Vivere immersi nel razionalismo

Un progetto di interni fortemente condizionato dal contesto in cui sorge l’edificio che ospita questo appartamento, davanti all’Archivio Centrale dello Stato nel quartiere EUR di Roma

A metà degli anni ’30, Benito Mussolini sognava di fondare una nuova Roma che guardasse al futuro fuori dai confini di quella esistente, affinché potesse espandersi, iniziando con la costruzione di un quartiere che avrebbe dovuto ospitare l’Esposizione Universale del 1942, cogliendo altresì l’occasione per celebrare nel modo più degno, secondo l’ideologia fascista, il ventesimo anniversario della marcia su Roma. Un’autentica città monumentale contrassegnata da un’architettura razionalista e classica, da volumi netti, una rappresentazione inequivocabile dell’ordine su cui si fondava il regime. Ma l’evento non ebbe mai luogo, con l’entrata in guerra dell’Italia l’opera rimase incompiuta e il quartiere fu completato solo in preparazione dei Giochi della XVII Olimpiade, che si tennero a Roma nel 1960 e resero l’EUR un simbolo del miracolo economico italiano.

Questo appartamento appena ristrutturato si trova al quarto e ultimo piano in uno degli immobili costruiti in quel periodo con un criterio che guardava al benessere: c’erano appartamenti con doppi ingressi, doppi bagni e zone riservate al personale di servizio. Sviluppato su circa 90 m2 più due balconi su fronti opposti, comprendeva anche il terrazzo sovrastante, al quale però non era collegato internamente: vi si poteva accedere soltanto tramite scala condominiale e ne era parte un volume verandato utilizzato come lavatoio.

Uno dei punti chiave del progetto consisteva perciò nel mettere in comunicazione diretta il terrazzo con il resto dell’appartamento, mantenendo comunque l’accesso originario; perciò, oltre a provvedere alla ridistribuzione degli spazi interni, si doveva inserire una scala, ma contenendone gli ingombri, per rispondere alle altre richieste dei proprietari che desideravano un grande soggiorno open space con zona pranzo in relazione con la cucina.

L’allestimento degli interni, inoltre, è stato fortemente influenzato dal razionalismo che contraddistingue il quartiere, riproponendo negli ambienti gli elementi ordinati e prospettici del paesaggio circostante. Lo si percepisce già entrando, nelle librerie ai lati della porta d’ingresso, poi prosegue nelle linee nette delle porte vetrate che isolano la cucina dal living, dove c’è una parete ispirata all’aspetto crudo del cemento armato, un materiale utilizzato qui per la prima volta nella costruzione degli edifici e che sarebbe diventato rivoluzionario.

Complementi in lichene stabilizzato richiamano l’aspetto dei pini marittimi che si scorgono dagli affacci e dialogano con le sagome dei fabbricati, tracciando un insieme di prospettive che, incorniciato dalle finestre, riproduce l’atmosfera metafisica di un quadro di De Chirico, ispiratore di questo genere di architettura.

L’ingresso e la scala interna

La porta d’ingresso è disposta in diagonale rispetto al perimetro dell’ambiente; ai lati sono state realizzate due librerie in muratura con spazi contenitivi in parte a giorno e in parte chiusi con ante acquistate da Ikea, installate a filo e con apertura push-pull per dare a questi elementi funzionali un aspetto ordinato, simmetrico e lineare. Con la demolizione dei muri che delimitavano la cucina, poco illuminata nonostante l’inserto in vetrocemento che permetteva il passaggio della luce proveniente dal soggiorno, il disimpegno d’ingresso è diventato parte integrante di uno spazio più ampio e si è potuto installare la nuova scala a chiocciola, realizzata artigianalmente e su progetto in legno e ferro, senza impattare nell’ambiente, al contrario presentandola quasi come una scultura.

Nello stato di fatto, al pavimento originario in marmette era già stato sovrapposto un parquet in concomitanza con una ristrutturazione avvenuta a fine anni ’80. Si è resa necessaria perciò la loro demolizione fino al massetto, in primis per la stesura dei nuovi impianti, ma anche perché era impensabile un’ulteriore sovrapposizione del nuovo parquet.

Razionalismo in/out

Un rivestimento in lastre di grès porcellanato effetto cemento da 120×60 cm (Dot di Ceramica Fioranese) interessa la parete di fronte all’ingresso e svolta nel living estendendosi fino alla finestra, creando il legame tra i due spazi. Le geometrie semplici e squadrate degli arredi e la loro disposizione si sviluppano in continuità con le linee pure e le prospettive del contesto esterno; anche le scelte cromatiche sono ben armonizzate e le tonalità principali dell’ambiente vengono più volte richiamate nei dettagli degli arredi.

Davanti ai nuovi serramenti a taglio termico di Oknoplast non ci sono volutamente tendaggi per godere la visione dell’architettura esterna, l’unica schermatura è data dalle tapparelle motorizzate; la privacy non ne soffre, in quanto si tratta di edifici adibiti ad archivio in cui non c’è vita, vengono frequentati solo occasionalmente per consultare i documenti in essi conservati. L’illuminazione dell’ambiente è affidata a faretti incassati a filo inferiore della cornice perimetrale descritta dal ribassamento in cartongesso e a strip nascoste nella gola superiore per un’illuminazione soffusa, oltre al sistema di sospensioni che illumina la zona pranzo.

