Da ex filanda a residenza privata circondata dal verde

Attraverso un complesso intervento di recupero e la ricerca di un equilibrio tra elementi tradizionali e dettagli contemporanei, una ex filanda nel cuore della Val Cavallina diventa una residenza privata di gran classe circondata dal verde

L’edificio che ora rappresenta l’elegante abitazione di una famiglia di imprenditori si trova all’interno di un sito storico a Trescore Balneario (BG), in passato adibito alla filatura dei tessuti; probabilmente si tratta del fabbricato più recente del complesso, databile intorno al 1830, a pianta rettangolare, con la sagoma impreziosita dalle finestre ad arco tipiche di queste costruzioni e dalle ampie aperture definite dai pilastri che sostenevano il tetto a capanna. La “filandina” funzionò fino alla prima metà del ‘900, poi l’intero opificio cadde in abbandono per diversi decenni, subendo un lento degrado.

In un passato recente era stata sottoposta a un intervento di restauro, volto essenzialmente a mettere in sicurezza la struttura attraverso opere di consolidamento, essendo sotto la tutela della sovrintendenza locale; al momento dell’acquisto, tuttavia, il provvedimento si era rivelato inadeguato al progetto e, comunque, non più conforme alle nuove normative, perciò è stato come ricominciare da zero.

Aperture che in precedenza erano state chiuse sono state riaperte; si è provveduto al completamento del tetto, la cui struttura era stata rifatta, ma era priva di manto di copertura e accessori (lattoneria, comignoli), oltre a necessitare di un incremento dello strato isolante esistente. L’isolamento termico è stato realizzato dall’interno, sia perché non era consentito alterare la sagoma esterna sia per sfruttare l’intercapedine generata dalle contropareti per il passaggio degli impianti, riducendo al minimo la realizzazione di tracce nella muratura.

Cantiere

Per la finitura esterna si è fatto ricorso a un intonaco anticato applicato manualmente, per ottenere una texture materica, mentre per i dettagli architettonici, quali soglie, davanzali e colonnine, è stato utilizzato marmo di Zandobbio lasciato al naturale. Nonostante il nome, si tratta in realtà di una pietra, una dolomia che si estrae da un giacimento locale, scelta per sottolineare il legame con il territorio e utilizzata ampiamente anche per le finiture interne. Per non interferire con l’architettura dell’edificio sono stati installati serramenti esterni con telai il più possibile sottili, così da limitarne la percezione sia dall’esterno sia dall’interno.

La casa, che offre 350 m2 di spazi abitativi, è disposta trasversalmente su un terreno terrazzato, per cui la facciata principale permette di percepire soltanto due dei tre livelli: quello d’ingresso, con gli spazi conviviali, e il piano superiore che ospita tre camere da letto, ciascuna con bagno privato, più una zona armadi (definirla cabina sarebbe riduttivo) a servizio esclusivo della camera padronale. Il terzo livello è in realtà un seminterrato, raggiungibile scendendo la scala interna, comunicante con il giardino che si trova sul fronte opposto dell’abitazione, a una quota più bassa, e ospita una zona wellness e una cantina “abitabile”, ovvero concepita anche per la degustazione in loco dei vini.

Tra queste due zone è stato ricavato un locale tecnico che racchiude le apparecchiature climatizzanti (pompa di calore, distribuzione del sistema radiante, VMC per il ricircolo dell’aria) e una lavanderia.

Zona giorno a tripla altezza

Entrando dall’ingresso principale ci si trova in un androne che offre subito una lettura complessiva dell’abitazione, in quanto lo sguardo può spaziare in verticale dall’intradosso della copertura fino al livello sottostante, mentre le balaustre e i divisori in vetro strutturale permettono di contemplare a tutto campo la zona giorno, dal salotto al tavolo da pranzo contrapposto. Le due finestre a bifora che si prospettano davanti al visitatore non sono raggiungibili, in quanto davanti a esse c’è il vuoto riservato alla discesa della scala, circoscritto da vetrate laterali a tutta altezza e dalla balaustra frontale.

Sia la scala in linea, che scende nel seminterrato in cui il parapetto in vetro è inserito nel cosciale in acciaio brunito color bronzo, sia quella a due rampe, con ballatoio intermedio che sale alla zona notte, sono realizzate su progetto e sono costituite da un nastro in ferro rivestito in parquet. Nella pannellatura tra la zona pranzo, con il tavolo Mad di Poliform in marmo Emperador, e la scala che sale alle camere, sono integrate due porte che permettono di isolare la cucina o mantenerla relazionata con il living.

Aree definite

L’intera abitazione è definita dai due materiali utilizzati per le pavimentazioni: il parquet (collezione Pangea di Salis), personalizzato per questo progetto, e il marmo di Zandobbio, proposto in una composizione a casellario che vede le lastre intercalate da listelli di ottone. Il parquet, che caratterizza le aree funzionali, è costituito da un tappeto centrale posato a spina italiana delimitato da una sottile cornice in ottone e da una fascia in cui i listelli sono posati diritti e disposti ortogonalmente sui quattro lati, mentre il marmo di Zandobbio è utilizzato per gli spazi di transito e disimpegno tra le diverse aree.

