Rispetto alla ceramica classica, il gres porcellanato presenta differenze sostanziali di resistenza e durata, tutto dipende dal processo produttivo
Le piastrelle smaltate di ceramica si possono ottenere per monocottura o bicottura. La monocottura avviene con la cottura simultanea di pasta e smalto e dà origine a un prodotto più resistente e adatto alle pavimentazioni. La bicottura avviene in due fasi separate, il risultato estetico è maggiore, ma il prodotto è più delicato, va utilizzato solo per i rivestimenti.
Tuttavia, la maggior durezza della monocottura non rende la ceramica esente dall’essere incline alla rottura.
Ceramica e grès porcellanato hanno in comune il materiale di partenza, ovvero l’argilla. Nel grès porcellanato però viene aggiunto caolino (oltre a sabbia e feldspati), un’argilla bianca utilizzata per produrre la porcellana che conferisce una base migliore per la colorazione tramite pigmenti dell’impasto.
Le argille vengono macinate fino a ottenere una granulometria finissima.
Processo produttivo del gres porcellanato
Il processo produttivo del gres porcellanato si dice monopressocottura. L’impasto già interamente colorato viene cotto e pressato con temperature intorno ai 1200-1250 °C e pressioni che possono arrivare a 500 kg/cmq fino a raggiungere lo stato di vetrificazione e l’assenza di porosità.
Il prodotto finale si presenta così colorato a tutta massa, quindi altamente resistente all’usura. È infatti lo smalto la parte usurabile di una superficie e nelle ceramiche ce n’è uno strato superficiale spesso solo un paio di millimetri, lo spessore restante mantiene il colore dell’impasto di partenza. Basta spezzare una piastrella di ceramica e una di grès per avere una valutazione visiva della differenza.
Il grès porcellanato si presenta dunque totalmente impermeabile, per l’assenza di pori, ed estremamente compatto e duro. Si fa presto a scoprirlo nel momento in cui bisogna forarlo, senza una punta diamantata è impossibile aver ragione del materiale, mentre la ceramica si scalfisce con relativa facilità, anche con sollecitazioni meno aggressive.
A tutto questo si aggiungono le infinite possibilità che offre la tecnologia digitale, permettendo di imitare superfici in pietra, legno, resina ecc, senza i vincoli nella cura e nella manutenzione che richiedono i materiali “autentici”.
Collezione I Marmi: pavimento Mixture Grigio, porcellanato smaltato 60×120 cm, spessore 10,5 mm. Parete Mixture Bianco, porcellanato smaltato 15×120 cm, spessore 10,5 mm, posato in diagonale. Finitura lappato, aspetto lucido, bordi rettificati monocalibro. La Faenza Ceramica
Glossario
- Bordo naturale: bordo definito soltanto dalla pressatura del materiale.
- Calibro: indica la dimensione di fabbricazione in millimetri delle piastrelle ed è sempre riportato sulla confezione.
- Doppia pressatura: metodo produttivo con il quale i colori vengono miscelati nel corpo della piastrella con una prima pressatura, mentre una seconda compatta i colori delle applicazioni successive.
- Feldspati: sostanze derivanti dalla decomposizione di rocce, quali porfido quarzifero, granito, sienite, che determinano il processo di formazione vetrosa assicurando compattezza.
- Lappatura: finitura che esalta l’eleganza della superficie rendendola più brillante, eseguita con mole diamantate e aria compressa.
- Levigatura: finitura che assicura una superficie lucida e liscia, dall’effetto specchiante.
- Matt: finitura naturale, senza che il materiale subisca ulteriori lavorazioni dopo la cottura.
- Monocalibro: associato alla rettifica identifica un bordo perfettamente rettilineo derivante da squadratura che porta i pezzi a un’unica dimensione dei lati.
- Porosità: misura dell’assorbimento d’acqua, il grès porcellanato ha i valori più bassi.
- Rettifica: squadratura delle piastrelle che permette di accostarle con una fuga minima o nulla.
- Struttura: finitura superficiale che rende la piastrella rugosa e antiscivolo, adatta per impieghi esterni o in presenza di acqua.
- Tono: colore che identifica un lotto, ovvero piastrelle prodotte nell’arco di uno stesso ciclo produttivo, identificato con una lettera sulla confezione.
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