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Ristrutturare trulli significa innanzitutto rispettare e preservare gli elementi architettonici originali, senza mai prevaricare le strutture esistenti
Ristrutturare trulli è un’attività piuttosto diffusa in Puglia: la campagna di Ostuni (BR), ad esempio, è un autentico paradiso rurale, fatto di ulivi e natura rigogliosa, puntellato da gruppi di trulli, di cui è facile innamorarsi.
È quello che è successo a una famiglia romana che ha scelto di trasferirsi qui a seguito della sapiente ristrutturazione di un trullo tipico del luogo.
Ristrutturare Trulli in stile “Bauhaus”
I principi adottati nella maggior parte dei casi per la ristrutturazione dei trulli sono quelli del “Bauhaus”, ossia interpretare il design come la fusione di arte, artigianato e tecnologia; quindi la sinergia tra maestranze del posto che apportano la conoscenza dei materiali locali e delle loro lavorazioni e un progettista che integra la storicità con un apporto moderno secondo le esigenze dei proprietari, ma in punta di piedi.
L’aspetto più “coraggioso” dell’intervento di ristrutturazione del trullo presentato in questo dossier ha contemplato la costruzione di un cubo di vetro per recuperare uno spazio adibito a deposito di attrezzi agricoli, convertendolo in un’estensione della zona giorno, grazie anche alla predisposizione di un pavimento nuvolato a base di calcestruzzo a basso spessore (www.idealwork.it).
Come una grande teca, avvolge un maestoso ulivo secolare senza modificare le armonie tra vuoto e pieno, tra materia e aria, dinamiche consolidate nel tempo che, in questi luoghi, sembra essersi fermato.
Cubo vitreo come estensione zona giorno
Il glass cube è essenziale, lineare, naturale ed è composto da una serie di pilastri in cemento armato ruotati di 90° l’uno rispetto all’altro, collegati da pareti in cristallo. La struttura è in continuità con altri ambienti per mezzo di muri in pietra naturale che rendono fluidi gli spazi e i passaggi tra i percorsi.
Esterni rispettosi della tradizione
L’esterno del complesso è assolutamente rispettoso della tradizione: le murature dalle caratteristiche sagome sono intonacate a latte di calce, materiale naturale tipico della zona; si differenziano da questa finitura i particolari architettonici, che presentano superfici e inserti faccia a vista. Dalla lavorazione di un unico blocco di pietra da 9 tonnellate è ricavato il barbecue con annesso bacino per il lavaggio.
Esterni che abbracciano gli interni
La piscina immersa tra gli ulivi misura 25×6 metri, ha i gradoni in pavimento stampato effetto roccia (Ideal Work). La ristrutturazione dell’intero complesso è frutto della ricerca di spazi non statici, ma polarizzati in diverse direzioni, dove la luce ha un ruolo primario.
Negli ambienti sono inserite grandi superfici vetrate e altri “glass cube” trasparenti e colorati; il progettista ama mettere in contrasto colori e materiali (legno/ferro, pietra/cemento, pietra/vetro) e predilige le organizzazioni temporanee degli spazi e degli arredi. Questi ultimi denotano la scelta anticonvenzionale di utilizzare manufatti eseguiti da maestranze locali, specialmente quando si tratta di oggetti fatti con i materiali del luogo.
La cucina è un ampio corridoio che comunica con due zone esterne opposte; le superfici vetrate, realizzate a misura delle aperture sono protette da scuri in ferro che si aprono verso l’interno ridossandoli alle pareti.
‣ Il serramento a bilico che chiude l’ampia apertura tra la cucina e l’area esterna è una scelta interessante: la soluzione ad anta unica evita, in chiusura, il battente centrale che interferirebbe con la pressoché totale trasparenza data dal telaio molto sottile.
Pietra a vista ovunque
All’interno si respira un’atmosfera arcaica e rupestre: tutte le superfici verticali, comprese le coperture, sono faccia a vista, così da valorizzare sia la lavorazione sia la patina che esprime la pietra locale. Per ottenere questo risultato si è reso necessario asportare interamente l’intonaco preesistente a latte di calce, lavorare con attenzione sulle fughe e procedere al riempimento degli interstizi con cocciopesto. Contrastano con queste superfici i piani in cemento e il pavimento nuvolato in calcestruzzo; le camere da letto e i bagni si sviluppano su una superficie di 140 m2.
Foto credits: Massimo Grassi
Progetto di: studio emc architect di Enrico Maria Cicchetti, laureato alla Sapienza di Roma nel 1996, ha lavorato dal 1987 sotto la guida del padre Renzo e del nonno Antonio, acquisendo una notevole esperienza pratica; dal 2000 guida un gruppo di professionisti del design con competenze complementari.