40 anni di oblio, poi la rinascita

Dopo un lungo periodo di totale abbandono, un appartamento al primo piano di un palazzo storico torinese diventa oggetto di una raffinata ristrutturazione

Un ente ecclesiastico era entrato in possesso di questo appartamento decenni prima a seguito di un lascito, ma lì nessuno era mai entrato, fino a quando è stato messo in vendita e acquistato dagli attuali proprietari. E pensare che si trova in una zona tra le più ambite del capoluogo piemontese, in un palazzo di fine Ottocento e al primo piano, quello all’epoca destinato alla nobiltà, caratterizzato da soffitti a volta alti oltre quattro metri.

L’obiettivo della ristrutturazione era quello di realizzare un’abitazione funzionale alla vita di una coppia con due figli, ridisegnando la distribuzione degli ambienti, pur essendo vincolati dalle spesse murature interne tipiche di questi edifici. La suddivisione delle stanze, infatti, non ha subito particolari variazioni: la modifica più significativa ha contemplato lo spostamento della cucina, prima in posizione periferica e piuttosto angusta, ora molto più grande, luminosa e in relazione con gli spazi conviviali.

Il corridoio centrale risultava decisamente buio: l’eliminazione di alcune porte interne e alcuni tagli mirati nelle murature hanno permesso di metterlo in luce e aprire la vista sugli ambienti della zona giorno. Le finiture delle pareti sono tutte in tonalità pastello delicate che, seppur diverse tra loro, si compenetrano con armonia mentre ci si sposta da un locale all’altro, mentre i vetri cattedrale, recuperati dai serramenti originali dell’epoca, sono gli elementi più preziosi della casa e ne sottolineano l’identità, così come le porte interne a doppia anta recuperate che si ritrovano nella zona notte. In tutto l’appartamento è stato posato un parquet di rovere a spina di pesce ungherese di Piccardi Living, realizzato su misura quanto a dimensioni delle doghe e finitura.

Le volte “svuotate”

Il degrado era talmente avanzato che si è resa necessaria la completa demolizione dei pavimenti esistenti e dello strato di sottofondo, arrivando fino a scoprire le volte e a svuotare il materiale di riempimento attorno a esse. Grazie a questo, tuttavia, è stato possibile recuperare la pendenza necessaria alla stesura delle tubazioni di scarico per la nuova cucina, molto lontana dalla colonna di scarico: ai lati delle volte, infatti, si è arrivati fino a 50 cm sotto la quota del pavimento finito.

Sulle volte ripulite è stato disteso un telo di nylon per scongiurare infiltrazioni ed è stato effettuato il riempimento con calcestruzzo alleggerito, per poi realizzare il nuovo massetto di posa per la pavimentazione.

Ingresso e sala da pranzo

L’ingresso è poco profondo e piuttosto ampio ed esprime a prima vista la raffinatezza dell’abitazione con le alte volte, l’arco laterale che anticipa il corridoio e le eleganti cornici rese ancor più evidenti dall’azzurro delle pareti. Il soffitto bianco e il cerchio di luce della sospensione ZeroRound di Panzeri lo rendono molto luminoso; a lato c’è la zona pranzo, geometricamente identica, arredata perciò solo con un tavolo di larghezza leggermente inferiore allo standard, realizzato su progetto, per avere linee di passaggio comode; il piano è in marmo calacatta e la struttura è verniciata con una particolare tonalità antracite. Nella sua semplicità la stanza non appare spoglia, grazie al motivo della carta da parati che riveste un’intera parete e racchiude in sé tutte le scelte cromatiche che caratterizzano l’abitazione.

La cucina per pranzare in famiglia

La nuova cucina è stata ricavata dall’accorpamento di una precedente camera da letto e un locale di servizio, demolendo la tramezza che li separava. Sono state praticate inoltre due ampie aperture nella parete laterale (una preesistente, ampliata, e una realizzata ex novo) per dare luce al corridoio e metterla in relazione con gli altri ambienti: una di queste è chiusa da una vetrata fissa, l’altra da un’anta scorrevole, entrambe con vetri fumé e sviluppate in altezza fino al controsoffitto che interessa sia la cucina sia il corridoio e che racchiude, tra l’altro, due sistemi di condizionamento indipendenti per zona giorno e zona notte, per ottimizzare i consumi, che fanno capo a un’unica unità esterna.

Per ciò che riguarda il riscaldamento, è stato mantenuto il sistema a termosifoni, in quanto nel palazzo è installato un impianto centralizzato dal quale non era possibile staccarsi, essendo “a pioggia” (dalla caldaia il flusso sale fino al piano più alto e viene distribuito nelle singole unità durante la discesa).

