Una dimora romantica a due passi dal mare

Una villa in tardo stile liberty affacciata sul mare della Riviera Ligure è diventata la residenza estiva di una famiglia numerosa dopo un progetto di recupero intenso e sartoriale, reso ancor più complesso da diversi vincoli

Bisogna osservarla arrivando a Diano Marina (IM) via mare per apprezzare pienamente l’eleganza di questa villa degli anni ’40, ritrovata attraverso una ristrutturazione completa, seppur conservativa, all’interno e all’esterno, avvenuta dopo un lento decadimento e una decina d’anni di abbandono.

La storia la colloca in un lotto abbastanza vasto di verde, in buona parte frutteti, che includeva anche l’abitazione del custode, defilata, e una dependance adiacente che ammetteva anche una zona darsena: i facoltosi proprietari dell’epoca potevano arrivare con le barche e ormeggiarle, ritemprarsi presso la dependance (che era una specie di spazio per lo svago) e raggiungere con pochi passi l’abitazione.

Circa 10 anni fa la proprietà è stata frazionata e in parte utilizzata per edificare immobili a uso turistico-speculativo; nonostante ciò, la villa rimane abbastanza isolata dal contesto, dal quale si differenzia per la sua architettura romantica. Si sviluppa su 3 livelli, un piano interrato e due fuori terra; l’intervento ha avuto come focus quello di mantenere un forte rapporto con il paesaggio, senza sovrastarlo, rispettando la natura dove si inserisce e custodisce l’edificio. Inoltre, bisognava salvaguardare le caratteristiche peculiari dell’abitazione, come l’architettura delle facciate e i pavimenti di graniglia genovese all’interno, pur introducendo soluzioni tecnologiche di alto livello, per esempio la gestione da remoto di climatizzazione, finestre, accessi.

La demolizione di un basso fabbricato, un’autorimessa in una zona limitrofa del giardino confinante con l’area demaniale, ha permesso di realizzare al suo posto un pergolato esterno che ombreggia un’area di ristoro, nonché di trasferire il volume dell’autorimessa, aumentato del 20%, a favore degli spazi abitativi, ottenendo un ampliamento lato mare.

Questo si è tradotto in un’ampio spazio soggiorno-cucina a piano terra che, grazie ai serramenti vetrati regala alla villa un nuovo affaccio privilegiato sul mare; sopra di esso, il balconcino preesistente è stato trasformato in una terrazza ad uso esclusivo della camera patronale, il tutto definito da colonnine perimetrali in cemento armato a balaustra.

Prima

Nella foto sopra, la facciata posteriore come si presentava prima dell’ampliamento, reso possibile dal recupero del volume dell’autorimessa (sotto).

Le difficoltà burocratiche in breve

La particolarità del sito ha costretto a intraprendere una trafila burocratica che si è protratta per un anno e mezzo prima di ottenere le autorizzazioni necessarie, perché essendo la villa entro i 30 metri dalla linea di confine tra proprietà privata e proprietà demaniale c’erano diversi vincoli: urbanistico, paesaggistico, della sovrintendenza, della capitaneria di porto e della dogana, per via della concessione demaniale.

Una parte della proprietà, infatti, non è privata ma demaniale e, anche se è una norma molto vecchia, la concessione si ottiene solo se si è in possesso di determinati requisiti, come l’assenza di cariche pendenti e la fedina penale “immacolata” da più generazioni. Inoltre, il piano regolatore comunale vieta che le nuove costruzioni di quest’area siano a piano cortile per pericolo di inondazione. Sia per questo motivo, sia per raccordarsi con il piano rialzato preesistente, tutta la parte in ampliamento è rialzata; dietro le griglie perimetrali sono stati installati serbatoi per l’accumulo dell’acqua piovana a scopo irriguo.

L’ingresso alla proprietà è sul retro della casa, attraverso un cortile in ghiaietto carrabile; pur essendo l’accesso vicino a un’importante arteria della circolazione, la posizione arretrata assicura sufficiente privacy. La scala esterna in marmo è quella originale che è stata restaurata, come pure il portoncino in legno massello che è stato reso blindato attraverso l’intervento di uno dei rari artigiani ancora in grado di fare modifiche di questo tenore. Anche questo accesso è comandabile da remoto e non è stato semplice integrare una serratura di ultima generazione in un portoncino d’epoca. Solo una delle cinque coppie di gelosie alla ligure in facciata corrisponde a una finestra ed è quella sopra il portoncino: dietro le altre c’è muratura, a seguito della ridefinizione delle stanze, ma piuttosto che far riprendere le decorazioni a trompe l’oeil raffiguranti gelosie “finte” si è preferito valorizzare la facciata con oscuranti autentici.

Oltrepassato il cancelletto a passo d’uomo, il camminamento in lastre di grès effetto pietra conduce a una pergola nei pressi della piscina: le colonne su cui appoggia la copertura in ferro e legno sono realizzate utilizzando casseri in negativo dell’azienda Arbloc nei quali è stato colato l’impasto cementizio. A destra, il muro in pietra ligure che, su questo lato, è stato alzato di circa 50 cm per una migliore privacy: siccome le pietre “nuove” sono diverse da quelle originali, è stato utilizzato uno stucco antico, color corda, per riprendere superficialmente tutte le fughe e mitigare le differenze cromatiche.