Muschio decorativo

Il verde stabilizzato è un’idea interessante per portare in casa un pezzo di natura che non ha bisogno di cure: può essere utilizzato per rivestire intere pareti oppure, come in questo caso, per inserire complementi decorativi che possono trovare collocazione in qualsiasi ambiente. Nello specifico si tratta di alcuni pannelli appesi o appoggiati in diversi punti della casa e utilizzati come riempitivo della silhouette a forma di cactus in metallo modellato a mano, un oggetto inedito di libera installazione che l’architetto regala abitualmente ai suoi clienti e che rappresenta la firma del progettista.

Queste decorazioni sono realizzate da Abitoverde partendo da un particolare lichene che cresce solo su un’isola della Finlandia ed è naturalmente di un colore grigiastro: viene raccolto ed essiccato, quindi sottoposto a stabilizzazione sostituendo la linfa con un prodotto in grado di conservarlo morbido per almeno 10 anni. Infine viene colorato manualmente per conferirgli un colore verde brillante.

Il muschio si mantiene da sé grazie all’umidità dell’aria e assorbe eventuali fumi e odori: bisogna solo avere l’accortezza di non esporlo a raggi solari diretti e di tenerlo lontano da fonti di calore. Il processo di stabilizzazione è in sostanza una “mummificazione” del verde ed è applicabile anche ad altre specie vegetali, per esempio le felci.

Separazione fisica, continuità visiva

La cucina è in stretta relazione con il living, ma se la si utilizza molto per passione, come in questo caso, c’è bisogno di impedire la diffusione degli odori negli altri ambienti: qui è stato utilizzato un sistema a doppie ante in cristallo con profilo in alluminio anodizzato (Delineo Industrial di FerreroLegno) che scorrono su un binario a soffitto e in apertura si sovrappongono alle pareti. L’estensione a tutta altezza ricalca le proporzioni tipiche degli edifici storici.

Per l’allestimento è stato scelto un modello di Veneta Cucine, ripartito in due composizioni contrapposte con top e schienale in Dekton e complementi effetto rovere; una scelta molto personale è stata quella di attrezzare lo schienale dietro il tavolo snack con portabicchieri e portaspezie a vista. A soffitto si è reso necessario realizzare un doppio ribassamento sopra il piano cottura, ripetuto per coerenza anche sul lato opposto, per installare la cappa a sfioro. Il balcone con cui comunica la cucina è un secondo ingresso all’appartamento, accessibile dal vano scale, in origine riservato al personale di servizio.

Un nuovo stile per il bagno giorno

Il bagno giorno a lato del living, unico locale che ha mantenuto la pianta preesistente, è caratterizzato da due rivestimenti contrastanti. La parete dietro il lavabo è rivestita con elementi trapezoidali in pietra della collezione Origami di Artesia, nei colori grafite e cenere, composti a coppie a formare un rettangolo: la particolarità di questi elementi è che la superficie presenta 4 diverse lavorazioni e devono essere miscelati in fase di posa per non avere uno schema ripetitivo ed esaltare le stonalizzazioni date dalle irregolarità.

Il resto del bagno, compresa la doccia concepita come una mini-spa, è rivestito con lastre Maiora Concrete di Ragno, in colore bianco e nel formato 120×120 cm, utilizzate anche per rivestire una struttura scatolare in legno realizzata su progetto che genera il lavabo. Completano la composizione di mobili laccati della gamma Jankana di Compab, tre specchi senza cornice di diverso diametro e una sospensione con diffusore in cemento.

Felci in camera e un bosco nel bagno

Il filo conduttore del progetto viene espresso anche nella zona notte padronale, dove domina una riposante tonalità salvia. Le felci della composizione verde trovano risonanza nel copriletto, l’accostamento dei due colori della parete di fondo ripercorre la sagoma delle lastre in pietra del bagno giorno, gli unici elementi asimmetrici sono le lampade a lato del letto, dove il cemento caratterizza il diffusore dell’una e la base dell’altra, e il pannello a parete, volutamente decentrato rispetto alla scena.

Nel bagno annesso, il tema del verde viene sviluppato attraverso un bosco riprodotto su lastre di grès porcellanato in formato 120×240 cm della gamma Woods del marchio Wide&Style by ABK, un’interpretazione ceramica della carta da parati utilizzata per rivestire la parete dietro i sanitari sospesi Sfera di Catalano. L’effetto prospettico fa percepire il bagno come uno spazio più ampio di quanto sia realmente. Il top in legno massello su cui è appoggiato il lavabo, lasciato volutamente con bordi irregolari, è un dettaglio ricercato dal proprietario.

Progetto: Arch. Marco Ferranti
Coordinamento maestranze: Gruppo Castaldi
Fotografie: Francesco Petrone

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