Il parquet | Molto più di un pavimento

parquet
Volto è un parquet in rovere cotto a finitura spazzolata, con trattamento oliato BioPlus®, ispirato ai "volti" antichi ricavati sotto i masi allo scopo di custodire conserve, vino, insaccati; le delicate sfumature color tortora, illuminate da una leggera sbiancatura, ne esaltano il fascino naturale. Spessore tavole 15 mm, larghezza 154/188 mm, lunghezza 1850/2000 mm. A partire da 157,00 euro/m2. Fiemme Tremila

Chi ha posseduto un parquet difficilmente riesce a pensare a un altro pavimento per la propria casa: può dire molto della personalità di chi lo sceglie…

Con la sua varietà di specie legnose, ciascuna caratterizzata da particolari venature e colorazioni esistenti in natura, il parquet è già di per sé uno tra i pavimenti più versatili, adattabile a qualsiasi ambiente e in grado di delinearne il carattere al pari degli arredi. Con questa premessa sembra relativamente semplice scegliere il tipo più adatto al proprio stile, ma la partita non si gioca solo sul piano estetico: alcuni legni hanno caratteristiche che li rendono consigliabili per determinati ambienti e sconsigliabili per altri, poi bisogna scegliere tra svariati formati e spessori che si prestano ad alcune tipologie di posa e ad altre no, decidere quale lavorazione superficiale e quale finitura sono più consone alla situazione (illuminazione, dimensioni del locale, rivestimenti, destinazione d’uso e frequentazione), sapere se il parquet andrà posato sopra un impianto di riscaldamento radiante.

Se parliamo di pavimenti in vero legno, le tipologie tra cui scegliere sono soltanto due: il massello e il prefinito. A onor del vero, l’unica opzione in più è data dal pavimento laminato, costituito da fibre di legno impastate con resine su cui viene incollato un foglio di materiale plastico di circa 1 mm che riproduce una “fotografia” del legno, molto accattivante quanto a venature e tonalità, ma non certo paragonabile a un vero parquet. La pellicola trasparente stesa sopra la stampa resiste al calpestio intenso, tant’è che questa tipologia di pavimento è largamente utilizzata negli uffici o negli spazi commerciali e trova consensi anche in ambito residenziale per la sua praticità; gli spessori variano da 7 a 12 mm.

Il pavimento in legno massello è conosciuto anche come parquet “tradizionale” in quanto è composto da tavole, solitamente grezze, costituite da legno nobile in tutto il loro spessore, che va da 10 a 22 mm (anche di più); specialmente quando lo spessore è elevato, lo si può ritenere un pavimento eterno, in quanto è possibile levigarlo infinite volte per riportarlo alla bellezza iniziale, facendo seguire alla levigatura nuovi trattamenti di finitura.

Il vero massello viene prevalentemente posato grezzo: le tavole devono essere portate nell’ambiente di posa e lasciate acclimatare per alcuni giorni, in modo da stabilizzarsi con le condizioni di temperatura e umidità presenti nell’ambiente. Poi si può procedere alla posa: se si sceglie quella inchiodata (per spessori di almeno 18 mm), bisogna tener conto dei maggiori costi di manodopera.

Questo tipo di posa richiede più tempo rispetto alla posa incollata, ma con quest’ultima bisogna attendere l’asciugatura dell’adesivo, per cui la tempistica per poter passare ai trattamenti successivi è pressoché identica. A pavimento finito, tramite macchine levigatrici, si eliminano i dislivelli tra una tavola e l’altra, quindi si spolvera e si passa ai trattamenti di finitura con oli, vernici, cere coloranti.

Tuttavia, esistono tavole in massello prefinito già levigate e verniciate che non sempre rappresentano una soluzione conveniente. Anche se sono ben stagionate (e non è scontato), nel nuovo ambiente le fibre si adatteranno alle condizioni climatiche, con minime deformazioni che possono alterarne la complanarità poco dopo la posa. La reazione all’umidità è anche il motivo per cui il massello è poco compatibile con il riscaldamento a pavimento e per la posa in cucina o in bagno, dove l’umidità può raggiungere valori elevati, fino al 70%. Con simili condizioni il legno massello è inevitabilmente soggetto a movimenti: si può cercare di minimizzare l’inconveniente scegliendo tavole perfettamente essiccate e in legno duro.

Riconoscibili a colpo d’occhio

Rigatino. è la classe più elevata, il legno è a fibra dritta piuttosto fine e senza fiammature (differenze di tonalità tra le assi). Contrassegnato da un pallino.
Prima scelta. Simile al rigatino, la superficie si presenta con fibre parallele e con qualche elemento “fiammato”. Contrassegnata da un pallino.
Seconda scelta. Le assi fiammate sono in quantità maggiore e alcune presentano nodi, ma in quantità ridotta. Contrassegnata da un triangolo.
Nodino. Fibratura dritta o piatta, fiammature piuttosto marcate, sono presenti molte tavole con nodi di piccolo diametro. Contrassegnato da un quadrato.

