Note colorate su fondo neutro

Un appartamento degli anni ’20 trascurato a lungo e ora ristrutturato seguendo uno stile ricercato e senza eccessi, dove il bianco domina e si presta come sfondo per far risaltare i tocchi di colore dei complementi d’arredo e di alcuni oggetti di design

Si trova al terzo piano di un palazzo a quattro scale costruito agli inizi del secolo scorso nella zona est di Milano, più o meno tra Porta Romana e Porta Vittoria, poco fuori dal centro città; questo appartamento di circa 80 m2 era stato affittato per alcuni decenni prima di essere acquistato da una coppia giovane, perciò non si presentava particolarmente bene, non essendo mai stato sottoposto ad ammodernamenti sostanziali, né come schema distributivo né quanto a finiture.

Capita spesso che, in situazioni come queste, si decida di demolire i muri divisori e ridisegnare completamente gli interni, ma dovendosi confrontare con murature portanti e con un’unica colonna di scarico non era possibile intervenire radicalmente e rimanere all’interno di un budget ragionevole. La cucina perciò è rimasta dov’era, ma demolendo il tramezzo tra questa e una camera, e riducendo a una sorta di vestibolo il corridoio d’ingresso, si è potuto creare una zona giorno abbastanza ampia; nello spazio del bagno preesistente, incrementato da un’altra porzione di corridoio, è stato possibile ricavare un bagno principale, collegato direttamente alla camera da letto, e un bagno cieco di servizio con lavanderia nascosta.

Per rendere l’appartamento accattivante e giovane si è lavorato molto sui dettagli, con l’utilizzo di carte da parati e lampade di design, qualche opera d’arte moderna, complementi di Maison du Monde e, per sfruttare al meglio gli spazi, molte soluzioni d’arredo realizzate su misura di falegnameria.

Una caratteristica ricorrente nelle case di quest’epoca, oltre ai classici “stanzoni”, è la mancanza di una netta separazione tra ambienti giorno e notte: le due camere erano in posizione contrapposta, come pure cucina e soggiorno, per dare una disposizione più consona è stato sufficiente invertire la posizione del soggiorno e della camera a fianco della cucina. La camera da letto è diventata una piccola suite, con cabina armadio e bagno privato; la nuova distribuzione consente anche a entrambi i proprietari di lavorare da casa con postazioni separate e senza interferenze acustiche, uno in soggiorno e l’altro nello studio.

L’appartamento è inoltre caratterizzato da soffitti alti 330 cm: questo ha permesso di realizzare consistenti ribassamenti, a 220 cm nell’ingresso e a 240 cm nei bagni, allo scopo di ottenere capienti volumi contenitivi accessibili attraverso botole e sportelli a filo superficie per valigie, equipaggiamenti per attività sportive e altre dotazioni di utilizzo occasionale.

L’ingresso è stato ridotto all’essenziale e affaccia direttamente sulla zona giorno, uno spazio destinato alla convivialità: anche per questo motivo davanti alla cucina è stato posto un bancone, non una vera “isola”, che si presta per colazioni e aperitivi in quanto sul lato posteriore incorpora una cantinetta per i vini. Nella parete a lato dell’ingresso si mimetizzano diverse chiusure a filo: la porta che separa dalla zona notte, un vano tecnico e un armadio a muro ricavato dalla chiusura di una nicchia, originata anni prima con la chiusura del passaggio tra due stanze. Questa parete è rivestita con la carta da parati D’Oro di Glamora a soggetto astratto, sembra una delicata nuvola dorata, d’altra parte l’ambiente ha già una palette cromatica abbastanza ricca. Le sospensioni sul bancone della cucina sono Axiom di Rossini.

La cucina, in finitura laccata, è realizzata artigianalmente su progetto, con pensili a doppia profondità che permettono anche di creare diversi scenari luminosi. Lo schienale e il pannello sotto il bancone sono in fenix effetto metallo color oro, un richiamo cromatico alla carta da parati. Gli elettrodomestici sono stati scelti con frontale di colore bianco per integrarli con meno impatto nella composizione; le uniche due maniglie sono quelle del frigorifero e del freezer a destra. In alto, sulla spalletta che separa la cucina dall’ingresso, si può notare un’altra chiusura a filo che permette di accedere a un ripostiglio in quota, mentre nel pensile in alto a sinistra è nascosta la caldaia a condensazione.

I serramenti esterni, sostituiti con modelli nuovi più performanti, sono particolarmente alti e portano molta luce all’interno; gli scuri a doppie ante con apertura a libro sono quelli originali, con modanature che interessano anche il celino. Anche gli stucchi a soffitto sono dell’epoca e si è fatta attenzione nell’installare i faretti su binario di Rossini in modo da non intaccarli; per creare un contrasto con questi dettagli stilistici del passato, il parquet in rovere posato in questo ambiente è stato scelto in una varietà con nodi piuttosto evidenti. Sulla parete di fondo, tra le mensole di Ikea con fissaggio a scomparsa, alcune opere dell’artista Andrea Albanese, mentre quelle ai lati della TV sono stampe della Galleria Valeria Bella; all’estremità del mobile la lampada Cindy di Ferruccio Laviani per Kartell.

Nello studio e nella camera da letto è stato possibile recuperare il parquet originale attraverso una lamatura e una nuova finitura superficiale, un pavimento con schema a fascia e bindello e tappeto centrale in listelli posati a spina italiana. La parete a lato della finestra è rivestita con la carta da parati Jungle Dream White di Officinarkitettura; oltre la scrivania, è stata collocata un’armadiatura realizzata su progetto che si estende fino alla porta (si vede solo nella planimetria) e offre molto spazio di stoccaggio. Un altro dettaglio che accomuna studio e camera da letto è dato dalle lampade a sospensione di Rossini (qui il modello Gioia, in camera modello Asia), alimentate tramite un cavo a treccia che rievoca gli impianti a vista del passato; a questo escamotage si è fatto ricorso anche per salvaguardare gli stucchi dei soffitti.

Il bagno di servizio è cieco e decisamente piccolo, ma con l’aiuto del falegname è stato possibile inserire i sanitari essenziali, con il lavabo appoggiato su una base triangolare contrapposto a un’armadiatura a base pentagonale che racchiude lavatrice e asciugatrice sovrapposte, una scaffalatura per i prodotti e i cesti per la biancheria. Anche nel bagno principale si è dovuto centellinare lo spazio, per dare prevalenza a una comoda doccia a tutta larghezza, davanti alla finestra. I due bagni sono accomunati dai rivestimenti ceramici di Ceramiche Caesar, dai sanitari di Pozzi Ginori e dagli specchi che integrano un minuscolo faretto Mini Tini di DGA.

Progetto: Arch. Sara Lombardi
Fotografie: Roberta De Palo
Opere di falegnameria: Massimo Pennino

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