Quasi un attico a Savona

Alti soffitti in travi storiche per la zona giorno, l’aggiunta di un soppalco nella parte centrale e il collegamento diretto con una terrazza superiore da cui si domina il centro storico

Il fabbricato di cui fa parte questo appartamento risale al XIX secolo, da un lato è rivolto verso un cavedio comune a diversi civici e dall’altro affaccia sulla via principale del centro storico di Savona che collega il porto, all’altezza della “Torretta” simbolo della città, a Piazza del Popolo, fino al 1977 sede della stazione ferroviaria principale. Di fatto si trova all’ultimo piano, sopra il quale tuttavia c’è ancora una mansarda e piccole terrazze, delimitate da muri, che sovrastano le stanze rivolte sulla stessa via.

La presentazione della ristrutturazione degli interni merita una premessa: il proprietario, che già disponeva come pertinenza di una di queste terrazze, accessibile dalla scala condominiale, ne ha acquistato altre due consecutive e, con l’abbattimento dei muri divisori, ha ottenuto un’unica terrazza di circa 60 m2, completamente esposta a sud, probabilmente la più grande in questa zona della città, che è stata messa in comunicazione diretta con l’appartamento attraverso una nuova scala interna.

Tutti i locali ora corrispondenti alla zona giorno, ovvero rivolti verso sud e con affaccio sulla via principale, presentavano soffitti voltati in canniccio, demoliti in fase di ristrutturazione; è stata così portata a vista la struttura del solaio ligneo ottocentesco in travi di castagno, irregolari per disposizione e sezione, che conferiscono agli ambienti peculiarità e fascino. L’altezza interna di circa 4,5 metri ha permesso di realizzare, nella parte centrale, un soppalco adibito a studio e zona relax, portando la superficie dell’appartamento a circa 180 m2.

Lo stato di fatto evidenziava una distribuzione tipica delle abitazioni signorili di un tempo: la cucina, dove operava la servitù, era nella zona meno nobile, in questo caso rivolta verso il cavedio, e contrapposta alla sala, posta nella zona più luminosa; lo stesso criterio favoriva le camere rispetto ai locali di servizio.

La riorganizzazione degli spazi ha contemplato demolizioni che hanno interessato anche murature portanti, richiedendo l’impiego di rinforzi strutturali, nonché la costruzione di nuovi setti divisori: è stata creata un’ampia zona giorno, con lo spostamento della cucina nella zona meglio esposta e della camera principale dove prima c’era la sala, relegando sull’altro versante le altre due camere, i bagni e i locali di servizio, compresa una nuova zona lavanderia. I grandi spazi disponibili hanno fatto sì che tutte e tre le camere potessero disporre di letto matrimoniale e di una cabina armadio propria.

La terrazza sovrastante è stata rivestita con una pavimentazione in legno composito (WPC) ed è in parte ricoperta da una pergotenda che offre riparo per una zona pranzo all’aperto.

L’area d’ingresso è stata ristretta, a favore della camera cui si accede a sinistra, e ridotta di profondità per ricavare uno dei ripostigli, racchiuso nel volume a cui è ridossato un vecchio banco da falegname trasformato in consolle; nello specchio si vede riflessa una composizione in verde stabilizzato. Più in profondità, attraverso l’apertura protetta da una balaustra in vetro sopra il corridoio, si scorge il soppalco, sul quale c’è un primo spazio aperto con librerie, una sorta di sala lettura e, a seguire, lo studio.

Forniture e materiali

  • Resina pavimenti e pareti bagno: Errelab/Color KL
  • Parquet: Donati legnami srl
  • Rubinetterie, sanitari, radiatori e rivestimenti: Andreetto srl
  • Pavimentazione esterna: Oxan furniture srl
  • Pergotenda: ItalTende

A destra dell’ingresso, attraverso un varco che è stato un po’ allargato, si entra nel living dove si possono individuare diversi particolari a cui è affidata la memoria storica dell’edificio. Anche le nuove putrelle di rinforzo, inserite a seguito dell’apertura del portale tra living e soggiorno, sono state lasciate a vista e verniciate nella stessa tonalità bianca leggermente ombrata delle pareti, per evitare di inscatolarle in un’antiestetica struttura. Per mettere in risalto le nicchie e le imbotti delle zone di passaggio è invece stata utilizzata una tinta grigio chiaro.

Oltre alle travi ottocentesche e alle tavole, alcune delle quali sostituite in quanto deteriorate da una vecchia infiltrazione, sono stati conservati alcuni degli elementi che costituivano la struttura delle volte; a parete sono state lasciate a vista le “catene” utilizzate all’epoca per imbrigliare la struttura muraria, verniciandole in nero. A lato della finestra, la chiusura di un passaggio attraverso la spessa muratura portante ha generato una nicchia.

