In un biolago l’acqua è purificata dalla flora e dalla fauna che si sviluppano in essa, secondo un sistema assolutamente naturale; è molto più di un bacino in cui immergersi, si tratta di un mondo incontaminato che regala momenti di piacere anche quando non si fa il bagno

A differenza delle piscine classiche, un biolago non prevede l’utilizzo di cloro, ozono o altri prodotti chimici per la purificazione dell’acqua, che è invece affidata a sistemi completamente naturali. In particolare, sono alcune piante che si sviluppano in ambienti paludosi a comportarsi come filtri biologici, in sinergia con alcuni batteri “buoni”, attraverso un processo che si definisce fitodepurazione; un vero ecosistema destinato a una parte della piscina, separata fisicamente dalla zona balneabile, ma collegata a essa tramite tubazioni di prelievo e reimmissione dell’acqua.

Biolago balneabile

Anche una piscina tradizionale può essere trasformata in una biolago, come è stato fatto in questa villetta in Alsazia, nel nord-est della Francia, intervenendo anche sullo spazio circostante per contestualizzare il bacino in un ambiente più rilassante e naturale. Come ogni ecosistema, richiede un po’ di manutenzione per essere riequilibrato: si tratta di un giardino acquatico, quindi le piante vanno curate eliminando le parti ingiallite, effettuando piantumazioni di sostituzione se necessario, impedendo la proliferazione delle alghe, ma ci si può immergere in uno specchio d’acqua pura delimitato da fioriture che cambiano di continuo nel giro di pochi giorni, circondati da profumi piuttosto che da odori indesiderati e senza gli effetti secondari spiacevoli che il cloro causa alla pelle e ai capelli.

Da piscina a… biolago

Rispetto alla vasca originale che misurava circa 10×5 metri, lo spazio di balneazione è stato ridotto a 8×4 metri per realizzare la zona di filtrazione: in questo spazio sono predisposti più sistemi filtranti naturali e l’acqua è messa in circolazione da pompe.

Biolago costruzione e conversione

Per convertire la piscina in un bacino naturale è stato mantenuto lo stesso scavo, realizzando al suo interno una parete di separazione. Lo spazio circostante è stato invece ridisegnato, installando schermature costituite da pannelli e riempiti di pietre al posto della vecchia siepe e realizzando un giardino di ispirazione zen.

La costruzione del biolago passa da una serie di operazioni anche di rivestimento delle pareti.

La parete è costituita da pannelli preformati in cemento che si assemblano a scorrimento su coda di rondine integrata, resistenti a condizioni climatiche estreme e agli agenti acidi, che formano una struttura autoportante senza bisogno di puntelli.

L’eliminazione del cloratore è una procedura essenziale.

Il nuovo sistema di filtrazione prevede l’eliminazione del cloratore e la realizzazione di un doppio circuito: il primo, con filtro a sabbia, si occupa di ripulire la superficie dell’acqua dalle particelle galleggianti tramite una pompa in funzione solo durante il giorno; l’altro attua la rimozione delle impurità organiche e l’eliminazione del fosforo, nutrimento essenziale delle alghe, per inibirne la formazione. La modesta quantità di alghe che, tuttavia, si forma spontaneamente, come avviene in tutti i bacini di acque naturali, si elimina quotidianamente con un robot da piscina.

Perché un biolago?

La giusta quantità di piante in rapporto alla superficie mantiene l’acqua pura assorbendo fosforo e azoto e liberando ossigeno. Anche la filtrazione secondaria è affidata a filtri meccanici (e non chimici) ed elementi naturali quali sabbia e ghiaia.

Un laghetto naturale non vede “azionati” filtri chimici, bensì meccanici.

Lo specchio d’acqua è godibile in ogni stagione, non richiede svuotamenti e si risparmiano in media 50.000 litri d’acqua l’anno. Infine, anche se delimitata da strutture artificiali, la biopiscina è di fatto un laghetto naturale che tra le piante può offrire rifugio a uccelli, ranocchi e altre specie animali innocue.

E il giardino è rivisitato…

Lo spazio circostante è stato riconfigurato secondo lo stile giapponese con alternanze di piante e altri materiali che si fondono in divenire, tra passerelle in legno e percorsi di lastre su ghiaia, fino a una sorta di “guado” attraverso la zona di filtrazione; sul lato opposto a questa è installata anche una vasca idromassaggio. Le piante utilizzate per mantenere l’acqua pura sono canne, sagittarie, pontederie, dalie, ninfee, iris.

E anche il giardino assume una forma nuova…

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here