Indice dei contenuti
- 1 Come nasce la Dichiarazione di conformità impianto elettrico
- 2 La Dichiarazione di conformità impianto elettrico
- 3 Cosa contiene la Dichiarazione di Conformità
- 4 Perché e necessario avere la Dichiarazione di Conformità
- 5 La Dichiarazione di Rispondenza impianto elettrico (DiRi) cos’è e quando bisogna farla
- 6 Le sanzioni se mancano il DiCo o il DiRi
- 7 Costo di DiCo e DiRi
Tutte le informazioni fondamentali per ottenere la Dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico
Nella nostra interessantissima guida “Impianto elettrico | schema, progetto, normative, costi e certificazione” non abbiamo parlato di un importantissimo aspetto che merita un approfondimento a parte: l’ottenimento della Dichiarazione di conformità impianto elettrico. In questa guida cercheremo di spiegare nei minimi dettagli tutti i passi necessari per ottenere questa fondamentale certificazione di conformità.
Come nasce la Dichiarazione di conformità impianto elettrico
L’impianto elettrico della nostra abitazione deve essere a norma per garantirci la massima sicurezza di utilizzo. La legge indica quali sono gli obblighi per certificare questa rispondenza alle norme: tra di essi il principale è la stesura della Dichiarazione di conformità impianto elettrico da parte dell’impresa che ha realizzato l’impianto. Ma vi sono varie situazioni /condizioni che vanno conosciute per la dichiarazione conformità.
Quando comperiamo un’auto o una lavastoviglie ci aspettiamo (e pretendiamo) che queste rispettino gli standard di sicurezza e affidabilità di utilizzo. E la nostra casa, che è ben più complessa di una lavastoviglie rispetta questi standard negli impianti elettrici, idraulici, del gas? Quando i nostri legislatori si sono posti la questione, nel non lontanissimo 1990, vedendo lo stato dell’impiantistica civile e l’anarchia tecnica che spesso la connotava, c’era da mettersi le mani nei capelli. Si è corsi quindi ai ripari, emanando norme generali e particolari sugli impianti, tra i quali, in primis, l’impianto elettrico.
L’intento era quello di rendere tale impianto il più sicuro possibile, rendendo obbligatorio l’aggiornamento ai moderni sistemi e materiali, messi a disposizione degli installatori.
Venne così emanata la nota Legge 46/90 (13 marzo 1990) che è stata poi superata e aggiornata dal Decreto Ministeriale n. 37 del 2008 (dm 37 08) e dal Decreto del 2010 che riordinavano in un unico provvedimento legislativo le norme relative alla sicurezza degli impianti, definendo le caratteristiche che l’impianto elettrico doveva possedere.
Tra le numerose prescrizioni contenute nella legge del ‘90 e nei successivi Decreti vi è anche l’istituzione della Dichiarazione di conformità impianto elettrico (DiCo) e della Dichiarazione di Rispondenza (DiRi).
La Dichiarazione di conformità impianto elettrico
Si tratta di un’attestazione ufficiale (attestato conformità) redatta da parte del tecnico qualificato o dell’azienda installatrice, che certifica che l’impianto è stato realizzato con tutte le norme indicate dalla legge.
La Dichiarazione di conformità impianto elettrico è obbligatoria per gli impianti elettrici, ogni volta che si effettuano interventi di realizzazione, manutenzione o rifacimento.
L’obbligo è valido anche in caso di modifica della potenza elettrica (6 kW in caso di immobili con destinazione residenziale).
Non tutte le imprese edili possono rilasciare la Dichiarazione di Conformità, ma solo se possiedono la relativa l’abilitazione che viene rilasciata dietro richiesta, dimostrando di possedere i necessari requisiti professionali disposti dall’art. 4 del D.M. 37/2008.
Cosa contiene la Dichiarazione di Conformità
Chi ha realizzato l’impianto elettrico o ha svolto il lavoro di rifacimento (parziale o totale) deve compilare il relativo modello standard, nel quale vanno inseriti diversi dati:
- Proprietario e collocazione dell’immobile;
- Impresa committente;
- Tipo d’impianto realizzato;
- Dati del tecnico responsabile della corretta esecuzione dell’impianto in corrispondenza alle normative vigenti;
- Materiali utilizzati per la realizzazione;
- Devono essere allegati anche, lo schema o il progetto dell’impianto ed una esaustiva relazione tecnica.
