Questa casa di montagna è totalmente passiva grazie all’involucro isolante realizzato interamente con materiali naturali

Questa casa di montagna si trova a Chamois, dal 2006 conosciuto come “Perla delle Alpi”. È il comune più alto della Valle d’Aosta, ci si arriva solo tramite funivia o attraverso sentieri percorribili a piedi o in mountan bike, oppure “via aria”, grazie alla presenza di un piccolo altiporto.

Tra le poche case, tutte di legno e pietra, ne spicca una ricostruita sui resti di un vecchio rudere del 1834: perfettamente integrata con il paesaggio, si differenzia dalle altre per qualche discreto particolare contemporaneo.

Ciò che non si nota dall’esterno è che è una casa totalmente passiva, grazie a un’involucro realizzato con un sistema che interpreta appieno la bioedilizia: paglia di riso inserita nel telaio in legno, vetro cellulare per l’isolamento tra casa e controterra, intonaci interni in terra cruda e finiture in argilla. 

casa di montagna

Il pacchetto isolante che caratterizza le strutture di questa abitazione è frutto di un lungo percorso, fatto di ricerche e sperimentazioni, volte a promuovere un’edilizia basata sull’impiego di materiali naturali con l’obiettivo dell’autosufficienza energetica.

Le balle di paglia, realizzate con gli scarti della lavorazione dei cereali, venivano utilizzate per la costruzione di case già due secoli fa in Nebraska (USA); considerato che l’Italia è il primo produttore di riso in Europa, si ha un’abbondante produzione di scarti che può essere utilizzata per questi scopi senza particolari lavorazioni successive, con un bassissimo impatto ambientale.

Il passo successivo è stato quello di inserire la paglia di riso in un telaio di legno per ottenere un sandwich idoneo alla prefabbricazione, ma altrettanto valido per cappotti su abitazioni esistenti.   

casa di montagna

All’efficienza energetica della casa di Chamois contribuisce l’apporto solare fornito dalle ampie vetrate orientate a sud, in parte apribili, per garantire la ventilazione naturale. La paglia assicura, oltre all’isolamento termoacustico, la perfetta traspirabilità delle pareti, mentre la terra cruda e le pitture,  derivanti da chimica vegetale, che completano gli interni, funzionano come regolatori dell’umidità.

Climatizzazione? Non è necessaria

Questa casa di montagna ha una superficie di 200 m2, è provvista di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica e, pur essendo in zona climatica F (alpina, altitudine 1816 metri s.l.m.) ha un fabbisogno energetico di soli 7 kWh/m2 l’anno, meno della metà del massimo consentito affinché una casa possa fregiarsi della certificazione di casa passiva (15 kWh/m2 l’anno).

Non utilizza alcun combustibile fossile e non necessita di alcuna forma di climatizzazione invernale o estiva: anche con temperature esterne molto basse la temperatura interna si mantiene tra 19-22 °C.

Un ottimo investimento

Il rivestimento esterno di questa casa di montagna è in pietra, con materiale recuperato dalla demolizione del fabbricato preesistente, si è reso necessario per rispettare i vincoli paesaggistici; in altre situazioni le strutture utilizzate per questo genere di casa accetterebbero qualsiasi finitura. 

Sposare un progetto come questo può comportare un costo iniziale superiore rispetto ad altre tecniche costruttive, ma non richiedendo l’installazione e la gestione di impianti di climatizzazione (particolarmente onerosi in simili situazioni), si rivela per il futuro una scelta vantaggiosa sia economicamente sia sotto il profilo del comfort e della salubrità degli ambienti. 

Soluzioni e materiali

■ 1. Brise soleil

Il ballatoio e gli inserti nella facciata  sono in legno di larice, a ricordare parte dell’architettura tradizionale della media fascia alpina; agiscono da frangisole per proteggere le facciate dell’edificio e gli ambienti interni dal diretto irraggiamento solare estivo, al fine di evitarne il surriscaldamento.

