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Costruire con la terra significa utilizzare un materiale naturale, presente ovunque, pronto all’uso senza trasporti o trasformazioni industriali, che regola l’umidità e la temperatura interna
Parlare di sistemi innovativi per l’edilizia, in questo caso, è assolutamente fuori luogo: quasi il 40% della popolazione mondiale abita in case costruite con la terra cruda, anche se spesso si tratta di un fenomeno legato alla cultura rurale di alcuni luoghi del Pianeta o ad un’economia di sussistenza che impone di arrangiarsi con i materiali reperibili in loco, senza costi di produzione. Ma ci sono testimonianze di costruzioni di terra che hanno attraversato millenni per tramandare il loro messaggio di naturalità, resistenza nel tempo, comfort e salubrità.
La terra che si utilizza per scopi edili è costituita principalmente da argilla, un materiale ben noto per le sue proprietà curative ed antisettiche, essendo priva di batteri. La si preleva evitando lo strato superficiale del suolo, facilmente putrescibile; funziona come un regolatore ambientale, evitando sbalzi di temperatura ed ottimizzando il tasso di umidità all’interno.
Le case di terra cruda presentano un’ottima fonoassorbenza, le superfici neutralizzano gli odori, formano un’efficace barriera contro i campi elettromagnetici. Questo sistema costruttivo comporta un risparmio energetico fino al 90% rispetto ai processi produttivi di altri materiali edili, si presta all’autocostruzione e la casa viene a costare circa il 30% di meno. Ma allora perché questo sistema non viene utilizzato su larga scala?
Ci sono alcuni aspetti che possono rivelarsi problematici con questa tipologia costruttiva: l’effetto delle piogge o la presenza di acqua sull’edificio e la possibilità di penetrazione di quest’ultima per capillarità o pressione. Predisponendo fondazioni e coperture che evitino questi inconvenienti, oltre a proteggere i basamenti e le aperture, la costruzione diventa affidabile, lo testimoniano molte case di questo tipo tuttora esistenti nell’Alessandrino, in Abruzzo ed in altre zone d’Italia. Eventuali “rappezzamenti” superficiali si possono effettuare rapidamente e senza costi, sempre utilizzando terra. In buona parte è la nostra mentalità, volta a considerare un materiale povero come simbolo di povertà, ad impedirci di riabilitare un sistema costruttivo collaudato da millenni e farvi ricorso quasi esclusivamente nel recupero di abitazioni esistenti, realizzate con la terra cruda.
Preparazione dei mattoni di terra cruda
Si utilizza un miscuglio di argilla e sabbia, al quale può essere aggiunta paglia triturata che si comporta come un’armatura. La terra argillosa, estratta a circa 50 cm di profondità, va accumulata e fatta stagionare con aggiunta di sabbia, eventualmente ricoprendola con teli bagnati per evitarne l’eccessiva essiccazione; la si mescola poi con acqua per ottenere un impasto omogeneo. La paglia va messa a bagno per alcune ore, scolata ed aggiunta alla terra; il composto va fatto riposare da 6 ore a 2 settimane sotto un telo di plastica. Si possono poi preparare i mattoni o compattare il materiale all’interno di casseforme fino a raggiungere strati di 80 cm di altezza. Faidanoi
Rivestimento interno di terra cruda
Il metodo tradizionale per realizzare gli intonaci di terra cruda consiste nell’impastare l’argilla con acqua per poi effettuare una prima intonacatura. Su questa si applica una retina e si procede alla stesura dello strato finale, da lisciare con una spugna prima della completa asciugatura. L’aspetto finale che presenta disomogeneità nella colorazione esalta la naturalità del materiale.
Un recupero tutto italiano in Abruzzo
In provincia di Chieti è stata interamente restaurata una casa di terra (progetto Arch. Gianfranco Conti): lo spessore esterno del muro è stato reintegrato con un impasto di terra e paglia a pani irregolari, posto in opera per mezzo di casseri di legno. Su tutta la superficie del muro è stata montata una griglia di legno destinata a rimanere insita nella struttura, con la duplice funzione di mantenere stabile la terra per tutta l’altezza ed assicurare il collegamento tra l’esistente ed il ringrosso. Successivamente anche gli intonaci interni ed esterni sono stati realizzati con terra cruda. Il rivestimento della parete nord, parzialmente crollata, è stato realizzato con mattoni cotti per proteggere la muratura dalla pioggia battente; tetto e solai di legno sono stati rifatti rispettando la tecnica originaria.
