Parquet, amore al primo… passo

parquet

È il pavimento naturale per eccellenza, una superficie in cui i difetti intrinsechi del materiale costituiscono un valore aggiunto

Ispirandosi a un noto spot pubblicitario, si potrebbe affermare che “un parquet è per sempre”: chi lo ha scelto e, magari, lo ha calpestato a piedi nudi, difficilmente riesce a immaginare un altro pavimento per la propria casa. Per contro, alcuni pensano ancora sia poco pratico e di impegnativa manutenzione, ma se si è fanatici della perfezione o, al contrario, si ha l’abitudine di girare per casa con le scarpe sporche, anche altri pavimenti possono dare problemi. Con la sua varietà di specie legnose, ciascuna caratterizzata da particolari venature e colorazioni esistenti in natura, il parquet è già di per sé uno tra i pavimenti più versatili, non solo adattabile a qualsiasi ambiente (inclusi il bagno e la cucina), bensì in grado di delinearne il carattere al pari degli arredi.

Detto così sembra relativamente semplice scegliere il tipo più adatto al proprio stile, ma la partita non si gioca solo sul piano estetico: alcuni legni hanno caratteristiche che li rendono consigliabili per determinati ambienti e sconsigliabili per altri, poi bisogna scegliere tra svariati formati e spessori che si prestano ad alcune tipologie di posa e ad altre no, decidere quale lavorazione superficiale e quale finitura sono più consone alla situazione (illuminazione, dimensioni del locale, rivestimenti, destinazione d’uso e frequentazione), sapere se il parquet andrà posato sopra un impianto di riscaldamento radiante.

Il parquet è anche un pavimento che invita alla creatività con le diverse modalità di posa: la più praticata è quella a tolda di nave o “a correre”, quasi obbligata in ambienti non molto grandi perché la posa può allargare o allungare le prospettive a seconda che le tavole siano disposte parallele o perpendicolari a una stessa parete di riferimento, mentre in spazi più ampi si può spaziare tra la spina di pesce, la posa a fascia e bindello (con cornice perimetrale in schema diverso tal tappeto centrale), fino agli schemi determinati da quadrotte e da altri elementi geometrici modulari.

Da sinistra a destra: posa delle tavole tramite incollaggio tra sé stesse e al sottofondo; posa flottante, le tavole si legano tramite incastri e sono svincolate dal sottofondo, con interposizione di materassino acustico; posa inchiodata, direttamente a un tavolato o su listelli (magatelli) fissati al sottofondo a interassi regolari e perpendicolari alla direzione di posa.

Esempi di lavorazione

Pizzicato: la lavorazione della parte nobile simula l’usura del tempo, segue spazzolatura in tre direzioni che crea incisioni diagonali. Tutti gli spigoli sono bisellati a mano.
Levigato: dopo incollaggio e profilatura, la lamella nobile è levigata a grana 220/240; la superficie risulta perfettamente piana.
Bisellato tondo: gli spigoli sono abrasi a mano creando un effetto stondato irregolare, le tavole risultano in rilievo rispetto alla pavimentazione. è sempre abbinata alla spzzolatura.
Spazzolato: speciali spazzole asportano la parte superficiale e tenera, lasciando in rilievo le venature e rendendo il legno più resistente all’usura.

Pavimento in legno massello

È il parquet “tradizionale”, composto da tavole grezze di legno nobile in tutto il loro spessore, che va da 10 a 22 mm e oltre; specialmente quando è elevato, lo si può ritenere un pavimento eterno, levigabile più volte per riportarlo alla bellezza iniziale con nuovi trattamenti di finitura.

Preliminari e scelta della posa

Le tavole vanno lasciate nel luogo di posa per alcuni giorni, in modo da stabilizzarsi con le condizioni di temperatura e umidità dell’ambiente. Poi si può procedere alla posa: quella inchiodata (per spessori di almeno 18 mm), comporta maggiori costi di manodopera, richiede più tempo rispetto alla posa incollata, ma con quest’ultima bisogna attendere l’asciugatura dell’adesivo, per cui i tempi per poter passare ai trattamenti finali sono identici.

