Riqualificazione di un seminterrato

Le volte a crociera, le finestre alte e le imbotti pronunciate caratterizzano questo appartamento di 95 m2 in un edificio del 1911

La palazzina in cui si è svolta questa ristrutturazione si trova a Roma nei pressi del parco di Villa Borghese, in una zona residenziale molto ambita. Nei primi decenni successivi all’edificazione, il seminterrato era uno spazio di servizio, prevalentemente utilizzato come deposito; intorno agli anni ’60 c’era stato un primo approccio per convertirlo in spazio abitabile, senza tuttavia completare le opere necessarie.

Lo stato di fatto presentava un’unità provvista di collegamento alla caldaia centralizzata e termosifoni, ma un’impiantistica idraulica ed elettrica completamente da rifare, con varie complicazioni (svuotamento degli impianti, nuovi collegamenti alle colonne principali anch’esse datate ecc). Con giusta lungimiranza, si è provveduto a predisporre il nuovo impianto per il futuro collegamento a una forma di riscaldamento autonomo; inoltre, considerato che anche in una città come Roma, per via dei cambiamenti climatici, si sta facendo sentire sempre più l’esigenza di una climatizzazione estiva, sono stati installati due split, uno nel living e uno in camera da letto.

Realizzato da zero anche il nuovo impianto elettrico sottotraccia: si è scelto di installare i punti luce a parete e in alcune nicchie evitando quelli a soffitto, per non intervenire sulle volte con crene difficoltose da aprire e lungo le quali potrebbero formarsi crepe a distanza di tempo.

Il progetto ha perciò puntato a valorizzare le caratteristiche proprie dell’unità, in particolare la conformazione dei soffitti e le rientranze delle murature, creando un’abitazione calda e accogliente che, seppur “leggera” potesse accogliere anche arredi importanti d’antiquariato, complementi iconici e oggetti da collezione.

L’appartamento ha un accesso indipendente dalla corte condominiale, si entra in casa percorrendo una breve scala a ventaglio; in un primo momento si pensava di eliminare il parapetto in muratura e sostituirlo con una protezione più leggera e permeabile alla vista, ma ha prevalso l’idea di una zona filtro più marcata a monte dello spazio d’ingresso. Le pedate sono state rivestite con le stesse lastre di grès porcellanato effetto legno da 20×120 cm (My Plank Glamour di Italgraniti), mentre i lati della scala e la base delle alzate sono stati rivestiti con lo stesso battiscopa che percorre tutta l’abitazione. Nel disimpegno di accoglienza che segue è stato inserito un armadio con ante a specchio, realizzato artigianalmente su misura; in fondo è stata ricavata una lavanderia con lavatrice, asciugatrice e un armadio di servizio. Il portoncino blindato in legno è un ingresso secondario, comunicante con la scala condominiale.

La luminosità del living stupisce, considerata la posizione dell’appartamento, ed è molto accentuata dal bianco dominante e dal soffitto a volte, evidenziato dai chiaroscuri prodotti dall’ìlluminazione naturale e artificiale. Le pareti, fino alla quota di 90 cm corrispondente al piano di corte, erano già rivestite con una sorta di boiserie al posto della quale, a seguito della stesura degli impianti, ne è stata realizzata una nuova e più spessa, circa 50 mm, in cartongesso, dipinta in tonalità carta da zucchero. Questa soluzione previene la manifestazione di efflorescenze imputabili a eventuale umidità di risalita, seppur non ne siano state riscontrate tracce durante gli interventi sulla muratura.

L’ambiente è allestito con un mix di stili misurato, dove mobili d’antiquariato sono accostati a complementi di design. Sopra il comò lombardo del ‘600 è posta una fotografia iconica, scattata da Slim Aarons a Palm Springs (California) nel 1970, sovrastata da un faretto d’accento; il tavolo intarsiato ottagonale, sul quale è stato posto un cristallo protettivo, è contornato dalle sedie Victoria Ghost di Kartell ed è illuminato dalla lampada Arco, disegnata nel 1962 per Flos da Achille e Piergiacomo Castiglioni, con base in marmo di Carrara. La forma curva del grande divano chesterfield richiama quella delle volte a soffitto.

Nella parte più profonda del living, la parete genera una libreria in cartongesso in cui i faretti integrati nei vani a giorno illuminano, tra l’altro, una collezione di posacenere veneziani degli anni ’50 e ’60, alcuni dei quali di Venini, oltre ad alcune maschere giapponesi dell’800.

Non esisteva uno spazio preesistente adibito a cucina, perciò è stato progettato ex novo anche dal punto di vista impiantistico. Non essendoci finestra su questo fronte, l’unico modo per rispettare la normativa urbanistica era che la cucina fosse in un certo qual modo parte integrante del living, ovvero una zona cottura, perciò il passaggio tra i due locali è stato allargato a 140 cm per creare continuità tra i due ambienti. Per questa variante si è resa necessaria una cerchiatura della luce di passaggio con putrelle di rinforzo, dimensionata a seguito di progetto strutturale.

Le basi sono in Glaks, un vetro “organico” molto più resistente a calore, usura, graffi e rottura di quello tradizionale, qui proposto in finitura opaca color metallo liquido rame; i pensili sono in acrilico color tortora, mentre top e alzata sono in graniglia di quarzo ricomposto color sabbia. Tutti gli elettrodomestici (piano cottura, forno, lavastoviglie, frigorifero a libera installazione) sono di Bosch; ogni vano dispone di illuminazione interna che si attiva all’apertura dell’anta.

Dalla cucina si accede al bagno, attraverso una porta scorrevole: si tratta del modello Syntesis Line di Eclisse con anta in vetro laccato opaco RAL 9010 e maniglia Siros cromo satinato. Per legge non è consentito il passaggio diretto tra i due ambienti, perciò tra essi è stato creato un antibagno di passaggio.

Anche il bagno è privo di finestra ed è servito da un aspiratore meccanico. A dispetto della superficie ridotta, circa 4 m2, è reso molto scenografico dal rivestimento integrale in lastre di grès effetto marmo (Calacatta macchia vecchia di Ariostea) da 300×150 cm e dallo stile retrò, evocato dagli accessori cromati, dai sanitari della serie Efi di Flaminia e dalle rubinetterie a tre fori serie Roma di Stella. Due nicchie preesistenti, opportunamente adattate, movimentano lo spazio: la prima, all’interno della doccia, era al centro della parete ed è stata aperta fino a terra per inserirvi una mensola che fa anche da seduta; viceversa l’altra, sopra il WC, arrivava fino a terra ed è stata in parte utilizzata per inserirvi la cassetta di risciacquo.

La configurazione della camera da letto è obbligata, in virtù delle due finestre posizionate su due pareti contigue: nell’imbotte di quella ai piedi del letto è stata inserita una scrivania degli anni ’70, coordinata con il comodino, che può essere utilizzata come postazione di lavoro. Il guardaroba è realizzato su misura nello stesso stile del mobile d’ingresso.

Progetto: R2L Studio – Arch. Sara Lucci, Arch. Marco Lucci
Consulenze tecniche: Geom. Salvatore Manfrè
Esecuzione lavori: ELPA Costruzioni
Opere di falegnameria: Lino Marzicola
Fotografie: Carmine Cuccuru

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