Consolidare un edificio per renderlo meno vulnerabile nei confronti di un sisma è sicuramente oneroso, ma si può recuperare fino all’85% della spesa in 5 anni grazie al sismabonus

Che cos’è il sismabonus 2018

Si tratta di un’agevolazione introdotta dal 1° gennaio 2017  che prevede una consistente detrazione fiscale sugli interventi di consolidamento degli immobili, finalizzati a migliorare la resistenza agli eventi sismici.

Dove si applica?

Per interventi effettuati dal 1/1/2017 su immobili ubicati nei comuni che appartengono alle zone 1, 2, 3 (guarda qui la lista dei comuni) (rischio sismico elevato, medio o basso, è esclusa la zona 4 a sismicità molto bassa), a patto che comportino la riduzione del rischio sismico di 1 o 2 classi.

Prima del 2017 la detrazione era valida solo per abitazioni principali ricadenti nelle zone 1 e 2.

Quando si applica

Si può richiedere il SismaBonus se si provvede alla messa in sicurezza statica dell’edificio, previo controllo, realizzando le interconnessioni necessarie tra le strutture per una migliore risposta al sisma, oltre a migliorare le prestazioni sismiche della costruzione nel suo complesso.

Rientrano nella detrazione anche le spese accessorie, ovvero: quelle relative alla progettazione e ad altre prestazioni professionali connesse all’intervento; il costo della relazione di conformità; le perizie e i sopralluoghi; l’IVA, l’imposta di bollo e i diritti per concessioni e inizio lavori.

  1. ­­Rinforzi strutturali tramite intonaco armato con reti e connettori.
  2. Rinforzo localizzato (pilastri, travi, nodi, solai) tramite placcaggio fibrorinforzato.
  3. Consolidamento di murature faccia a vista tramite ristilatura armata dei giunti di malta.
  4. Messa in sicurezza dei solai (antisfondellamento).
  5. Consolidamento strutture lignee e murarie con profili leggeri.
  6. Rinforzo antiribaltamento con intonaco armato sottile.

Quando non si applica

Il Sismabonus non spetta in caso di demolizione con ricostruzione, neppure se viene mantenuta la volumetria esistente; lo sgravio fiscale può essere richiesto solo per il consolidamento di edifici esistenti.

La demolizione con ricostruzione può beneficiare invece del bonus ristrutturazioni, ma solo con “fedele ricostruzione” (quindi senza ampliamenti).

Rafforzamento strutturale

Le prime leggi che affrontano i provvedimenti e le prescrizioni relative agli edifici in zona sismica risalgono agli anni ’70 e gran parte del nostro patrimonio edilizio (pare il 70%) è di epoca antecedente.

Specialmente quando si affronta la ristrutturazione di uno di questi edifici, ma non solo, appare chiaro che non ci si debba limitare al risanamento, bensì intervenire con opere volte al rafforzamento delle strutture, quasi sempre carenti dal punto di vista sismico.

I punti deboli delle strutture vanno individuati attraverso specifiche indagini preliminari, a seguito delle quali si valutano gli interventi di consolidamento necessari; inevitabilmente si tratta di affrontare una spesa superiore rispetto a una mera ristrutturazione, ma la notizia positiva è che, nelle zone esposte a un rischio sismico significativo, queste opere godono di incentivi specifici grazie ai quali la percentuale di spesa detraibile è superiore ad altri bonus legati all’edilizia e la si recupera in 5 anni anziché in 10.

Inoltre, a differenza degli altri incentivi che fino a oggi avevano validità annuale e il loro rinnovo, anche se avvenuto più volte all’ultimo momento, era incerto, per il Sismabonus è stata prevista da subito una validità quinquennale, fino a tutto il 2021.          ◼︎

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here