Trattamenti finali e suggerimenti

Tramite macchine levigatrici, si eliminano i dislivelli tra le tavole, si spolvera e si passa ai trattamenti di finitura con oli, vernici, cere coloranti. Il vero massello viene posato grezzo, ma esistono tavole in massello prefinito già levigate e verniciate, non sempre convenienti. Anche se sono ben stagionate (e non è scontato), nel nuovo ambiente le fibre si adatteranno alle condizioni climatiche, con minime deformazioni che possono alterarne la complanarità poco dopo la posa. La reazione all’umidità rende il massello poco compatibile con il riscaldamento a pavimento e per la posa in cucina o in bagno, dove l’umidità arriva fino al 70%; tali condizioni causano movimenti, in parte contenibili scegliendo tavole perfettamente essiccate e di legni duri.

Pro e contro

Pro:

  • È il più pregiato
  • Disponibile in tutte le specie legnose
  • Può essere levigato più volte

Contro:

  • Tempi di posa lunghi
  • Posa in opera costosa
  • Poco adatto al riscaldamento a pavimento

Pavimento prefinito

L’aspetto superficiale è quello del pavimento in massello, ma le tavole sono composte da strati anziché essere in un solo pezzo. Lo strato nobile, ridotto a pochi millimetri, viene incollato industrialmente su un supporto di legno povero; complessivamente gli strati possono essere 2 o 3.

Parquet a doppio o triplo strato

Nel parquet a due strati il supporto è incollato con le fibre disposte perpendicolarmente a quelle dello strato nobile: in questo modo la tavola risulta stabile alle variazioni di umidità, perché la direzione contrapposta delle fibre porta ad annullare le trazioni. Questo accorgimento permette di realizzare tavole anche di lunghe dimensioni (listoni) non soggette a variazioni dimensionali. Nel parquet a 3 strati è presente una terza tavola inferiore le cui fibre sono in linea con quelle dello strato nobile: si parla di parquet “controbilanciato”, dove la stabilità è ancora maggiore. Per il massimo del risultato, in alcuni casi il legno a contatto con il piano di posa è della stessa specie dello strato nobile anziché in legno povero.

Trattamento e possibilità di rinnovo nel tempo

La superficie del parquet prefinito è solitamente pretrattata, ma può anche essere grezza (prelevigata) da trattare con oli, vernici o cere dopo la posa. Lo strato nobile è spesso 4-5 mm, perciò può essere levigato poche volte e la sua durata si riduce a 40-60 anni. Se si aggiunge il fatto che il prefinito può essere posato flottante o incollato, si capisce perché viene scelto in più dell’80% dei casi. Attenzione però ai prezzi troppo bassi: potrebbero essere dovuti all’utilizzo di legni morbidi e poco adatti a realizzare lo strato di supporto.

Pro e contro

Pro:

  • Rapidità di montaggio
  • Aspetto come il massello
  • Posa economica
  • Idoneo a riscaldamento a pavimento
  • Idoneo per bagni e cucine (incollato)

Contro:

  • Non dura per sempre
  • Costa più del massello

1. Natura chiama natura

Per la finitura di un materiale naturale come il legno non c’è niente di meglio che un trattamento ecologico: LegnoAria+ è una finitura a olio naturale con 100% di residuo secco e bassissima emissione di composti organici volatili. Questo trattamento viene utilizzato per gran parte delle collezioni di parquet prefiniti dell’azienda, tra le quali Veins, definita “ad alto tasso di sensorialità” in quanto composta da specie legnose di prestigio dall’aspetto materico.

