Urban Hugs, un’estate di abbracci anche in riva al mare

Urban Hugs

Hurban Hugs un’installazione di 95 cilindri di legno friulano che compongono una suggestiva nicchia che si fonde con il paesaggio marittimo della costa veneta

BIBIONE (VE), 24 AGOSTO 2017 – C’è tempo fino al prossimo 10 settembre per un ‘abbraccio urbano’ nella verde pineta di Bibione, località balneare veneta che sta ospitando Urban Hugs, originale installazione architettonica progettata da Stefano Boeri Architetti e presentata per la prima volta nella Pinacoteca di Brera, in occasione del Fuori Salone di Milano dello scorso aprile.

L’opera è un vero e proprio luogo fisico all’interno del quale entrare per allontanare momentaneamente la frenesia cittadina, è realizzata in legno cento per cento proveniente da foreste certificate dei boschi friulani e da metà luglio sta conquistando turisti di ogni parte d’Europa.

Urban Hugs ha una natura itinerante che può mutare di città in città: la versione presente a Bibione è composta da 95 cilindri in legno che svettano per un’altezza di cinque metri; uniche le sensazioni evocate da questa nicchia protetta, le cui essenze di abete bianco, pino silvestre e abete rosso si intrecciano con il profumo del mare e della pineta locale.

Anche in questo luogo insolito in quanto extra urbano, Urban Hugs dimostra di svolgere ugualmente la sua funzione di stimolo alla riflessione. La vacanza oltre a momento di relax diventa anche occasione per riappropriarsi di un gesto di vicinanza e affetto tanto semplice quanto raro: l’abbraccio.

“Sono davvero felice – ha dichiarato Stefano Boeri – che Urban Hugs sia arrivato anche a Bibione, un luogo ideale per ospitare un’installazione che definisce il limite fisico dove potersi fermare e isolare dai flussi frenetici dei social media”.

L’installazione di Urban Hugs a Bibione è stata possibile grazie all’iniziativa di Pro Loco Bibione Pineda in collaborazione  con la rete di imprese della filiera del legno del Friuli-Venezia Giulia, la Regione Friuli-Venezia Giulia e InnovaFVG.

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