Il portale tra il living e il soggiorno ha prevalentemente lo scopo di mantenere la continuità visiva tra i due ambienti, essendo in buona parte occupato dal grande divano angolare; l’arredo del soggiorno è essenziale e discreto, un comò antico restaurato e convertito in cassettiera a servizio della zona pranzo contrasta con le linee semplici del tavolo Marcuso di Zanotta, originale del 1971, contornato da sedie a schienale alto di Cattelan. In questo ambiente si impone, seppur con leggerezza, la nuova scala a sbalzo in lamiera pressopiegata e verniciata realizzata su progetto, priva di parapetto e corredata di corrimano con illuminazione integrata.

Sopra i bagni, la lavanderia e la porzione di corridoio a lato del soggiorno è stato realizzato un soppalco di circa 35 m2, raggiungibile salendo la prima rampa della nuova scala interna, mentre con la seconda si arriva al terrazzo.

In cima alla prima rampa si entra sul soppalco dove gli ambienti hanno un’altezza di due metri; per poter accedere direttamente al terrazzo si è reso necessario il taglio del solaio, che ha richiesto ulteriori rinforzi e la costruzione di una “torretta di sbarco” in muratura. Non essendoci controsoffitti, perciò venendo meno la possibilità di utilizzare fonti di illuminazione incassate, in questa parte della casa si è optato per installare sospensioni nelle zone focali e lampade da appoggio o bidirezionali a parete.

Per la cucina è stato scelto il modello Lain di Euromobil, con led integrati sopra e sotto i pensili, completata da un’isola centrale e arricchita con schienale e piano snack realizzati con lo stesso rovere spazzolato utilizzato per la pavimentazione, posata a seguito della demolizione dei vecchi pavimenti in graniglia, in parte degradati, e all’installazione di un sistema radiante a pavimento.

La cucina comunica con il soggiorno attraverso il varco preesistente a lato della finestra e uno nuovo, aperto a monte della stessa parete; sopra un terzo passaggio in direzione del corridoio c’è un’apertura, identica a quella che affaccia sull’ingresso, che comunica visivamente con il soppalco e porta un po’ di luce naturale nella zona delle librerie, altrimenti priva di finestre.

L’ingresso alla camera padronale si apre davanti alla cabina armadio, la zona riposo è in secondo piano oltre un breve disimpegno. Qui è stato mantenuto il soffitto voltato originale, ritenuto stabile e funzionale, anche per creare un’atmosfera più intima senza ricorrere a ribassamenti, riprendendo nell’allestimento i toni prevalenti nella zona giorno.

Dal corridoio, passando attraverso un disimpegno costruito appositamente per inserirvi un’armadiatura, si entra nel bagno principale realizzato dove prima c’era uno studio: è l’unica stanza della casa nella quale il parquet si interrompe e diventa protagonista la resina, applicata a pavimento e a parete. La pianta quadrata è stata divisa idealmente in quattro settori uguali: a destra una quinta in cristallo definisce un’area equamente ripartita tra la doccia, completamente aperta, e la vasca realizzata sul posto in muratura e rivestita in continuità con le superfici.

La vasca risulta parzialmente inserita nella nicchia che si è generata con la realizzazione della controparete costruita per installare i sanitari sospesi senza l’apertura di tracce impiantistiche nel muro, soluzione che ha permesso di ottenere una serie di nicchie nella parte alta della parete e illuminarle con faretti con analoga facilità nel realizzare l’impianto elettrico. Anche il lavabo è realizzato in opera su disegno, con la costruzione di uno scatolato in legno rifinito con resina.

L’altro bagno, già esistente, è stato riorganizzato e rinnovato stilisticamente: qui la controparete dei sanitari è stata rivestita con le stesse tavole del parquet, sempre con legno di rovere è stato realizzato il piano che supporta i lavabi Urnamood di Antonio Lupi. Anche in questo bagno la doccia è walk-in; come rubinetteria è stata scelta la serie Z316 di Zazzeri. Entrambi i bagni, come la lavanderia, si trovano sotto il soppalco e l’altezza interna è di 2,4 metri, conforme comunque al minimo di legge; il nuovo solaio ligneo è stato lasciato a vista e nelle ali delle putrelle perimetrali sono inserite strisce a led che riflettono la luce contro il soffitto.

Progetto: Bianchi e Bosoni Architetti Associati (Arch. Alberto Bianchi, Arch. Moira Bosoni)
Fotografie: Adriano Pecchio

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here