Il parquet prefinito ha un aspetto superficiale pressoché identico a quello massello, ma le tavole sono composte da strati anziché essere in un solo pezzo: lo strato di legno nobile, ridotto a pochi millimetri, viene incollato industrialmente su un supporto di legno povero; complessivamente gli strati possono essere 2 o 3. Nel parquet a due strati il supporto è incollato con le fibre disposte perpendicolarmente rispetto a quelle dello strato nobile: in questo modo la tavola risulta stabile alle variazioni di umidità, perché la direzione contrapposta delle fibre porta ad annullare le trazioni. Questo accorgimento permette di realizzare tavole anche di lunghe dimensioni (listoni) non soggette a variazioni dimensionali.

Nel parquet a 3 strati è presente una terza tavola inferiore le cui fibre sono in linea con quelle dello strato nobile: in questo modo il sandwich costituisce il parquet “controbilanciato”, dove la stabilità è ancora maggiore. Per il massimo del risultato, in alcuni casi il legno a contatto con il piano di posa è lo stesso dello strato nobile anziché in legno povero. Il parquet prefinito è solitamente già trattato superficialmente, ma può anche essere acquistato grezzo (prelevigato) da trattare con oli, vernici o cere dopo la posa. Lo strato nobile ha uno spessore di 4-5 mm, perciò può essere levigato poche volte e la sua durata si riduce a 40-60 anni. Se si aggiunge il fatto che il prefinito può essere posato flottante o incollato, si capisce perché viene scelto in più dell’80% dei casi. Bisogna però fare attenzione ai prezzi troppo bassi, che potrebbero essere dovuti all’utilizzo di specie legnose “morbide” e poco efficaci per realizzare lo strato di supporto.

La collezione Veins propone 10 tipologie di parquet prefinito a due strati diversificate per specie legnose e aspetto superficiale, accomunate dall’aspetto materico delle lavorazioni e dalla finitura LegnoAria+ natural. Dimensioni: spessore 13/15 mm; larghezza 180/200 mm; lunghezza 800/2400 mm. In foto B.Brave, rovere termotrattato consumato a mano. Bruno Parquet

Geometrie e modalità di posa

Di fatto, il parquet è un pavimento a mosaico formato da singoli elementi che, in base anche alle loro dimensioni, possono comporre una sorta di “tappeto” seguendo trame diverse ogni volta.

Posa incollata

Sistema valido sia su sottofondi nuovi sia su pavimenti esistenti; è utile soprattutto in bagno e in cucina, in quanto lo strato di colla impedisce infiltrazioni d’acqua tra le doghe o attraverso il battiscopa. Si utilizza una colla specifica, mono o bicomponente, poliuretanica o vinilica, da stendere sul pavimento a porzioni non superiori a 1,5 m2 con una manara dentata, che uniforma lo strato di collante. Questo tipo di posa si usa per parquet in legno massello o per prefiniti superiori a 10 mm di spessore.

Posa galleggiante

Le doghe sono svincolate dal sottofondo,
si possono recuperare (riportando a vista, integro, l’eventuale pavimento preesistente) e reinstallarle in altri ambienti. Vanno isolate dal sottofondo con un tappetino spesso circa 2 mm, con un telo di nylon o con polietilene a cellule chiuse per limitare la risalita di umidità e attenuare i rumori da calpestio. Questa posa riguarda solo i prefiniti, è rapida e il pavimento è subito calpestabile, senza tempi di stabilizzazione.

Lamatura

Nei parquet grezzi, la prima levigatura (o lamatura) si effettua alcuni giorni dopo la posa; si fa una prima sgrossatura con abrasivi a grana grossa, si stuccano imperfezioni e dislivelli e si ricarteggia con grana fine, terminando con la finitura. Si usano levigatrici di grandi dimensioni che velocizzano il lavoro e assicurano un risultato uniforme; è un’operazione da affidare a personale specializzato, anche se queste macchine possono essere noleggiate. Quando la semplice lucidatura non basta più, 10-15 anni dopo la posa, occorre una nuova lamatura che rimuova qualche decimo di millimetro dello strato superficiale; si pulisce a fondo il pavimento e si leviga con abrasivi via via più fini.

Le geometrie più diffuse

  1. A tolda di nave, detta anche “a correre” o a cassero irregolare; le liste hanno tutte la stessa larghezza, ma le lunghezze possono essere diverse. Vengono giuntate di testa senza alcuno schema, ogni fila è diversa dalle altre.
  2. A cassero regolare, sfalsati con giunto di testa al centro delle file adiacenti.
  3. Fascia e bindello: una striscia perimetrale (fascia) incornicia l’area centrale (campo); le due pose sono differenti e sono separate da una cornice (bindello).
  4. A mosaico: i listelli hanno una lunghezza che corrisponde a un multiplo del lato corto e sono assemblati di fianco a formare riquadri, ma talvolta il riquadro può disegnare forme geometriche diverse.
  5. Spina di pesce, è forse la posa più classica: nella versione “italiana” i listelli sono posati in diagonale a file contrapposte, hanno tutti le stesse dimensioni e sono più corti rispetto alle classiche doghe. Le teste dei listelli di una fila finiscono contro i fianchi della fila adiacente formando un angolo di 90°; nella spina diritta i listelli sono paralleli alle pareti, in quella diagonale sono a 45° rispetto alle stesse.
  6. Spina di pesce ungherese: si realizza con listelli che presentano i lati corti bisellati a 45° o a 60° e vengono posati testa contro testa; i listelli non sono perciò sfalsati.

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