Arbloc: decorazioni in EPS per facciate

Arbloc ha sviluppato nei primi anni 2000 un “prefabbricato alleggerito” che nel tempo è diventato uno strumento molto utile per imprese edili e progettisti impegnati nel recupero edilizio

La piscina, uno specchio d’acqua da 9,5×4 metri, è completamente interrata e ha una profondità costante di 160 cm, più che sufficiente per consentire il nuoto se si evitano tuffi. Per il rivestimento interno è stato utilizzato un telo touch ruvido che dà un effetto roccia, anziché ricorrere ai classici teli lisci in PVC; l’acqua è trattata con un sistema a sale e raggi UV e non a cloro, tutta la parte tecnica è nel seminterrato della casa. Per la sicurezza c’è una tapparella a scomparsa che ricopre lo specchio d’acqua quando non è in uso e può reggere una persona di 150 kg: oltre il lato corto a valle della vasca, sotto la pavimentazione, c’è ancora un vano tecnico di 150 cm in cui è racchiuso il rullo su cui si avvolge il telo.

Sempre su questo lato, in fondo, una seconda pergola è stata realizzata con lo stesso sistema, ma con copertura in travi di legno incastrate a filo superiore, sull’area in precedenza occupata dall’autorimessa. Il camino preesistente è stato restaurato, rivestendone la cappa in mattoni e prolungando il camino per migliorare il tiraggio; anche d’inverno, quando viene acceso, si può soggiornare all’aperto al tepore del fuoco di legna.

Sull’altro lato della villa si può distinguere il limite della costruzione preesistente: l’ampliamento inizia oltre la lesena ed è contraddistinto da serramenti con oscuranti a rullo a lamelle orientabili.

La parte in ampliamento ha una struttura in cemento armato e laterizio alleggerito rivestita con cappotto ad alte prestazioni; gli elementi decorativi come lesene, capitelli, cornici, colonnine sono stati ripresi anche nella porzione nuova utilizzando elementi in polistirolo espanso o estruso forniti dall’azienda Arbloc, rifiniti esternamente con polvere di marmo o sabbia, a seconda dell’aspetto da ottenere, per accentuare il realismo.

Piano seminterrato

Il piano seminterrato ha un’altezza interna di 240 cm ed è compartimentato in due settori, con accessi separati, per complessivi 106 m2. In fondo alla scala interna c’è uno spazio in cui sono raggruppati diversi impianti (videosorveglianza, allarmi, comandi da remoto) e la cantina, dal quale si entra in una grande zona lavanderia commisurata al numero dei famigliari e, a seguire, nel locale con la centrale termica e il serbatoio di accumulo sanitario. L’altra parte è raggiungibile da una scala esterna anche alle persone che si occupano della manutenzione degli impianti della piscina, racchiusi in un locale dedicato, e del giardino, senza interferenze con l’ambito domestico. C’è anche un locale per il ricovero delle biciclette.

Piano terra e piano primo

Una delle richieste da soddisfare era che ciascun nucleo di questa famiglia numerosa (3 generazioni, 11 persone) potesse avere una propria privacy all’interno della casa. Il progettista ha adottato perciò il concetto proprio di molte strutture ricettive, dove c’è una zona soggiorno-cucina di utilizzo comune e gli spazi privati ben divisi, anche quanto a servizi. Pertanto, entrando dall’ingresso principale al piano rialzato (127 m2 + 35 m2 scoperti) c’è un disimpegno sul quale affacciano le due camere di una famiglia con relativo bagno, entrambe comunicanti con il giardino attraverso scale esterne; al piano superiore (98 m2 + 40 m2 di terrazza), una parte presenta una situazione analoga per un’altra famiglia, mentre nell’altra c’è la master room con bagno proprio e accesso esclusivo alla terrazza con vista mare.

Entrando al piano rialzato, attraversato il disimpegno dal quale si sviluppa la scala interna in marmo, originale e restaurata, si entra nel soggiorno. In tutta la casa, fatta eccezione per i bagni (per la necessità di sviluppare nuovi impianti) sono stati mantenuti i pavimenti originali in graniglia genovese, lucidati prima a piombo, per eliminare i segni dell’usura e della mancata manutenzione, poi con una finitura opaca. A partire dal pilastro inizia la parte nuova, pavimentata con lastre di grès porcellanato perché non si trovano più artigiani in grado di riproporre questo tipo di graniglia.

A seguito della modifica di alcuni passaggi in parte realizzati ex novo, si è posto il problema di raccordare l’esistente con il nuovo, tanto più che difficilmente il “taglio” della graniglia rimane abbastanza netto. Per questo, anziché utilizzare profili di raccordo si è fatto ricorso a inserti, a mosaico (tre file di tessere) o in marmo di Carrara, a seconda dei casi. Mantenendo la graniglia, non è stato possibile far passare i nuovi impianti a terra, perciò è stata installata una climatizzazione a pompa di calore ad aria con distribuzione canalizzata nei controsoffitti delle zone di disimpegno e bocchette di diffusione nei singoli locali.

La cucina si presenta con basi in legno massello di rovere, gole in acciaio e top in agglomerato antigraffio; le pareti sono trattate a smalto per facilità di pulizia. Qui le finestre sono installate a filo parete interno senza davanzale, in quanto le pareti sono spesse 25-30 cm (contro i 45-50 cm dei muri perimetrali presistenti) e lo spazio rimanente è stato lasciato all’esterno per accogliere il sistema di oscuranti e zanzariere.

La camera dei bambini al piano rialzato, verso cortile; la nicchia con i ripiani è stata inserita nella luce della finestra preesistente che è stata chiusa.
La camera al piano rialzato affacciata sul porticato, lato mare; la nicchia è risultante dalla chiusura di un passaggio che comunicava con l’esterno (ora c’è la zona pranzo).
A destra, una delle due camere al primo piano, lato cortile; anche qui una delle due finestre è stata chiusa.
Qui e a sinistra la master room, che ha accesso esclusivo alla terrazza.

Progetto: Arch. Simone Peluso
Fotografie: Andrea Meloni, Simone Peluso
Elementi architettonici esterni: Arbloc Srl

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