Abbassare il soffitto per agevolare l’illuminazione

abbassare soffitto

Molte soluzioni illuminotecniche sono possibili solo grazie ai sistemi a secco, abbassare il soffitto creando l’intercapedine tra quest’ultimo e il solaio risolve parecchie problematiche dal punto di vista impiantistico

Abbassare il soffitto può avere diverse finalità, funzionali ed estetiche: un ribassamento integrale può rendere più proporzionati ambienti molto alti, nella sua intercapedine si possono nascondere apparecchiature impiantistiche ingombranti, strati isolanti, ma può anche essere realizzato in aderenza al solo scopo di livellare superfici irregolari e poter installare fonti luminose incassate con la massima libertà compositiva.

Dal punto di vista architettonico si può fare molto di più: dare movimento agli spazi con ribassamenti parziali su più livelli, con diverse forme e inclinazioni, oppure realizzare cornici perimetrali o vele sospese che permettono di illuminare gli spazi con soluzioni d’atmosfera, nascoste dietro il ribassamento, o dirette, installate sul lato inferiore. Con le stesse guide flessibili che si utilizzano per pareti curve si possono progettare volte a botte o grandi aperture ad arco tra gli ambienti.

In base alle caratteristiche richieste e alla sua estensione, il controsoffitto può essere realizzato con diversi sistemi di ancoraggio e con orditura semplice o doppia, fino a essere reso autoportante; va da sé che, come avviene per pareti e contropareti, anche il rivestimento dovrà essere utilizzato con le lastre più idonee ai diversi scopi. Nell’abbassare il soffitto, se è previsto l’inserimento di apparecchiature che devono rimanere ispezionabili o di cavedi tecnici, si possono installare botole concepite appositamente per l’integrazione con questi sistemi costruttivi.

Abbassare il soffitto: pendini e doppia orditura

Il “pendinaggio” è il sistema che permette di regolare a piacere (entro certi limiti) il ribassamento facendosi carico, in base al progetto e agli interassi tra i pendini, di sostenere l’intero peso. Nella sua forma tradizionale è costituito da gancio e pendino: il primo, a cui si incastra il profilato dell’orditura primaria, ha una molla di regolazione e blocco del pendino, che è un’asta Ø 4 mm che termina con un occhiello. Nel pendinaggio Nonius, a cui si riferiscono le foto, gancio e pendino hanno una serie di fori a diversi interassi in cui si incastra un coppiglio che blocca lo scorrimento e solidarizza gancio e pendino. Può sostenere 40 kg, in modo permanente, mentre il pendinaggio tradizionale è certificato per 25 kg. Nella sequenza si fissano prima le guide perimetrali a parete, poi i pendini a solaio, l’orditura primaria e quella secondaria.

Quando si realizzano cornici o ribassamenti parziali è fondamentale realizzare una scatola opportunamente rinforzata con spezzoni di profilato verticali e orizzontali, in base alla forma della struttura, alla sua estensione e alle finalità.

Letteralmente incassati…

Per evitare che i faretti rimangano a filo piano, evidenziati dal profilo che li circoscrive, si possono utilizzare faretti in gesso a scomparsa di forma rotonda o quadrata. Il faretto, indipendentemente dalla sua forma propria, rimane arretrato rispetto all’elemento in gesso in cui è inserito; la cavità può avere bordi a spigolo vivo o arrotondati e, in quest’ultimo caso, la superficie sembra risvoltarsi dolcemente all’indietro.

Il montaggio dei faretti

La costruzione di un controsoffitto finalizzata all’installazione di faretti incassati a filo della superficie è tra i più diffusi impieghi del cartongesso. Se non ci sono altri motivi, l’abbassamento del soffitto può essere di pochi centimetri e si può rivestire la superficie con lastre standard, eventualmente di tipo idrofugo se il luogo di installazione è un bagno o altro ambiente soggetto a umidità.

Conviene avanzare per gradi

In base al tipo di faretti e al loro angolo di diffusione della luce si determina quale interasse debbano avere per ottenere un’illuminazione uniforme; per ambienti molto ampi può essere utile avere la possibilità di un’accensione a zone o a punti luce alternati. Dopo aver predisposto l’orditura, bisogna stendere l’impianto di alimentazione, diramandolo dalla scatola elettrica più vicina fino ai vari punti in cui saranno installati i faretti. Man mano che si fissa una lastra, prima di montare quella successiva si aprono in essa le sedi per i faretti con una sega a tazza di diametro appropriato e si fa pendere all’esterno la guaina con i conduttori. Completato il rivestimento si effettuano i collegamenti e si incastrano i faretti, bloccati da un sistema a molla.

Linee luminose

Alcuni sistemi di illuminazione si sono sviluppati parallelamente all’affermazione dei sistemi a secco: tramite profili concepiti per essere incassati a filo delle superfici si possono disegnare linee, forme chiuse e percorsi sia a soffitto sia a parete, dando l’impressione che siano le stesse superfici a illluminare gli spazi. Le soluzioni sono diverse: possono essere barre metalliche da inserire in gole appositamente create o elementi concavi in gesso di varia forma, corredati di ali laterali che si fissano all’orditura e, a fine lavoro, possono essere stuccate e rese invisibili, oltre che tinteggiate in continuità con la superficie che le ospita.

Il cartongesso che trasmette energia

Ecco una soluzione che a pieno titolo può dirsi innovativa, perché permette di disporre di punti luce o prese elettriche invisibili in qualsiasi punto delle superfici, siano esse pareti o soffitti. K-Wireless, nato dalla collaborazione tra Knauf e LYM, è il primo pannello di cartongesso al mondo che, grazie a una componente ferromagnetica, eroga energia elettrica per alimentare fonti luminose o per ricaricare smartphone e altri dispositivi senza bisogno di cavi.

Un’idea… luminosa

Il pannello, disponibile nelle dimensioni 600×400 mm per 12,5 mm di spessore, integra una componente ferromagnetica ed elettronica a bassissima tensione, con potenza in uscita massima di 15 W, che permette l’ancoraggio di supporti magnetici e la ricarica di dispositivi che supportano la tecnologia di alimentazione wireless. Il pannello è disponibile in versione da uno o due punti di alimentazione e si installa con le stesse modalità dei classici pannelli in cartongesso. Al centro del pannello c’è un piccolo indicatore luminoso in corrispondenza del quale si posizionano lampade e altri accessori wireless; l’energia si attiva solo quando questi sono a contatto con le superfici.

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