PianoCasa | Ampliare meglio di traslocare

Il PianoCasa offre la possibilità di ampliare la propria casa, vediamo le possibilità

Il PianoCasa, provvedimento messo in atto alcuni anni fa per rilanciare l’edilizia, concede la possibilità di ampliare le abitazioni in una misura, solitamente, del 20 %, quando esistano le condizioni per attuare un simile intervento; detta percentuale, a seconda degli strumenti utilizzati dai Comuni, può essere riferita alla superficie o al volume. Negli anni è stato più volte rimaneggiato e integrato, ma è tutt’ora in vigore; criteri di valutazione e parametri vengono stabiliti dalle leggi regionali e locali, per cui sono molto variabili in base alle caratteristiche urbanistiche e alla sismicità del territorio.

Per ampliamento possiamo intendere una sopraelevazione, un’estensione in orizzontale contigua al fabbricato esistente o, in casi particolari, separata da esso, ma con carattere accessorio (tipo box). Va subito sottolineato un aspetto: l’ampliamento rientra tra gli interventi soggetti all’obbligo di integrazione di fonti energetiche rinnovabili; naturalmente il corpo aggiunto deve risultare idoneo al contenimento dei consumi energetici, quindi ben isolato, con serramenti performanti ecc. Uno dei casi più ricorrenti è quello del recupero del sottotetto da trasformare in spazio abitabile: la percentuale di aumento della volumetria concessa, che si traduce in una possibile espansione in altezza, può risultare determinante.

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Non necessariamente l’ampliamento deve essere delimitato da pareti cieche: una possibilità interessante è rappresentata dalla costruzione di una veranda interamente vetrata e provvista di schermature, ideale per una luminosa zona living da arricchire con piante che può portare molti vantaggi all’abitazione, anche dal punto di vista energetico. Lo stesso vale per la chiusura di un balcone o per la realizzazione di un bow window, ove possibile.

Anche la costruzione di un box auto rientra tra gli ampliamenti: se questo è direttamente comunicante con la casa deve essere ben isolato e provvisto di sistemi antieffrazione al pari di un altro accesso, ma non può in nessun caso essere utilizzato come spazio abitabile perché appartiene a una categoria catastale diversa. Ci può stare una piccola lavanderia, un banco da lavoro per le riparazioni, ma non si pensi di utilizzarlo come tavernetta!

Possono essere annoverate tra gli ampliamenti altre modifiche apportabili a un edificio esistente: porticati chiusi con tamponature perimetrali, ampliamento di locali di servizio o loro trasformazione in spazi abitabili (con conseguente variazione di categoria catastale) e, più in generale, qualsiasi aggiunta si metta in opera che risulti contigua al perimetro dell’immobile. In ogni caso, non esistendo un regolamento nazionale esplicito in materia, occorre sempre consultare l’Ufficio Tecnico del proprio Comune.

PianoCasa, la legge in breve:

Premesso che occorre prima di tutto prendere conoscenza delle disposizioni comunali e interpellare un tecnico abilitato, questi sono i nodi da sciogliere per poter affrontare un ampliamento.

Contenimento energetico

Come per tutte le nuove costruzioni, le pareti e le chiusure verso l’esterno interessate da ristrutturazioni con ampliamento devono essere realizzate con soluzioni che limitino le dispersioni.

Staticità delle strutture

L’ampliamento deve essere progettato in modo da risultare sicuro dal punto di vista statico, per sé stesso e, soprattutto nel caso di sopraelevazione, da non alterare in alcun modo la staticità dell’edificio esistente (soprattutto in zone sismiche).

Distanze e altezze

Le distanze tra edifici vanno rispettate, specialmente per le facciate finestrate; se la costruzione su cui si interviene è già in prossimità del limite su un lato, ci si può espandere solo su altri lati o in altezza.

Condomini e multiproprietà

Tutta l’assemblea condominiale deve dare il nulla osta all’ampliamento e il progetto dev’essere uno solo, anche se gli ampliamenti sono diversi e interessano più appartamenti.

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