■ 2. Pietra 

Il rivestimento esterno è stato realizzato con la pietra locale a spacco, recuperata dalla demolizione dello scheletro precedente, lavorata e posata a secco per integrare l’edificio al borgo esistente.

Dalla demolizione sono risultati 110 m3 di pietra di cui ne sono stati riutilizzati per il rivestimento 40 m3.

■ 3. Telaio

Le strutture portanti del tetto, delle pareti e dei solai, in telai prefabbricati in legno e paglia di riso, sono state realizzate in carpenteria e montate in opera. Gli elementi a telaio, aventi 41 cm di spessore, risolvono strutturalmente ed energeticamente la totalità della costruzione.

■ 4. Paglia

La paglia di riso è un materiale edile che deriva dalla coltivazione risicola. Il suo utilizzo riduce l’impronta ecologica in quanto mette in gioco una nuova economia circolare. Essa presenta importanti qualità dal punto di vista termico, acustico e sismico.

■ 5. Serramento

Le vetrate, rivolte a sud e realizzate con serramenti bassoemissivi in legno massello, offrono una magnifica vista sulla valle, ma soprattutto forniscono alla casa l’energia solare necessaria per renderla una casa passiva.

■ 6. Argilla

Per regolare l’umidità interna sono stati utilizzati intonaci in argilla che hanno la capacità di assorbire e rilasciare l’umidità all’ambiente, consentendo così un equilibrio che offre notevoli vantaggi alla salubrità interna.

La casa di montagna che arriva dal cielo

I pannelli in legno e paglia di riso sono stati realizzati in cantiere da Novellocase e trasportati fin dove è stato possibile tramite camion; poi, a causa dell’impossibilità di raggiungere il cantiere con i tradizionali mezzi di trasporto, per far pervenire i materiali al cantiere e per alcune fasi di montaggio si è reso necessario ricorrere a un elicottero.

In soli 4 giorni la casa è stata completamente assemblata, in tre mesi è stata ultimata con impianti e finiture, anche se complessivamente i lavori si sono protratti da giugno ad aprile.

Il progetto è stato insignito del Premio Sostenibilità 2017 organizzato dall’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile (AESS) nella categoria “Edilizia residenziale – ristrutturazione e restauro”.

Dettagli del progetto

Dettaglio prospetto sud
Sezione

Dati stratigrafie

Pareti verticali

Materiali: pannelli legno/paglia, rivestimento in pietra

Spessore: 785 mm

Trasmittanza: 0,124 W/m2K

Copertura

Materiali: pannelli legno/paglia, copertura in lastre di pietra

Spessore: 785 mm

Trasmittanza: 0,130 W/m2K

Serramenti

Materiali: legno, rivestimento esterno in larice 

Spessore: 106 mm

Trasmittanza: 0,74 W/m2K

Solaio controterra

Materiali: pannelli in vetro cellulare, stratigrafia con lana di pecora

Spessore: 100 mm

Trasmittanza: 0,288 W/m2K

Pianta primo piano

Uno sguardo agli interni

Lo studio di architettura si è occupato anche dell’allestimento degli interni, progettando soluzioni ad hoc per rendere accoglienti gli spazi. 

Nel rispetto della tradizione il ruolo di protagonista è ricoperto dal legno: durante la fase di demolizione di ciò che restava del rudere è stato recuperato il larice ultracentenario del solaio che, dopo un’accurata pulizia, è stato levigato e sottoposto a un trattamento di oliatura

Con questo materiale sono stati realizzati su misura il tavolo, il top che supporta i lavabi e le mensole.

Sempre in legno, ma questa volta di rovere, sono le armadiature a parete, i serramenti interni e il parquet della zona notte che non si sviluppa solo a pavimento, bensì risale su una parete per estendersi al soffitto. 

Grande attenzione anche nella scelta dei complementi d’arredo tessili: cuscini, rivestimenti dei divani e filati sono in puro lino, 100% naturali.


Fotografie:

Elia Sbaraini

Progetto:

Arch. Tiziana Monterisi, via G. Cantono, 23, 13811 Andorno Micca (BI)

www.coltivarelacitta.it

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here