Ceramica e grès in tutta la casa

Negli anni duemila il perfezionamento della tecnologia digitale applicata alle piastrelle e la produzione di grandi formati hanno aperto nuove possibilità di utilizzo

Fino a circa vent’anni fa era inimmaginabile che i rivestimenti ceramici subissero un’evoluzione come quella di cui successivamente sono stati protagonisti: i formati erano limitati, come pure le possibilità decorative, le fughe erano evidenti e inevitabili, bisognava ricorrere ai “jolly” nei collegamenti a 90°. La ceramica era utilizzata per pavimentare tutti gli ambienti, ma solo in bagno e in cucina come rivestimento, per motivi più pratici che estetici.

Le cose sono decisamente cambiate, a seguito di una serie di innovazioni rese possibili dalle moderne tecnologie applicate alla ceramica per pavimenti e rivestimenti, in particolar modo al grès porcellanato. La messa a punto di nuovi macchinari per la pressatura, la cottura e la stampa ha permesso di realizzare lastre di grande formato, fino a 160×320 mm e di spessore ridotto anche a soli 3 mm (3,5 per la posa a pavimento), ideali per la posa in sovrapposizione e perciò molto interessanti nelle ristrutturazioni, ma anche per rivestire mobili e strutture per l’arredo.

I bordi perfettamente rettificati consentono di avere fughe anche inferiori al millimetro che danno l’idea di un rivestimento continuo e minimizzano le stuccature soggette a raccogliere lo sporco. L’ulteriore svolta è arrivata dalla stampa digitale, quella che ha permesso di “trasfigurare” la ceramica e di farle assumere le sembianze di altri materiali o di riprodurre sulla sua superficie trame e disegni di ogni genere, mantenendo inalterale le sue peculiarità intrinseche.

Ed è stata proprio questa innovazione a proiettarla in altri ambienti, negli spazi residenziali e nel contract, nel living come nella camera da letto, dove gli effetti per pavimenti e pareti spaziano dal legno al marmo in tutte le sue forme, dalla resina alla pietra, dal cemento al metallo, fino a permettere ai designer di sbizzarrirsi nella creazione di soggetti grafici di ogni sorta. A pieno titolo, infatti, nel mondo della ceramica non si parla più di “linee” o di “gamme” di prodotto, bensì di “collezioni”.

Differenza tra ceramica e grès porcellanato

La ceramica e il grès porcellanato sono materiali che si ottengono dall’argilla, ma con procedimenti diversi in fase di produzione. La prima può essere ottenuta per monocottura (cottura simultanea di pasta e smalto) o bicottura (cotture separate, più delicata e utilizzata solo per rivestimenti); il grès porcellanato si ottiene per monopressocottura di un impasto di argilla macinata finemente colorato a tutta massa, con aggiunta di caolino, a temperature di 1200-1250 °C e pressioni che arrivano a 500 kg/cm2 portando così i materiale a uno stato di vetrificazione e la conseguente eliminazione di tutte le porosità, diventando molto più compatto e duro. Lo smalto, che nelle ceramiche rappresenta uno strato di pochi millimetri ed è soggetto a usura, nel grès colora l’intera massa, perciò è molto più resistente; inoltre la vetrificazione lo rende completamente impermeabile.

La posa tradizionale

L’impasto di consistenza cremosa, ottenuto miscelando la colla in polvere con acqua, si stende a pavimento o a parete con la spatola dentata, ricoprendo non più di 1,5 m2 per volta; su di esso si posa la piastrella, un poco scostata da quelle adiacenti, e la si fa scivolare in posizione, mantenendola distanziata da quelle già posate con crocini in plastica per avere fughe uniformi. Al termine si riempiono le fughe stendendo lo stucco con una racla di gomma, rimuovendo l’eccesso con una spugna bagnata prima che asciughi.

Effetto legno naturale

Tinte legnose aggraziate e calibrate su cinque gradi di intensità: dai pigmenti di Honey, rubati al miele, passando per le nuance Sand e Brown, fino ai toni noce di Walnut e quelli nivei di White. Ciascuna delle varianti della collezione Lineo può essere scelta, oltre che per gli ambienti interni, anche per esterno nella declinazione con superficie antiscivolo R11; i formati disponibili, con spessore 9 mm, sono 20×120 (la perfetta riproduzione della doga in legno), 60×120 e 30×120 cm, quest’ultimo anche in versione K2 da 20 mm di spessore. Solo nel formato 60×120 cm è invece disponibile il decoro Row in cui le “doghe”, nelle diverse tonalità e in più formati, sono accostate a schema libero per dar vita a composizioni geometriche e cromatiche ogni volta diverse. Colore White, formato 20×120 cm, 70,40 euro/m2 (IVA inclusa); decoro Row, formato 60×120 cm, 86,25 euro/m2 (IVA inclusa). Ceramiche Keope

Tinte unite e fantasie

Il colore, la texture leggermente materica e la superficie semi-matt sono le caratteristiche del nuovo rivestimento Chill nell’elegante formato 25×76 cm. I sei colori White, Grey, Ivory, Pink, Clay e Blu sono disponibili anche nella versione tridimensionale a diamante con cui valorizzare quinte o intere pareti delle stanze e sono arricchiti da due decorazioni floreali su fondo Ivory o White: Melody, dall’effetto acquerello (nella foto a destra) e Foliage, un motivo a foglie dai dettagli materici e leggermente iridescenti (nella foto a sinistra). Completano la collezione i fogli a mosaico 30×30 cm per ciascuno dei sei colori. Marazzi

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