Nel dettaglio si può scegliere tra B.Logic (rovere travi vecchie, spazzolato), B.Brave (rovere termotrattato, consumato a mano), B.Easy (castagno spazzolato 7 mani), B.Crazy (castagno termotrattato spazzolato 7 mani, nella foto grande), B.Original (castagno termotrattato scolpito), B.Trendy (noce europeo, consumato a mano), B.Cool (olmo spazzolato 7 mani), B.Different (frassino taglio sega), B.Wild (teak Asia spazzolato 7 mani) e B.Elegant (noce americano, consumato a mano, foto sotto). Bruno

2. Un trattamento che profuma di bosco

Il più bianco tra i tipi di rovere, uniforme e compatto, dall’aspetto nodoso e lavorato a piano sega: Re Bianco fa parte della collezione Boschi di Fiemme e la finitura è a olio naturale BioPlus® a base di cere, resine vegetali e oli balsamici (tra cui l’olio essenziale di cirmolo e di abete rosso). Viene delicatamente applicato sulle tavole mediante più cicli di oliatura, rispettando i tempi di assorbimento del legno, e permette di stabilizzarne la bellezza nel tempo. Non occlude i pori superficiali, ne ripristina le capacità autoprotettive perse durante i processi di lavorazione, lasciandolo libero di respirare. Dimensioni: larghezze da 158 a 325 mm, lunghezze d 1850 a 5000 mm. A partire da 113,00 euro/m2. Fiemme 3000

3. Usare la creatività per avere parquet unici

La scelta della specie legnosa (rovere o noce) e del colore sono solo il primo passo: formati e disegni di posa differenti moltiplicano le possibilità di ottenere un parquet unico e personale. Oltre alle tavole di varie lunghezze e larghezze, la collezione Signature propone quadrotte con diversi disegni, elementi a esagono, a spina corta o 45°, spina per esagono, trapezio, pattern; per non parlare delle finiture, disponibili a taglio sega, spazzolata, sabbiata, piallata, levigata, verniciata, oliata, oltre a trattamenti con coloranti naturali o con trattamento termico. Tavole e listelli hanno una microbisellatura sui lati lunghi, gli altri elementi su tutti i lati. La spina per esagono della foto è il formato che permette di accendere gli spazi con dinamismi prospettici e cromie intense; ogni singolo esagono viene realizzato unendo tre diversi piccoli listelli a forma di spina (200×228 mm). L’accostamento dei moduli conferisce movimento alla superficie, trasformandola in un palcoscenico sfaccettato e cangiante. Spina per esagono Rovere Terra d’Ombra 139,00 euro/m2 + IVA. Woodco

4. Facile, veloce, ecosostenibile

Ecco un sistema brevettato interessante per la posa rapida del parquet flottante, ma non solo: anche a pavimento finito si possono rimuovere rapidamente una o più tavole in qualsiasi punto del pavimento, per la loro sostituzione o per ispezionare gli impianti posti sotto di esse. Clip Up System® si basa su particolari clip in polimero autoestinguente da appoggiare sul piano di posa sulle quali vanno incastrate a scatto le tavole, provviste di apposite fresature longitudinali sulla faccia inferiore. Le tavole sono in prefinito a 2 strati composte da un multistrato in betulla e da una lamella di legno nobile; sono spesse 13 o 16 mm e sono disponibili in lunghezze fino a 2 metri e larghezze tra 110 e 200 mm; il sistema è disponibile anche per la posa a spina ungherese (linea Noblesse®) e può essere utilizzato anche per la posa a quadrotte della Linea Creator®. Le tavole possono essere in rovere, termo rovere, noce nazionale o americano, olmo, iroko, doussiè Africa e teak, oppure personalizzabili. Il sistema a doppia tenuta garantisce un pavimento stabile e subito calpestabile dopo la posa, per la quale è necessario soltanto un martello di gomma per battere le tavole in posizione. Garbelotto

5. Legno che emoziona

Sole, pioggia e vento hanno creato tavole di rovere dal sapore unico e preziosi effetti materici superficiali, lavorati dalle mani di maestri artigiani, contribuiscono a rendere unica ogni tavola del pavimento in legno. L’applicazione dello stucco in contrasto nelle fessure, crea effetti sorprendenti alla vista e al tatto; piccoli avvallamenti e finiture irregolari dall’aspetto volutamente grezzo e naturale arricchiscono il parquet Rovere Materico Genesis donando alle tavole il fascino antico e ruvido di una produzione manuale di alta falegnameria. Spessore 16,5 mm (strato nobile 4,5 mm), larghezza 80/160/195 mm (miscelati), lunghezza 1600/1800/2000 mm (con 10% 1200/1500 mm). Unikolegno

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