La finitura a intonaco della baita in montagna, necessaria ma non in linea con il contesto naturale, viene nascosta rivestendola con fette di tronchi grezzi

Durante un viaggio in Norvegia, osservando lo stile di molte abitazioni tipiche di quei luoghi, il nostro lettore Gino Prot, proprietario di questa baita in montagna, ha tratto ispirazione per rivestirla in un modo originale e rustico, più consono al paesaggio montano in cui si trova.

Infatti, pur avendo mantenuto a vista diversi elementi strutturali di legno, tipici delle baite in montagna, i muri esterni erano stati rifiniti a intonaco, lasciato volutamente grezzo per trovare un compromesso architettonico accettabile tra rustico e pratico.

Come si presentava la baita in montagna prima del rivestimenti in legno

Pannelli in legno di recupero

In una vicina segheria, per ottenere travi di sezione quadra dai tronchi degli alberi, vengono asportate da essi quattro lunghe fette che si presentano con la faccia di taglio perfettamente piana e la parte esterna stondata e irregolare, ancora rivestita dalla corteccia: materiale prezioso e ideale per il progetto che il proprietario aveva in mente.

Naturalmente si possono intraprendere diverse scelte per realizzare un rivestimento esterno in legno più adatto alla morfologia del luogo, per esempio ricorrendo a pannelli o elementi singoli di pietra ricostruita oppure a una lavorazione a stampo che simuli la pietra.

L’opportunità di reperire lunghe e rustiche fette di tronco si è rivelata in assoluto la più economica e naturale, per cui è stato necessario realizzare una sottostruttura di travetti a cui fissare il rivestimento e adattare il perimetro delle finestre e della porta di accesso allo spessore aggiunto in facciata.

Oltre a fissare travetti verticali opportunamente distanziati che si ergessero da terra a tetto, in diversi punti è stato necessario fissarne spezzoni supplementari per incorniciare i monconi delle travature, seguire l’inclinazione delle falde e rinforzare gli ancoraggi attorno alle finestre.

Applicazione di travetti e tronchi

La sottostruttura di travetti verticali viene fissata alla muratura tramite tasselli d’acciaio con barra filettata sporgente. Nella fattispecie sono stati utilizzati tasselli fischer TAM 6, costituiti da un corpo espandente Ø 10 mm e una barra filettata Ø 6 mm con dado.

La sequenza di lavoro si svolge praticando sui travetti fori passanti da 6 mm, distanziati di 700-800 mm, che vengono utilizzati come maschera per marcare i fori sul muro; successivamente il foro va allargato, solo sul lato a vista, per incassare il dado di serraggio sotto filo piano, tagliando via la parte eccedente di barra.

I travetti vanno posti esattamente in verticale con l’aiuto di una livella a bolla e distanziati di 800 mm; a essi vanno fissati i mezzi tronchi con viti da legno, partendo dal basso e in perfetta orizzontalità. Se il terreno è in pendenza, occorre sagomare i primi pezzi da fissare, mentre arrivando alla falda bisogna preparare una sagoma guida sia per la pendenza del tetto sia per circondare con precisione le travi.

I semitronchi vanno tagliati a filo delle spalline delle finestre e della porta d’accesso. Il perimetro dei vani finestra va rivestito con tavole di buono spessore, la cui larghezza allinea il vano al rivestimento della facciata. Devono essere sagomate in modo da seguire il profilo dell’architrave, mentre non è necessario apportare alcuna modifica agli infissi, in quanto le tavole non sporgono oltre i telai delle finestre.

Pur trattandosi di fette di tronco molto lunghe, non è detto che siano sufficienti a coprire con un unico pezzo la larghezza della facciata dove questa non è interrotta da elementi architettonici.

Bisogna gestire con attenzione il materiale di rivestimento in modo da avere il minor scarto possibile, tenendo presente che la giunzione tra due fette consecutive deve ricadere sullo stesso travetto; che occorre sfalsare le giunzioni di una fila rispetto a quelle precedenti; che alla base e alla sommità delle finestre il tronco deve poter proseguire in linea senza doverlo sagomare o scantonare.

Nonostante la baita in montagna si trovi a un’altitudine di circa 1700 metri, soggetta a consistenti nevicate, la corteccia si è mantenuta saldamente ancorata ai tronchi (nella fattispecie larice) senza richiedere alcun intervento di consolidamento e la muratura è efficacemente protetta dalle precipitazioni e dalle intemperie. Sicuramente il rivestimento fornisce anche un modesto contributo al miglioramento dell’isolamento termico.

1 commento

  1. il rivestimento naturale con porzioni di tronco di larice doveva a mio parere essere abbinato con un isolamento tra legno e muro. La baita appare invece così costruita con una tecnica singolare come se i tronchi fossero accostati l’ uno sull’ altro per formare le pareti perimetrali.

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