Mattoni adobe, terra cruda nel mondo
L’adobe è un materiale da costruzione ottenuto da un impasto di sabbia ed argilla essiccato al sole, in uso da quasi 9000 anni, anche in costruzioni di fama mondiale come il tempio di Ramses II e gli edifici della città di Shiban (Yemen) che sfiorano i 30 metri di altezza. Può essere lavorato sul posto senza metodi industriali o additivi chimici, regola l’umidità, assorbe le sostanze nocive presenti nell’aria e mantiene un clima interno confortevole tanto d’inverno quanto d’estate. Le superfici sono prive di spigoli ed angoli, assumendo una linea piacevolmente arrotondata che aumenta la stabilità della costruzione e ne evita l’esposizione a possibili danni. l Per qualsiasi tipo di approfondimento sull’argomento, la legislazione, i progetti, i materiali, i costruttori, le ditte ed altre informazioni si può consultare il sito ufficiale delle case di terra. Cedterra
Novi, città della terra cruda
La provincia di Alessandria, insieme all’Alto e Basso Monferrato, è l’area piemontese in cui è riscontrabile un’elevata concentrazione di edifici di terra. Da uno studio recente sono state individuate tre fasce d’interesse: – la zona del mattone crudo (adobe), circoscritta nella cosiddetta piana della Fraschetta che si estende tra Tortona e Alessandria, toccando a sud Novi Ligure; – la zona della terra battuta (pisè), che interessa l’area a sud di Alessandria delimitata dai comuni di Casalcermelli, Castelspina, Sezzadio, Predosa e Castelnuovo Bormida; – la zona a tecnologia mista, individuabile nei territori comunali tra Castelferro, Basaluzzo e Novi Ligure. Il Comune di Novi Ligure, attraverso il programma “Terre di terra” ha voluto promuovere, tutelare e rilanciare il territorio attraverso la diffusione della cultura locale sulla terra cruda, sensibilizzando verso il tema dell’architettura biologica ed il recupero diffuso di edifici rurali di pregio. Un percorso che vuole coinvolgere i più giovani per sensibilizzarli alla riscoperta delle proprie radici attraverso la conoscenza del paesaggio locale, in modo che possano riappropriarsene.
Le tecniche più usate
La terra cruda è stata utilizzata in edilizia per millenni e le tecniche che ne permettono l’impiego come materiale da costruzione sono centinaia, anche se spesso sono molto simili tra loro. Quelle che seguono sono le più utilizzate.
Adobe.
L’impasto di terra viene posto a seccare in forme di legno esposte al sole, dopo aver aggiunto paglia per aumentarne la resistenza. Si modella a mano, ma per produzioni elevate esistono macchinari automatizzati.
Bauge.
Con l’aggiunta di fibre vegetali, la terra acquista consistenza e resiste meglio alle trazioni; si realizzano pani di terra da impilare per costruire muri di spessore fino a 60 cm. Servono 8-15 giorni di essiccazione prima di posare lo strato successivo.
Blocchi pressati.
È un metodo simile all’adobe, ma i mattoni si ottengono comprimendo la terra in una casseratura con l’ausilio di pressori. Si tratta di un sistema molto competitivo rispetto a molte tecniche moderne per i livelli prestazionali che può raggiungere e per le forme ottenibili, tanto da essere prodotto anche industrialmente.
Formatura.
La terra viene modellata esclusivamente con l’uso delle mani, come fanno i vasai; è una tecnica che va ristretta a piccole costruzioni per i limiti tecnici che comporta.
Pisé.
È detto anche terra battuta: si realizzano casseforme di legno entro le quali si compatta la terra a strati fino al raggiungimento dell’altezza voluta. L’aggiunta di argilla, sabbia o di una bassa percentuale di cemento (5%) rinforza l’impasto, che può essere realizzato anche tramite macchinari.
Terra-paglia.
La terra viene disciolta in acqua per ottenere una sorta di malta da versare sulla paglia fino a totale copertura. Si contiene l’impasto con una casseratura per mantenerlo in forma e lo si comprime.
Torchis.
Viene utilizzato un grigliato di legno come supporto, fissato ad una struttura portante, sul quale si applica un impasto di terra argillosa.
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