Un’altra particolarità è la pannellatura effetto boiserie che riveste le pareti del living, i cui riquadri svolgono occasionalmente la funzione di cornice per opere pittoriche e nella quale sono integrate in modo invisibile sia le porte di accesso agli altri locali, tutte rasomuro e fuori standard, sia varie armadiature. Il caminetto del salotto, realizzato su progetto, è una rivisitazione contemporanea dei camini seicenteschi: è costituito da un focolare prefabbricato contornato da una strombatura in ottone bronzato, il tutto completato da una cornice in marmo di Zandobbio.

Ai lati del camino, spazi di stoccaggio integrati nella boiserie. Le cornici che rifiniscono l’angolo tra pareti e soffitto nascondono le tende interne a rullo poste sopra ogni finestra, collegate a un sofisticato sistema domotico attraverso cui è possibile gestire molte altre funzionalità.

Cantiere

I decori del bagno giorno

A sinistra dell’ingresso si può accedere a un locale che fa da antibagno e spogliatoio, e da qui al bagno giorno. La decorazione tridimensionale della parete dietro il lavabo, realizzata artigianalmente da Matteo Brioni, è costituita da una sorta di stencil ottenuto lavorando a fresco su intonaco di argilla con l’utilizzo di stampi e colori in pasta.

La spa e la cantina “social”

In fondo alla scala che conduce al seminterrato c’è un salottino, a sinistra del quale si trova la cantina con spazio per degustazione; svoltando invece a destra e costeggiando la scala si trova un altra zona relax e a seguire l’area wellness, una sorta di “scatola” interamente rivestita con doghe di teak che ospita la vasca freestanding e la cabina con sauna e bagno turco, a lato della quale c’è un piccolo bagno di servizio. Dietro la vasca, separata da un cristallo a tutta altezza, la doccia con soffione a soffitto e, sullo sfondo, il lavabo a pavimento.

La cantina è separata dallo spazio di transito tramite una parete vetrata, costituita da un elemento fisso tra due porte laterali; il pavimento è in listelli di cotto color antracite posati a spina italiana e al centro del locale campeggia un tavolo per degustazione in legno massello di rovere, realizzato su progetto e tinto a campione, in cui è incastonato il bacino Ergo di Ceramica Galassia in legno di iroko, che nasce in realtà come lavabo da appoggio, mentre qui ha la funzione di lavandino. In questo locale sono installati sensori che interagiscono con l’impianto di climatizzazione per mantenere condizioni di umidità e temperatura ideali per la conservazione dei vini. La porta rasomuro sullo sfondo nasconde una dispensa, di fatto “scavata” nel terrapieno, che si comporta come un frigorifero naturale per scorte di frutta, verdura e altri alimenti.

La suite padronale

Salendo nella zona notte, si arriva in un disimpegno con a destra la camera padronale in suite e a sinistra altre due camere con bagni privati che affacciano rispettivamente sulla corte d’ingresso e sul giardino interno. All’ingresso della camera padronale c’è un altro piccolo disimpegno, davanti alla finestra circolare, che fa da diaframma tra la zona riposo e la zona guardaroba, una stanza allestita come una boutique, con cassettiera a isola e scomparti appendiabiti a giorno.

Il letto è collocato a ridosso del divisorio centrale, aperto ai lati per un duplice transito da e verso il guardaroba, ed è sovrastato da una vela realizzata a secco, con luci puntiformi incassate, che si estende per tutto il piano seguendo la linea di colmo e formando un ribassamento continuo, per occultare la parte più alta della travatura a vista e stemperare l’effetto “baita”, oltre a nascondere le canalizzazioni impiantistiche che corrono sopra di esso.

Cantiere

Il bagno a centro stanza

L’ambiente bagno è in collegamento con la zona del letto attraverso un ampio varco che può essere chiuso con un grande pannello scorrevole realizzato appositamente. Le funzionalità sono distribuite attorno a una struttura a secco che in pianta si presenta come una T ruotata di 90°, con il lavabo doppio rivolto verso la camera e, dietro di esso, la doccia dal lato delle finestre e i vasi rivolti verso la boiserie.

Dal lato del doppio lavabo, disegnato su progetto in marmo con inserti a rilievo in ottone, la quinta è contornata da una cornice e fornisce supporto alle applique, agli specchi, a interruttori e prese e alla rubinetteria, mentre dall’altro lato lo spazio della doccia, il pavimento e la parete di fondo sono rivestite con lo stesso marmo nero utilizzato per il lavabo. Sia nella camera sia nel bagno il parquet è posato a correre senza soluzione di continuità, con le doghe disposte parallelamente alle finestre.

Progetto architettonico e interior design:
Studio Arcoquattro Architettura

Interior design e fornitura arredi:
Zenucchi Design Code

Progetto illuminotecnico:
Giorgia Bono

Fotografie:
Cristina Fiorentini

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