La luce zenitale che entra dalle finestre da tetto attraversa i quattro livelli di una casa monofamiliare di 250 m2
Il progetto di questa abitazione nasce da una passione irrefrenabile per la luce naturale, al punto da immaginare la propria casa come un contenitore il più possibile trasparente. Di solito la presentazione di una casa inizia dal living su cui affaccia l’ingresso, ma non questa volta: seguiamo il percorso della luce naturale partendo dall’alto, dove ha origine, e scendiamo fino al seminterrato, mentre la luce proveniente dalle finestre da tetto si intreccia con altra luce fornita da altri serramenti verticali.
Sotto le quattro falde dei due corpi abitativi ci sono le camere da letto e i bagni; si scende su un livello intermedio soppalcato pensato come ambiente multifunzione e da qui ai due livelli inferiori con gli spazi giorno. Il percorso è di per sé molto “aperto” al passaggio della luce, ma affinché questa possa attraversare anche i solai sono state inserite in essi grandi lastre di vetro calpestabili. Nel loro insieme, il numero e la dislocazione dei serramenti assicurano anche un ottimo ricambio d’aria per tutta l’abitazione: aprendo i lucernai e altre finestre in basso si ha un effetto camino veramente efficace.
L’incidenza della luce negli ambienti cambia nel corso della giornata ed evidenzia o mette in secondo piano dettagli diversi, interagendo con gli stati d’animo degli occupanti. Secondo Giulio Camiz, architetto che si occupa di formazione in Velux, ci sono tre tipi di luce che possono caratterizzare un ambiente, da mixare per ottenere interni equilibrati: solida, gassosa e liquida. La prima è diretta e decisa, la seconda è diffusa e sfumata, la terza è indiretta, ma focalizzabile. La riuscita di un buon progetto consiste nel far dialogare queste diverse forme di luce con le superfici interne e con quanto è racchiuso nell’involucro abitativo, e qui sembrano esserci riusciti alla grande.
Come penetra la luce
La camera matrimoniale è nel punto più alto della casa: le due finestre da tetto ad azionamento manuale, in quanto facilmente raggiungibili, sono fondamentali per la luce zenitale, ma soprattutto per innescare la circolazione dell’aria dal basso verso l’alto per effetto camino. Per avere ancora più luce è stata inserita una vetrata fissa che segue la forma della capriata, particolare che si ritrova anche nella cameretta sotto le due falde dell’altro corpo costruito, con accesso al balcone.
Nella foto sopra una vista dai piedi del letto matrimoniale, con il bagno privato e la scala, illuminata da un’altra finestra da tetto, che porta a un piano intermedio utilizzabile come spazio per leggere, studiare, ascoltare musica. Oltre il limite del soppalco si intravede il salotto sottostante, in buona parte illuminato dalla luce naturale che entra dalle finestre da tetto del soppalco e attraversa le lastre in vetro strutturale che sostituiscono una porzione di pavimento. Le finestre da tetto sono tutte accessoriate con tapparelle esterne, tende interne e zanzariere.





Il finto prato sul tetto
La scelta del tetto verde per la copertura delle due falde più basse è stata più che altro un pretesto “giocoso” per richiamare la relazione con l’esterno e la natura. La struttura è in legno lamellare, coibentata dall’interno e rivestita con guaina impermeabilizzante all’esterno; su questa è stato incollato un comune prato sintetico a rotoli, spessore 32 mm, utilizzato anche per rivestire esternamente la porta d’ingresso e la porzione di facciata che la ospita, sotto il terrazzo. Dalla ringhiera del terrazzo, in primo piano nella foto a lato, ci si affaccia su uno dei giardini d’inverno accessibili dal seminterrato.
Lastre di vetro calpestabili
In questo progetto hanno avuto un ruolo fondamentale, oltre alle finestre da tetto, gli inserti trasparenti utilizzati per sostituire parte delle pavimentazioni dei diversi livelli in zone strategiche, finalizzati a essere attraversati dalla luce naturale proveniente dall’alto.
Per vetro strutturale si intende, in questo caso, una superficie idonea al transito pedonale che possa sopportare carichi da 250 a 400 kg/m2. Si possono utilizzare vetri stratificati che vengono resi strutturali ricorrendo a spessori elevati o impiegando più lastre, oppure tramite inserimento alternato di pellicole in PVB. In questa situazione sono stati utilizzati vetri stratificati da 27 e 30 mm di spessore inseriti in battute appositamente concepite in appoggio sulla struttura lamellare, a secco, e incastonati nel parquet a filo superiore. Prima della posa dei vetri, sulla battuta è stata posta una guarnizione continua in neoprene su tutto il perimetro. I giunti tra le lastre sono stati sigillati con elastomeri e prodotti siliconici.
Fotografie: Andrea Segliani
Progetto: Diego Mancini, 12×12
Finestre da tetto: Velux