La Dichiarazione di Conformità va stesa in triplice copia:
- una per il proprietario dell’immobile;
- una va consegnata allo Sportello Unico dell’Edilizia del Comune competente;
- una resta all’impresa che ha realizzato l’impianto.
Perché e necessario avere la Dichiarazione di Conformità
La Dichiarazione di Conformità dell’impianto elettrico viene richiesta dal Comune in cui si trova l’immobile per il rilascio dell’attestato di agibilità e altre autorizzazioni.
Se si possiede un appartamento da affittare il proprietario deve consegnare la Dichiarazione di Conformità. La legge prevede che con accordo scritto tra le parti non vi è l’obbligo di rilascio dell’attestato conformità, ma il proprietario deve sempre avere a disposizione una copia di questa dichiarazione.
Se l’immobile viene venduto il compratore ed il venditore non sono obbligati a dichiarare la conformità o la “non conformità” dell’impianto elettrico in quanto la Dichiarazione di Conformità o non va obbligatoriamente allegata all’atto di vendita.
Si tenga presente, però, che chi vende potrà essere chiamato a rispondere dei danni subiti da chi ha acquistato l’immobile a causa della non conformità alle norme dell’impianto elettrico in dotazione dell’immobile venduto.
La Dichiarazione di Rispondenza impianto elettrico (DiRi) cos’è e quando bisogna farla
Frequentissimo è il caso in cui la Dichiarazione di Conformità non esiste o non è reperibile. Si tratta della tipica situazione degli immobili in cui l’impianto elettrico è stato realizzato prima del 2008 quando la Dichiarazione di Conformità non era prevista.
In questa situazione si può far stilare (sempre da una ditta o da un tecnico abilitati) la Dichiarazione di Rispondenza (DiRi), un documento che sostituisce la Dichiarazione di Conformità, dopo aver fatto adeguare l’impianto alle prescrizioni di legge.
La Dichiarazione di Rispondenza, quindi, può essere rilasciata solo per gli impianti realizzati prima dell’entrata in vigore della legge 37/08 e deve riferirsi alle prescrizioni all’epoca di esecuzione dell’impianto elettrico. Nel caso in cui non è definibile il periodo di realizzazione dell’impianto, conviene comunque adeguare l’impianto alle prescrizioni attuali.
Un impianto realizzato dopo il 2008 non può essere “sanato” con una Dichiarazione di Rispondenza: bisogna rimettere mano all’impianto e stilare una nuova Dichiarazione di Conformità.
Le sanzioni se mancano il DiCo o il DiRi
Se l’Autorità competente accerta che un’abitazione non dispone di DiCo o DiRI, quando esse fossero necessarie, può erogare pesanti sanzioni che coinvolgono sia l’impresa installatrice sia i proprietari committenti.
Per le violazioni degli obblighi inerenti alla Dichiarazione di Conformità le sanzioni amministrative vanno a da 100 a 1.000 euro.
Per le violazioni di altri obblighi indicati dal Decreto 37/2008 possono essere erogate sanzioni da 1.000 a 10.000 euro.
Costo di DiCo e DiRi
Il costo della Dichiarazione di Conformità o del DiRi è compreso nel costo delle lavorazioni che deriva dalle opere svolte per realizzare un nuovo impianto o per adeguarlo alle norme.
Il costo della Dichiarazione di Rispondenza , in caso non si dovessero eseguire interventi, varia intorno ai 350-500 euro, in funzione della tipologia e d estensione dell’immobile.
Trovo molto utile i vostri articoli, complimenti
Ma se uno se lo è realizzato da solo in quanto ex elettricista, come può ottenerlo?
Non mi risulta che per un semplice appartamento con potenza impegnata non superiore a 6KW e superficie inferiore a 400mq, siano richiesti “lo schema o il progetto dell’impianto ed una esaustiva relazione tecnica.”
Ho incaricato un elettricista qualificato per la rimessa a norma dell’impianto elettrico della mia abitazione e in fattura è stato aggiunto euro 600 per certificazione impianto è dovuto? Non dovrebbe essere a titolo di garanzia di un lavoro fatto a regola d’arte? Grazie
la verità è che abusano a causa degli obblighi di legge.