protetto da sassi e altri detriti che potrebbero causare abrasioni e tagli. Allo scopo qui viene utilizzato un telo bugnato che va semplicemente disteso e appoggiato sulla guaina: il peso della terra ricollocata gradualmente nello scavo è sufficiente a mantenerlo in posizione. In alto viene tagliato al livello a cui dovrà arrivare il prato e la parte emergente del muro dev’essere rivestita con una speciale malta rasante, da rinforzare con l’annegamento di una sottile rete di fibra di vetro.
Ripristinata la tubazione di smaltimento dell’acqua piovana, si getta sul fondo dello scavo uno strato di ghiaia alto circa 70-80 centimetri, la cui funzione è quella di drenare l’acqua assorbita dal terreno e permetterne la raccolta e lo smaltimento da parte del tubo microforato, impedendo che la terra otturi i suoi minuscoli fori. Ai tubi degli impianti viene fatto seguire il percorso più consono mentre si procede con il riempimento, ricompattando la terra rimossa in precedenza; il livello rimane momentaneamente superiore a quello iniziale, ma si abbasserà spontaneamente dopo l’assestamento. Fino a quel momento il telo protettivo rimarrà affiorante dal terreno, poi potrà essere rifilato per procedere alla rasatura del muro e al riposizionamento delle copertine di cemento, nonché al ripristino del verde seminando l’erba e mettendo a dimora piante a portamento strisciante o tappezzanti, purché caratterizzate da uno sviluppo radicale limitato.