L’intero ambiente, arredato con elementi della composizione MH6 di Modulnova, si sviluppa attorno all’isola centrale con top in grès Emperador e piano cottura a induzione; la cappa è del tipo a scomparsa, come pure la torretta tra lavello e piano cottura che incorpora le prese elettriche. A essa è collegata un’estensione a sbalzo in rovere carbon che permette all’intera famiglia di consumare intimamente i pasti senza usufruire della sala da pranzo. Una parete laterale è interamente attrezzata con una struttura a giorno in metallo e rovere carbon, mentre sul lato opposto, incassate in una veletta realizzata appositamente, trovano posto le colonne in finitura laccata tortora, una delle quali è concepita per contenere tutti gli elettrodomestici portatili a servizio di chi cucina.

Salotto con biocamino

Oltre che dal corridoio, al salotto si può accedere direttamente dalla sala da pranzo: è qui che si apprezzano maggiormente le scelte stilistiche e cromatiche messe in atto dallo studio di progettazione, con i divani dai toni neutri, il grande tappeto con i toni carta da zucchero che risalgono sulla poltroncina e richiamano, seppur vagamente, la carta da parati della zona pranzo. Nel mobile TV, anche questo realizzato su progetto, la parte centrale dei decori romboidali è stata ottenuta con porzioni delle doghe utilizzate per i parquet; a lato del mobile è stata praticata un’apertura, rendendo passante una nicchia preesistente, in cui sono stati installati ripiani per esporre opere d’arte e un biocamino realizzato su misura che, quando è acceso, risulta godibile anche dalla cucina.

I vetri cattedrale

Già dal XVI secolo, le vetrate al piombo policrome che caratterizzavano gli edifici ecclesiastici (da qui la definizione) iniziarono a essere utilizzate anche nelle dimore dei signori dell’epoca, con decorazioni geometriche o floreali; nella seconda metà del XIX secolo, con i primi segnali dello stile Liberty, diventarono un po’ più “popolari”, appannaggio dei palazzi della borghesia.

In questo appartamento erano ancora presenti i serramenti in legno originali, con coppie di vetri cattedrale che presentavano decori differenti da un serramento all’altro ed erano pressoché integri; sono stati perciò rimossi dal serramento, ripuliti con cura e incernierati sulla faccia interna dei nuovi serramenti a taglio termico che, tuttavia, conservano un aspetto molto simile a quelli originali.

Camera con cabina armadi e bagno

Una porta rasomuro in tinta con le pareti divide, a metà del corridoio, gli ambienti giorno dagli spazi privati. A sinistra ci sono le due camerette dei bambini, perfettamente speculari, ottenute dividendo a metà una grande camera preesistente; di fronte uno studio e il bagno di utilizzo comune, in fondo la camera padronale concepita come una suite. Il letto è spostato verso la finestra e l’ambiente è stato diviso in due da una semiparete di altezza ridotta, per lasciare completamente visibile la volta, oltre la quale è allestita una cabina armadi.

Il bagno annesso alla camera da letto si caratterizza per un mobile che supporta i lavabi, realizzato su progetto in noce canaletto, stesso legno utilizzato per rifinire la nicchia che sovrasta i vasi. La parete a cui sono addossati il mobile lavabo e i vasi è rivestita fino a 120 cm di altezza con lastre di grès da 120×120 cm effetto marmo Calacatta Oro; lo stesso rivestimento, ma a tutta altezza, è stato utilizzato per la doccia, ricavata nella nicchia risultante dalla rimozione di un armadio a muro.

Bagno davanti, lavanderia dietro

Il bagno di uso comune è stato realizzato dove prima c’era la cucina. Il bagno vero e proprio occupa la prima parte del locale ed è rivestito con lastre in grès porcellanato da 30×120 cm (collezione Cover di Mutina) in grafiche differenziate per zona lavabo/bidet, parete dietro al WC e zona doccia. Una porta rasomuro isola dal bagno la lavanderia, ricavata nella parte più profonda e provvista di finestra.

Il bagno, di fatto cieco, è provvisto di impianto di aspirazione, ma all’occorrenza basta lasciare aperta la porta della lavanderia per avere luce naturale o per arieggiare meglio dopo una doccia. In entrambi i bagni i soffitti sono ribassati; come nella cucina e nel corridoio l’illuminazione generale avviene tramite il sistema a gola incassata LaserBlade di iGuzzini, che nei bagni è utilizzato anche per la retroilluminazione dei grandi specchi.

I costi e i permessi

Lavori realizzati dall’impresa:
demolizione delle tramezze e rimozione serramenti, pavimenti, sanitari ecc; costruzione a secco nuove tramezze e controsoffitti, rasature, realizzazione impianti (elettrico, gas, idraulico, climatizzazione ecc); posa in opera, sanitari e rivestimenti a corpo 100.000 euro

Principali forniture a carico del committente (materiali):
fornitura e posa in opera parquet e battiscopa 25.000 euro
fornitura e posa vetrate cucina (scorrevole + fissa) 7.000 euro
serramenti esterni 22.000 euro
illuminazione (a scomparsa e faretti) 10.000 euro
sanitari, piastrelle, rubinetterie 20.000 euro

Permessi: C.I.L.A. (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata)

Fotografie:
Federico Moschietto

Progetto:
Arch. Matteo Italia
Italia and Partners
C.so Galileo Ferraris 106, 10129 Torino

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here