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Importanti valutazioni in merito alla caldaia a pellet
Nelle ristrutturazioni importanti, le caldaie a pellet possono diventare vere centrali termiche a funzionamento completamente automatico in grado di riscaldare tutta la casa, produrre acqua calda sanitaria e caricarsi da sé aspirando il combustibile stoccato in un locale lontano dalla centrale, oltre a poter essere integrate con un impianto solare termico.
Per la caldaia a pellet si possono scegliere due strade:
- l’installazione all’interno degli spazi domestici, con una caldaia che ha l’aspetto di una comune stufa
- in un locale secondario, prediligendo la potenza all’estetica.
Come sono fatte le caldaie alimentate dal pellet
Nella foto riportata ecco l’esempio della caldaia a pellet FireWIN si presenta come una stufa, ma è una caldaia a funzionamento automatico e regolazione elettronica. Il serbatoio del pellet integrato ha una capienza di 37 kg a caricamento manuale, ma può essere collegata a un magazzino di stoccaggio tramite un sistema di aspirazione che garantisce il caricamento automatico. La potenza termica viene modulata continuamente tra il 30% e il 100% e i rendimenti di combustione arrivano al 94%. Nella versione Exklusiv dispone di un compattatore di ceneri automatico che riduce lo svuotamento a 2-3 volte l’anno.
Cladaie per potenze limitate
Se non servono potenze termiche esorbitanti, si può scegliere la prima strada: la caldaia a pellet permette la visione della fiamma e si integra alla perfezione nell’ambiente; può alimentare sistemi di riscaldamento a termosifoni o a bassa temperatura, fino a coprire il fabbisogno per un’intera abitazione, anche se distribuita su più livelli.
Per riscaldare grande spazi
La caldaia-stufa può essere installata in casa o in un locale secondario: il disegno evidenzia la prima possibilità, mentre la seconda, posizionata in taverna, è visibile in trasparenza. Un sistema di aspirazione brevettato provvede al rifornimento della caldaia in modo automatico e l’integrazione con un serbatoio di accumulo garantisce una buona scorta di acqua calda.
Se il pellet viene immagazzinato sfuso in un locale in muratura (non umido!), questo deve rispondere a precisi requisiti tra cui: pavimenti e soffitti con ∫, porta antincendio T30 con apertura verso l’esterno, assenza di apparecchiature elettriche (interruttori, prese, lampade, scatole di distribuzione). Esistono anche speciali contenitori di stoccaggio predisposti per l’interramento. Il locale (o il silos) andrebbe periodicamente svuotato per ripulirlo dalle polveri di pellet, che possono causare uno sporcamento più marcato del braciere.
Stoccaggio pellet sfuso
Quando invece servono grandi potenze l’aspetto e l’ingombro diventano quelli di una caldaia tradizionale, per cui va installata in un locale al di fuori dello spazio abitativo e adiacente allo stoccaggio, che dev’essere in grado di contenere elevati volumi di combustibile, preferibilmente sfuso. Quest’ultima opzione, pressoché indispensabile per le caldaie più potenti, può essere interessante anche per le caldaie “da salotto”, previa predisposizione di una linea di alimentazione: il locale di stoccaggio può essere riempito con pellet contenuto in big-bag (letteralmente grande borsa) da 700-1200 kg posti su bancali, a patto che vi sia la possibilità di movimentarlo con mezzi idonei.
Esiste la possibilità di rifornimento anche tramite autocisterne, che avviene per insufflaggio pneumatico nel locale o tramite coclea, ma richiede la predisposizione di opportuni bocchettoni o linee di riempimento e bisogna informarsi circa la disponibilità del servizio. In entrambi i casi i camion devono potersi avvicinare allo stoccaggio con percorsi idonei.
Le soluzioni sono indubbiamente più pratiche rispetto ai classici sacchi da 15 kg, anche per consumi medio-bassi: il pellet viene a costare quanto quello in sacchi e si hanno meno fastidi. Se non ci sono le condizioni per questa forma di approvvigionamento, è comunque possibile installare un silos in un locale secondario e caricarlo periodicamente a mano con pellet in sacchi, ottenendo un’autonomia che può variare da qualche giorno a diverse settimane.